Apprendiamo da un comunicato stampa del Comune di Modena dell’attività ispettiva svolta dalla Polizia Locale nei confronti dei circa 700/800 affitti brevi presenti in città, sotto forma di case, appartamenti e camere in affitto da uno a trenta giorni. Una attività ispettiva che si è dispiegata nell’arco di sei mesi, ed ha riguardato 37 strutture, prese a campione, pari a circa il 5% degli immobili in questione. Delle 37 strutture coinvolte 11, il 30%, non risultava avere esposto il Codice identificativo nazionale all’esterno dell’immobile. Gli 11 non sono stati sanzionati, ma invitati a ravvedersi con una diffida amministrativa. Alla fine del percorso solo 4 non hanno provveduto, ricevendo una sanzione di 1000 euro, un quinto della sanzione massima prevista, che è di 5.000 euro.

L’attività svolta ha verificato l’esposizione del CIN, basandosi sul database ministeriale, che ad oggi riferisce di 1.878 strutture registrate nell’intera provincia di Modena, il 92,6% delle quali dotate di CIN. Numeri che ovviamente non comprendono i soggetti privi di ogni autorizzazione, soprattutto affittacamere. Non è chiaro se nelle ispezioni siano state prese in considerazione i temi della presenza o meno delle dotazioni di sicurezza obbligatorie, e le verifiche di regolarità amministrativa, rispetto alle quali si rimanda ad una prossima comunicazione.

Anche se basata su di un campione decisamente minuscolo, e relativa all’aspetto di più semplice verifica, si conferma la vasta irregolarità di questo settore, esaminato in meno di un anno da quattro rapporti di Federconsumatori e Sunia (9 mq di Modena, Una notte a Modena, Notte fonda a Modena, Vacanze a Baggiovara). Nell’ultimo di questi rapporti segnalavamo l’assenza delle dotazioni di sicurezza, estintori in particolare, nella grande maggioranza degli immobili in affitto. Allo stesso tempo chiedevamo di indagare la crescita di operatori con forti tratti di opacità, che sulla città di Modena governano un vasto numero di appartamenti in affitto breve.

Non sappiamo se questo è stato fatto, perché la nostra sola fonte, ancora una volta, è il solo comunicato stampa. Questo è un tema che riguarda non solo le associazioni degli albergatori ed i proprietari di immobili in affitto breve, ma l’intera città. Gli effetti del dilagare delle molteplici forme di affitto breve sono noti, e colpiscono cittadini e famiglie a medio-basso reddito e gli studenti fuori sede, alle prese con un numero sempre più ridotto di immobili in affitto, e da costi sempre più elevati. Ma sono colpite anche le giovani coppie alla ricerca di un immobile da acquistare, i cui costi a Modena sono cresciuti anche a causa delle speculazioni legate agli affitti brevi.

Negli ultimi anni a Bologna, grazie ad un intervento coordinato tra Guardia di Finanza e Polizia Locale, sono stati operati molte migliaia di controlli, verificata la mancata richiesta del CIN, sanzionati centinaia di soggetti inadempienti, verificate le anomalie di alcuni grandi operatori, a partire dalla mancata presentazione della dichiarazione dei redditi. Perché questo non avviene anche a Modena, dove sono ben 650 le domande presentate al SUAP per l’avvio di nuove attività di affitto breve?