Sono saliti a 1.773.987 con un aumento di 26.122 unità gli addetti delle unità locali di imprese attive in Emilia-Romagna. I lavoratori dipendenti sono aumentati a quota 1.475.904 unità, con una crescita del +2%, che ha compensato l’ampia diminuzione -3,7% degli indipendenti. La tendenza positiva è stata trainata dal settore dei servizi, dove gli addetti sono aumentati di 18.743 unità (+1,8%), e sono stati in media 1.048.475. A fronte di un lieve aumento dell’occupazione nel commercio (+1.363 addetti, +0,5%, per un totale complessivo medio di 281.220) sono cresciuti gli addetti negli altri servizi diversi dal commercio (+2,3%), dove si è registrato un deciso incremento nei servizi di alloggio e ristorazione (+8.800 unità, +5,3%). Nelle costruzioni è proseguita la crescita dell’occupazione (+2.851 unità, +2%), che ha portato gli addetti del settore a quota 142.320. Nell’industria l’occupazione è risultata in media pari a 499.589 unità, in crescita (+2.177 addetti, +0,4%),  ma in rallentamento rispetto al 2023, quando era stata del 2%. Gli addetti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono aumentati sensibilmente (+2,9%, +2.351 unità) e sono risultati in media 83.604. L’occupazione in regione è concentrata per il 43% nei servizi che non sono commercio. L’industria assorbe il 28% dei lavoratori, il commercio poco meno del 16%, le costruzioni l’8%, l’agricoltura il 4,7%.

È quanto emerge dalle elaborazioni dell’Area Studi di Unioncamere Emilia-Romagna sui dati relativi all’anno 2024 degli addetti di tutte le localizzazioni di impresa operanti in Emilia-Romagna, con sede legale in regione o altrove, tratti dal Registro imprese delle Camere di commercio.

 

L’andamento complessivo

Nel 2024 la media degli addetti delle unità locali di impresa attive in Emilia-Romagna è stata di 1.773.987 con un aumento di 26.122 unità (+1,5%) rispetto al 2023.

Tra le maggiori regioni del nord Italia è cresciuta di più dell’Emilia-Romagna solo la Lombardia, +1,7%, sullo stesso livello il Veneto, +1,5%, leggermente inferiore il Piemonte, +1,2%.

 

Dipendenti e indipendenti

L’andamento complessivo dell’occupazione è stato determinato dall’aumento dei dipendenti che sono saliti a quota 1.475.904 unità, con una crescita di 29.433 addetti (+2%), che ha compensato la diminuzione di 3.311 unità degli indipendenti (-3,7%),  scesi a quota 298.084.

I lavoratori dipendenti sono saliti a 1.475.904 unità, con una crescita di 29.433 addetti (+2%), che ha compensato la diminuzione di 3.311 unità degli indipendenti (-3,7%) scesi a quota 298.084.

I dipendenti sono l’83,2% del totale degli addetti, con un incremento di 2,8 punti percentuali in 5 anni.

 

Macrosettori, divisioni e sezioni di attività economica

 

Servizi

La tendenza positiva è stata trainata dal settore dei servizi, dove gli addetti sono aumentati di 18.743 unità (+1,8%) e sono giunti a 1.048.475.

Lieve aumento dell’occupazione nel commercio (+1.363 addetti, +0,5%), con una occupazione media di 281.220, ancora al di sotto del livello precedente la pandemia. A fronte dell’aumento dei dipendenti (+3.353 unità, +1,7%) sono diminuiti gli indipendenti (-2,5%, -1.991 unità). Il contributo positivo sostanziale all’andamento dell’occupazione nel commercio è venuto dal commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motoveicoli (+1.269 addetti, +3,4%), mentre sono lievemente aumentati gli addetti dell’ingrosso (+390 addetti, +0,4%) e si sono lievissimamente ridotti quelli operanti nel commercio al dettaglio (-296 addetti, -0,2%).

Sono cresciuti gli addetti negli altri servizi diversi dal commercio, saliti oltre quota 767 mila con un aumento di 17.381 unità (+2,3%), nonostante un rallentamento del ritmo di crescita negli ultimi sei mesi dell’anno. Di gran lunga, la crescita degli addetti più consistente si è avuta nelle attività operanti nei servizi di alloggio e ristorazione, trainata dal boom del turismo, con un incremento di 8.800 unità (+5,3%), che ha portato l’occupazione a quasi 175 mila unità. I  dipendenti sono aumentati di 9.134 (+6,8%), tendenza positiva che ha interessato sia i servizi di alloggio (+2.424 unità, +7,%), sia i servizi di ristorazione (+6.376 unità, +4,8%).

