Sono ripresi il 7 luglio scorso e proseguiranno fino al 1° agosto gli scavi per riportare alla luce il castello di Montebaranzone, di epoca matildica (X – XI secolo). Si tratta del terzo anno consecutivo in cui questa campagna di scavi viene condotta. Come per il 2023 e 2024, i lavori saranno diretti dall’Università di Verona e in particolare dai docenti Nicola Mancassola ed Elisa Lerco, affiancati per l’occasione da un team di studenti e ricercatori provenienti da diversi atenei del nord Italia, da Ferrara, a Bologna, a Milano, oltre alla stessa Verona. Complessivamente, saranno una dozzina gli archeologi e gli studenti impegnati negli scavi per quattro settimane consecutive sul territorio di Prignano.

“E’ una grande soddisfazione – ha commentato il sindaco di Prignano, Mauro Fantini – potere annunciare l’avvio di questa nuova campagna di scavi su un sito archeologico da sempre circondato da un’aura di mistero e di incertezza sulla sua reale esistenza. Le indagini condotte negli anni scorsi hanno portato alla luce reperti di notevole interesse, restituendo alla comunità, non solo locale, un patrimonio di storia e di memoria. Un ringraziamento speciale va quindi nuovamente alla Fondazione di Modena, che per il secondo anno consecutivo ha finanziato il progetto con 20.000 euro, dimostrando grande attenzione e sensibilità nei confronti dell’appennino e di quelle aree, oggi dette “periferiche”, ma che conservano tracce di un passato importante, patrimonio di tutti. Siamo grati inoltre all’Università di Verona, dai docenti che coordinano il progetto ai collaboratori e ai tanti studenti per il loro qualificato e faticoso lavoro di studio e ricerca”.

Complessivamente, la campagna di scavi 2025 è stata finanziata con 23.000 euro. Al contributo della Fondazione, si sono infatti aggiunti 3.000 euro di fondi del bilancio comunale.

La campagna di scavi a Montebaranzone fa parte di un progetto più ampio avviato dall’Università di Verona nel 2016, che punta a indagare sugli insediamenti matildici nel Reggiano e nel Modenese.

Dopo i reperti emersi nel 2023, ovvero un muro di cinta, una vecchia cisterna, il perimetro di un cimitero e i muri di una probabile casa signorile risalente al XIII secolo, una delle novità più interessanti emerse nel 2024 è stata quella dei resti di una torre a fianco del castello, presente nella zona ovest del palazzo scoperto nel 2023. Ulteriori ricerche, ora, saranno necessarie per scoprire se ci sono correlazioni (oggi ritenute molto probabili) tra l’edificio della torre e quello della residenza signorile, separati da pochi metri di terreno, ancora tuttavia da indagare.