Emorroidi, fistole anali e cisti pilonidali sono tra le patologie proctologiche più comuni nella popolazione, eppure ancora oggi spesso sono sottovalutate o considerate tabù. Secondo le stime della Società Italiana di Chirurgia Colorettale (SICCR), circa l’80% degli adulti nei Paesi industrializzati sviluppa nel corso della vita una forma più o meno grave di malattia emorroidaria.
Le fistole anali, invece, colpiscono circa 2 persone ogni 10 mila all’anno, con una maggiore incidenza nei maschi giovani (fonte National Institute for Health and Care Excellence). Nel 70% dei casi hanno origine su base infiammatoria cronica idiopatica autoimmunitaria, nel 30% dei casi possono essere il sintomo di malattie infiammatorie croniche intestinali come il Morbo di Crohn.
Le cisti pilonidali, infine, interessano soprattutto adolescenti e giovani adulti, con una prevalenza stimata intorno allo 0,7% della popolazione (fonte American Society of Colon and Rectal Surgeons). Queste condizioni, se non trattate adeguatamente, possono diventare fortemente invalidanti nella vita quotidiana.
In questo scenario, Salus Hospital di Reggio Emilia, Ospedale di GVM Care & Research accreditato con il SSN, potenzia l’attività proctologica con tecniche chirurgiche mininvasive, mirate a ridurre il dolore post-operatorio e ad abbreviare i tempi di recupero.
“Fisiologicamente, come genere umano, siamo destinati ad un progressivo decadimento del corpo – spiega il dott. Enrico Merolla, proctologo a Salus Hospital –. Da qui la stima dell’80% di adulti con patologia emorroidaria. Ma anche il restante 20% potrebbe essere destinato nel corso della vita a riscontrare qualche problematica a carico del distretto perianale, questo perché invecchiando diminuisce la tonicità dei tessuti muscolari di supporto e si instaura una condizione di insufficienza venosa locale. Oggigiorno, l’uso di metodiche meno traumatiche per trattare le patologie proctologiche è ormai prassi consolidata, tuttavia queste sono ancora poco diffuse in ambito ospedaliero sul territorio. Come équipe abbiamo maturato oltre 10 anni di esperienza in procedure mininvasive avanzate, oggi applicate anche in proctologia per trattamenti efficaci e con un impatto ridotto sulla qualità di vita del paziente rispetto alle tecniche tradizionali ormai superate”.
Tra gli approcci più innovativi spiccano l’emorroidopessi con sistema THD Anolift, una tecnica chirurgica mininvasiva non demolitiva per la riduzione dell’afflusso di sangue alle emorroidi e il loro riposizionamento nella sede naturale, senza asportazione di tessuto, applicata con un intervento in anestesia spinale o sedazione profonda, che consente un ritorno alle normali attività quotidiane in circa 10-15 giorni.
Altro approccio conservativo, estremamente innovativo, per il trattamento della patologia emorroidaria, destinato a pazienti che per comorbidità non possono sostenere un intervento chirurgico o ai pazienti con una paura “scoglio” all’intervento chirurgico, è la SMITH Therapy per emorroidi, che consiste in una terapia sclerosante avanzata dei plessi emorroidari. La procedura viene eseguita in ambiente protetto in regime ambulatoriale e richiede esclusivamente una blanda sedazione superficiale.
Si utilizza inoltre il laser chirurgico per il trattamento delle fistole anali (FiLaC – Fistula Laser Closure), una soluzione mininvasiva con diversi vantaggi rispetto agli approcci tradizionali, ad esempio preserva la funzionalità degli sfinteri anali, riducendo e quasi annullando il rischio di incontinenza. Il laser viene impiegato, infine, anche per le cisti pilonidali (SiLaC – Sinus Laser Closure). In entrambi i casi si procede con una minima incisione (pochi millimetri), evitando le estese ferite del passato. I pazienti possono riprendere la vita sociale e lavorativa in appena 2-3 giorni, con un netto miglioramento della qualità del post-operatorio.
Nella quasi totalità dei casi, gli interventi sono eseguiti in day hospital, con l’assistenza degli anestesisti attraverso sedazione profonda e risvegli rapidi, evitando gli effetti collaterali tipici delle anestesie tradizionali. Solo in rari casi selezionati, ad esempio per comorbidità, è previsto il ricovero notturno.
“Negli ultimi anni, l’approccio dei pazienti alla proctologia è cambiato. Cresce la consapevolezza, diminuisce lo stigma: sempre più persone si rivolgono allo specialista già ai primi campanelli d’allarme, tra cui menzioniamo sanguinamento, dolore, prurito o senso di evacuazione incompleta, migliorando la prognosi e riducendo la necessità di interventi chirurgici complessi” conclude il dott. Merolla.
Nonostante la natura benigna delle patologie proctologiche, queste possono risultare molto invalidanti se trascurate. Salus Hospital lavora per proporre percorsi terapeutici personalizzati, intervenendo con la chirurgia solo quando realmente necessario e sempre con tecniche all’avanguardia.