Copertura dei manifesti richiesti dall’associazione culturale San Michele Arcangelo per il residuo periodo di affissione sulla base del principio di prudenza e precauzione, visti i contenuti che li pongono in contrasto con le norme vigenti e con il “Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale”. E’ il senso della delibera approvata questa mattina dalla giunta su proposta dell’assessora alle Politiche di genere Alessandra Camporota.

I manifesti riguardano la campagna “Mio figlio no” e sono volti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica contro la presunta ideologia gender e contro la diffusione di questi argomenti nelle scuole.

L’Associazione nella richiesta di affissione ha espressamente accettato una clausola del “Regolamento comunale per la disciplina del canone patrimoniale di occupazione del suolo pubblico e di esposizione pubblicitaria” che prevede che l’applicazione del canone sia effettuata in conformità ai principi e alle finalità del Codice di autodisciplina .

In particolare si ritiene che i manifesti non rispettino alcuni articoli del Codice:

  • l’articolo 2 sulla comunicazione commerciale ingannevole, che mira ad evitare che ogni dichiarazione o rappresentazione induca in errore anche attraverso ambiguità e esagerazioni;
  • l’articolo 10, sulle convinzioni morali, civili, religiose e della dignità della persona, in cui si stabilisce che la comunicazione deve evitare ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere;
  • l’articolo 11, che chiede un’attenzione particolare ai messaggi rivolti a bambini e adolescenti, prevedendo che i messaggi non debbano contenere nulla che li possa danneggiare psichicamente, moralmente o fisicamente e non debbano abusare della loro credulità o mancanza di esperienza o senso di lealtà;
  • l’articolo 46, sui messaggi di carattere sociale nel quale si stabilisce che questi non debbano suscitare allarmismi, sentimenti di paura o grave turbamento e non presentino in modo esagerato il grado o la natura del problema sociale per cui l’appello viene rivolto.

Nel caso specifico, infatti, il manifesto riporta il volto di un adolescente e la citazione “Oggi a scuola un attivista LGBT ha spiegato come cambiare sesso” seguita dal motto “Scuole libere dal gender” e dal logo “Mio figlio no”. La delibera sottolinea la presenza sul manifesto di un codice QR che rimanda a un sito internet dedicato alla petizione di Pro vita e famiglia dal titolo “ Fuori il gender dalle scuole”. Si ritiene che questo possa generare incomprensioni, tensioni e sfiducia nei confronti delle istituzioni scolastiche sulla base di presupposti che non appaiono in linea con la realtà come l’affermazione “le scuole italiane sono diventate veri e propri laboratori ideologici LGBTQ+”.

La delibera richiama la posizione dell’Associazione italiana di Psicologia che è recentemente intervenuta per chiarire l’inconsistenza scientifica del concetto di ideologia gender.

Inoltre richiama le motivazioni della sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna e del Consiglio di Stato che, riguardo a una decisione del Comune di Rimini, ha confermato la competenza della Giunta e le motivazioni nel diniegare una richiesta di affissione dell’associazione Pro Vita e Famiglia su altra tematica, in questo caso l’interruzione volontaria di gravidanza.

“Come avevo già detto in Consiglio Comunale condivido le critiche che sono state poste su queste ultime affissioni – spiega l’assessora Alessandra Camporota – Assieme al Sindaco abbiamo deciso di intervenire per stabilire un orientamento che intendiamo concretizzare proponendo una modifica al Regolamento comunale. In questo senso abbiamo guardato con molto interesse all’esperienza di Rimini e alle decisioni adottate da altre amministrazioni comunali. Nel delicato equilibrio che ogni intervento del genere comporta rispetto alla libertà di espressione pensiamo che non possano essere amplificati messaggi fuorvianti che non sono in linea con quanto accade veramente nella scuola italiana”

La delibera prevede quindi la copertura dei manifesti che erano stati affissi fino al 12 luglio. L’Associazione sarà rimborsata per i giorni di mancata affissione.