È stata accolta nei giorni scorsi in Sala del Tricolore la delegazione di 25 bambine e bambini e 5 accompagnatori provenienti dai campi profughi Saharawi, nel sud dell’Algeria, che sarà ospite del territorio di Reggio Emilia e provincia nel corso dell’estate grazie al programma di ospitalità promosso dall’associazione Jaima Sahrawi. L’occasione dell’incontro sono stati i 25 anni dell’associazione, che ogni anno organizza scambi e progetti nel segno della solidarietà e nella convinzione che le nuove generazioni siano la speranza verso l’autodeterminazione del popolo saharawi.

A ricevere i piccoli ambasciatori di pace, le famiglie che li hanno accolti e numerosi volontari amici del popolo saharawi, è stata una folta rappresentanza di amministratori dei comuni del territorio che, dal 2000, hanno firmato il Patto d’Amicizia con il popolo saharawi. Ad aprire la seduta, a nome dell’Amministrazione comunale, è stato il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori. “Da tanti anni il Comune di Reggio Emilia – ha detto Matteo Iori – sostiene il progetto di accoglienza dei bimbi provenienti dai campi profughi saharawi, campi nei quali ho avuto il privilegio di passare una settimana nel 2023. Ma al di là di Reggio, c’è una rete che sostiene tutto il progetto: c’è la Regione Emilia-Romagna che permette ai bimbi visite sanitarie e cure gratuite, ci sono famiglie di tutta la provincia che li accolgono per alcune settimane, ci sono le parrocchie che li ospitano, le realtà di volontariato come Jaima Sahrawi che organizzano l’accoglienza e Auser, che ha realizzato per loro cappelli e sciarpe coi colori della pace. Ci sono poi i Comuni che promuovo una riflessione sul tema del referendum per l’autodeterminazione invocato dalle Nazioni Unite dal 1991 ma mai attuato nel silenzio complice dei paesi occidentali. C’è insomma una grande rete di speranza in un mondo che sembra dirci che la speranza ormai è inutile, perché il diritto internazionale non esiste più, e neanche quello umano se pensiamo alla Striscia di Gaza. Ma, come mi ha ricordato la presidente di Jaima Saharawi Caterina Lusuardi, Sandro Pertini diceva che “Nella vita talvolta è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza” e questi piccoli ambasciatori di Pace ci aiutano a farlo”.

A seguire, è intervenuta la presidente delle Commissioni Scuola, Pari Opportunità a Diritti della Regione Emilia Romagna Elena Carletti, che ha ricordato le azioni primarie in ambito di cooperazione internazionali realizzate attraverso i bandi della Regione. Fatima Mahduf, rappresentante del Fronte Polisario in Italia – lo storico movimento di liberazione riconosciuto dall’Onu come portavoce del popolo saharawi – ha poi ringraziato le associazioni e gli enti per tutto il lavoro svolto sul territorio regionale, ricordando che in Italia c’è un movimento di volontari che arriva alle 2.000 persone. PerJaima Sahrawi è intervenuta Federica Cani, ex presidente e ora consigliera, che ha ringraziato amministratori e famiglie per l’adesione totale ai progetti dell’associazione. A chiudere gli interventi istituzionali è stato il sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti, in rappresentanza delle altre amministrazioni coinvolte.

Nel corso della cerimonia, ha poi preso la parola Tiziana Verzellesi, volontaria di Auser impegnata nel progetto “Il calore della Pace”, grazie al quale sono stati confezionati le

sciarpe e i berretti con i colori della pace per tutti i 114 bambini accolti nell’estate 2025 in Italia e per i loro accompagnatori, e donati ai bambini e bambine presenti in Sala del Tricolore. Il progetto è promosso da Auser di Albinea e Reggio Emilia e Jaima Saharwi in collaborazione con Auser provinciale e i comuni di Bagnolo in Piano, San Polo d’Enza, Gattatico, Cavriago, Bibbiano, Montecchio e con Rete Saharawi Solidarietà Italiana con il popolo saharawi, e ha visto circa una trentina di volontari al lavoro.

L’incontro si è chiuso con la consegna dei diplomi di merito alle diverse famiglie che, per due settimane, ospiteranno i piccoli ambasciatori di pace dando loro la possibilità di conoscere una realtà diversa da quella dei campi profughi e di poter partecipare alle numerose iniziative, anche di gioco, organizzate per loro.

A coordinare l’evento sono state Marianna Roscelli di Fondazione E35 e Caterina Lusuardi, vicepresidente dell’associazione Jaima Saharawi, che ha voluto esprimere un ringraziamento particolare per tutti i volontari che si sono resi disponibili nei diversi comuni, per il personale sanitario che ha aiutato per tutti gli esami e per i dentisti, per i i coordinatori dei gruppi di accoglienza che con tanta pazienza fanno in modo che l’organizzazione sia scorrevole nonostante i numerosi impegni, per precedente e l’attuale consiglio direttivo e per la nuova presidente Ughetta Longhi.

 

REGGIO EMILIA E IL SAHARAWI – Grazie alla ventennale collaborazione tra la Rete Saharawi, il Comune di Reggio Emilia e alcune amministrazioni comunali del territorio, si è sviluppata una forte relazione e solidarietà con la causa saharawi, solidarietà che si è sempre espressa nell’accoglienza dei bambini a Reggio Emilia, ma anche nell’organizzazione di delegazioni sportive in occasione delle diverse edizioni dei Giochi internazionali del Tricolore.

Inoltre, dal 2000, la città di Reggio Emilia è legata da un Patto di amicizia con la Wilaya di Smara, situata nel Sahara occidentale.

A febbraio 2023, il presidente del consiglio Comunale Matteo Iori ha inoltre preso parte alla missione nei campi Saharawi, promossa dalla Rappresentanza per l’Italia della Repubblica Saharawi-Fronte Polisario e dall’associazione Rete Sahrawi odv; oltre che da Reggio Emilia la delegazione era composta da rappresentanti di altre Amministrazioni comunali e da alcune associazioni dell’Emilia-Romagna e della Toscana che hanno attivato progetti di cooperazione e solidarietà a sostegno del popolo Saharawi.