Il prof. Giovanni Tosi, Ordinario di Tecnologia Farmaceutica e Coordinatore del Dottorato in “Health Innovation Products and Technologies” di Unimore, è stato eletto Segretario del nuovo Executive Board della European Technology Platform on Nanomedicine (ETPN) per il triennio 2025–2027.

L’elezione è avvenuta durante l’Assemblea Generale dell’ETPN tenutasi a Barcellona nell’ambito dell’evento Nanomedicine Europe Conference (NME25). Il nuovo board sarà guidato da Laurent Lévy (CEO di Nanobiotix), affiancato da un team internazionale che guiderà il programma strategico “Expanding Legacy”, volto a rafforzare la comunità scientifica europea, accelerare la traduzione clinica e promuovere progetti collaborativi a livello continentale.

La nomina del prof. Giovanni Tosi rappresenta un riconoscimento del ruolo sempre più centrale della nanomedicina nello sviluppo di terapie avanzate. Le nanoparticelle sono oggi strumenti chiave per aumentare l’efficacia terapeutica e ridurre gli effetti collaterali, grazie alla capacità di veicolare farmaci in modo mirato, di attraversare barriere biologiche complesse, come quella ematoencefalica, e di ottimizzare il rilascio e la biodisponibilità dei principi attivi. In questo contesto, la nanomedicina svolge un ruolo essenziale anche nel campo delle terapie geniche e basate su RNA, contribuendo in modo determinante alla protezione, stabilità e veicolazione delle molecole terapeutiche nei tessuti bersaglio.

Queste tecnologie trovano piena espressione all’interno del Centro Nazionale per lo Sviluppo di Terapie Geniche e Farmaci con Tecnologia a RNA, un’iniziativa strategica sostenuta dal PNRR, che mira a rafforzare la competitività dell’Italia nel settore delle biotecnologie avanzate.

Unimore riveste un ruolo di primo piano nel progetto, coordinando lo spoke dedicato alle malattie genetiche, uno dei cinque assi verticali di ricerca. Il progetto parte dai laboratori di ricerca dove vengono selezionati i candidati farmaci e prosegue fino all’implementazione degli studi clinici, includendo anche lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche e digitali avanzate, fondamentali per sostenere l’intero percorso di innovazione.

“L’ingresso nel board dell’ETPN – afferma il prof. Giovanni Tosi di Unimore – rappresenta un’opportunità strategica non solo per le attività di internazionalizzazione di UNIMORE, ma per tutto il sistema che ruota intorno alla ricerca nel campo delle nanotecnologie applicate alla salute. Essere stato confermato nel ruolo di Segretario, che già ricoprivo nel precedente mandato, è per me motivo di orgoglio e riconoscimento del lavoro svolto. Questa elezione ci permette di allineare le azioni della Piattaforma Italiana di Nanomedicina, nata proprio qui a Modena e ora finalmente diventata realtà, con le strategie europee, valorizzando le competenze multidisciplinari presenti nel nostro Paese e facilitando l’interazione con altri network internazionali. In particolare, il legame con il Centro Nazionale per la Terapia Genica ci consente di mettere la nanomedicina al servizio di terapie geniche sempre più efficaci e personalizzate, a beneficio dei pazienti e del sistema sanitario. Voglio porre l’accento sul ruolo cruciale del dialogo tra colleghi, sulla crescita di nuove menti scientifiche e sull’impegno nel mettere a sistema e armonizzare le tante realtà presenti in questo campo. Solo attraverso una visione condivisa e integrata possiamo affrontare le grandi sfide della medicina del futuro”.

In questo contesto, la nanomedicina svolge un ruolo essenziale anche nel campo delle terapie geniche e basate su RNA, contribuendo in modo determinante alla protezione, stabilità e veicolazione delle molecole terapeutiche nei tessuti bersaglio. Queste tecnologie trovano piena espressione all’interno del Centro Nazionale per lo Sviluppo di Terapie Geniche e Farmaci con Tecnologia a RNA, un’iniziativa strategica sostenuta dal PNRR, che mira a rafforzare la competitività dell’Italia nel settore delle biotecnologie avanzate. Unimore riveste un ruolo di primo piano nel progetto, coordinando lo spoke dedicato alle malattie genetiche, uno dei cinque assi verticali di ricerca. Il progetto parte dai laboratori di ricerca dove vengono selezionati i candidati farmaci e prosegue fino all’implementazione degli studi clinici, includendo anche lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche e digitali avanzate, fondamentali per sostenere l’intero percorso di innovazione.

La nomina a segretario e la presenza di Unimore nel board della Piattaforma Europea di Nanomedicina vanno di pari passo con la realizzazione della Piattaforma Italiana di Nanomedicina. Con oltre 140 ricercatori coinvolti da più di 50 enti tra università, centri di ricerca e aziende, la Piattaforma Italiana di Nanomedicina sta velocemente diventando un punto di riferimento nazionale per il trasferimento tecnologico e l’innovazione nel settore delle scienze della vita. Partita da una base solida di collaborazione tra colleghi, la piattaforma Nazionale è costruita attorno alla Piattaforma di Nanomedicina di UNIMORE avviata alcuni anni fa, con l’obiettivo di superare le barriere disciplinari e integrare le competenze. Un approccio che ha trovato ulteriore espressione nell’organizzazione del dottorato HIP TECH, diretto attualmente dal Prof. Tosi, fortemente orientato all’interdisciplinarietà.

Questo progetto di armonizzazione, dalle origini locali alla dimensione europea, ha avuto inizio ormai dieci anni fa. Dopo un decennio di costruzione e confronto, sta ora raccogliendo i suoi frutti in termini di visibilità per UNIMORE, ma soprattutto in termini di armonizzazione di progetti e idee, nonché nella formazione di giovani ricercatori nel campo della nanomedicina.

Le piattaforme Unimore, sia quella nazionale sia il coinvolgimento in quella europea, mirano allo sviluppo di network e progetti condivisi, ma soprattutto al coinvolgimento attivo dei giovani ricercatori, per promuovere una conoscenza trasversale della nanomedicina e delle sue applicazioni in terapia, diagnostica e medicina personalizzata, in particolare per quelle patologie ad alto impatto sociale che oggi non hanno ancora una cura efficace. Altro scopo fondamentale è portare la ricerca scientifica verso una concreta applicazione industriale e clinica, integrando competenze diverse e collaborando con istituti, enti e associazioni come Farmindustria e aziende internazionali di primo piano, tra cui Chiesi Farmaceutici.