Notevole recupero dell’occupazione nelle attività di trasporto e magazzinaggio (+3.023 unità, +3%), che è risalita a poco più di 105.200 persone, dopo la contrazione subita nel 2023.

L’occupazione è cresciuta  anche nella sanità e assistenza sociale (+1.954 unità, +3%) nel quale sono state occupate 66.665 persone.

Notevole accelerazione degli occupati nel complesso delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+1.798 addetti, +3,4%) che è andata oltre quota 53.200 e  nei servizi di informazione e comunicazione (+1.596 addetti, +3,3%) e che li ha portati a oltre 50.000.

Fra questi andamenti positivi due significative eccezioni. La prima e più consistente è nell’ampio aggregato del noleggio, agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese, dove  l’occupazione è scesa poco al di sotto di quota 152 mila con una flessione dell’1,3%, perdendo 2.051 addetti. L’altra eccezione è nelle attività finanziarie e assicurative (-618 unità, -1,1%), dopo il rapido incremento del 2023.

 

Costruzioni

Nel 2024 è proseguita la crescita dell’occupazione nel settore delle costruzioni (+2.851 unità, +2%), che ha portato gli addetti del settore a quota 142.320 e che ha accelerato rispetto all’anno precedente (+1,5%). La crescita è frutto esclusivo dell’incremento dell’occupazione dipendente, salita di 2.871 unità (+3,4%).

 

Industria

Nel 2024 l’occupazione nell’industria è risultata in media pari a 499.589 unità, in crescita (+2.177 addetti, +0,4%),  ma con un certo rallentamento rispetto al 2023, quando era stata del 2%.

L’aumento degli addetti totali dell’industria è derivato totalmente da quella dei dipendenti (+2.965 unità, +0,6%), sensibilmente rallentato rispetto al 2023, e a fronte di una ben più rapida riduzione degli indipendenti (-2,2%, -747 unità).

Nelle sole attività manifatturiere l’occupazione è aumentata con ritmo lievemente inferiore a quello complessivo dell’industria (+0,3%, +1.368 addetti) ed è arrivata a quota 476.218. In particolare, l’incremento dell’occupazione più rilevante lo si è avuto nel più grande settore della meccanica regionale, quello della fabbricazione di macchinari e apparecchiature (+1.997 addetti, +1,9%) che, nonostante un rallentamento della dinamica occupazionale, è giunto a impiegare poco meno di 107 mila persone.

Aumentati rapidamente gli addetti delle attività di fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+647 addetti, +4,1%) giunti a quota 16.406.

Per rilevanza il secondo contributo alla crescita nel manifatturiero è venuto dall’aumento degli addetti nella fabbricazione di autoveicoli e rimorchi e semirimorchi (+531 addetti, +2,8%), a cui si è affiancata la crescita dell’occupazione rilevata nella fabbricazione di atri mezzi di trasporto (+383 unità, +5,8%).

In diminuzione gli addetti nella fabbricazione di prodotti in metallo (-791 unità, -1%) che è venuta dopo due anni di crescita e che ha ricondotto l’occupazione del settore poco sotto quota 81.400. Si tratta del settore della subfornitura meccanica regionale, che è caratterizzato da una forte presenza di piccole e medie imprese e da forti oscillazioni dell’occupazione strettamente connesse all’andamento della congiuntura. Analoga riduzione dell’occupazione nelle industrie della moda  (-724 addetti, -2,4%), settore nel quale gli addetti ora sono meno di 29.500.  L’andamento è stato determinato dal calo nelle confezioni (-340 addetti, -1,8%) e nella pelletteria (-305 addetti, -5,4%), mentre l’occupazione nelle industrie tessili è diminuita meno (-1,3%).

In flessione anche l’occupazione nelle industrie alimentari (-246 unità, -0,4%) e nelle industrie della ceramica, laterizi e vetro (-208 addetti, -0,8%).

 

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Nella media del 2024 gli addetti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono aumentati sensibilmente (+2,9%, +2.351 unità) e sono risultati 83.604. L’andamento è derivato dal deciso incremento dei  dipendenti (+3.221 unità, +6,2%), mentre si è accentuata la storica tendenza negativa degli indipendenti (-870 unità, -3%).

 

L’evoluzione della struttura occupazionale per macrosettori

Il 43% degli addetti in Emilia-Romagna è occupato nei servizi diversi dal commercio. Il peso dell’occupazione nelle costruzioni si è confermato all’8%. La quota degli addetti dell’agricoltura lo scorso anno è risalita al 4,7%.

Il ruolo occupazionale di tutti gli altri macrosettori è diminuito nell’ultimo quinquennio. Quello dell’industria si è ridotto sensibilmente scendendo al 28,2%. La quota dell’occupazione nel commercio è stabilmente diminuita fino a scendere al 15,9%.