
All’opera per realizzare rialzi e ringrossi degli argini, con tre squadre distinte, così da poter sfruttare pienamente la stagione estiva. Proseguono i lavori per l’adeguamento della cassa di espansione del fiume Secchia, al confine tra le province di Modena e Reggio Emilia. Un progetto, in capo ad AIPo (l’Agenzia Interregionale per il fiume Po), articolato in quattro lotti, che prevede interventi per un totale di 65 milioni di euro, di cui 27 finanziati con fondi Pnrr-Next Generation Eu. L’obiettivo è aumentarne il volume per accrescere la capacità di laminazione, cioè di contenimento dell’acqua in caso di piena del fiume e, quindi, permettere il transito a valle delle acque in maggior sicurezza.
I lavori in corso sono stati oggetto di un sopralluogo questa mattina del presidente della Regione, Michele de Pascale. Presenti la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, il presidente della Provincia di Modena, Fabio Braglia, il presidente di AIPo e assessore all’Ambiente, Clima, Protezione civile, Dissesto idrogeologico della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, e il direttore Gianluca Zanichelli. Oltre ai sindaci dei tre comuni coinvolti: Massimo Mezzetti (Modena), Daniela Tebasti (Campogalliano) ed Emanuele Cavallaro (Rubiera).
“Oggi abbiamo fatto un sopralluogo per monitorare l’avanzamento dei cantieri e anche le prospettive, naturalmente, qui sul Secchia, fra Campogalliano e Rubiera- ha commentato de Pascale-. Un intervento sulla cassa di espansione molto importante, insieme ad altri che devono essere realizzati e che sono fondamentali per la protezione di tutta la pianura. Qui nel ’23 e nel ’24 il sistema ha tenuto, tutto sommato, ma è evidente che gli eventi di pioggia vissuti in questa parte della regione sono stati di portata inferiore rispetto a quelli che hanno colpito il bolognese e la Romagna. È quindi assolutamente essenziale- ha proseguito il presidente- aumentare il livello di tenuta di opere come questa, che hanno avuto una storia molto importante a partire dagli anni Settanta ma che poi, nel tempo, hanno diminuito la loro capacità, che ora va ripristinata, anzi, aumentata. È fondamentale, dunque- ha concluso de Pascale-, adeguare in tutta la regione le infrastrutture per la sicurezza territoriale”.
“Il carattere strategico di quest’intervento- ha spiegato Braglia, presidente della Provincia di Modena- sta nel fatto che si inserisce nel piano di interventi di controllo e messa in sicurezza del reticolo idrografico modenese. Per questo ringrazio AIPo e Regione Emilia-Romagna, oltre a quanti stanno operando per la difesa del nostro territorio in una fase di grandi mutamenti climatici, sui quali occorre agire con azioni sistemiche e programmate, superando la logica emergenziale a favore di una programmazione strutturata e condivisa”.
“Si tratta di un’opera idraulica estremamente importante per la sicurezza del territorio modenese, che permetterà di aumentare il grado di protezione di tale territorio così da rispondere da subito anche ad eventi con un tempo di ritorno cinquantenario e, in prospettiva, a quello bicentenario, una volta che saranno completate le varie opere previste dalla pianificazione di bacino- ha commentato Bottacin, presidente di AIPo-. Quello della cassa di espansione sul fiume Secchia è un esempio luminoso, ma sono anche tanti altri i lavori che sta seguendo AIPo e che hanno come principale obiettivo rendere maggiormente sicuri i territori bagnati dal fiume Po”.

L’adeguamento della cassa di espansione del Secchia
Tre lotti, più un quarto aggiuntivo a scopi irrigui. Il progetto di adeguamento della cassa di espansione (costruita in origine negli anni Settanta) elaborato da AIPo è stato così suddiviso, e ha più obiettivi: il recupero dei volumi di invaso, la modifica dei manufatti di regolazione e l’inserimento di paratoie regolabili, l’innalzamento e il conseguente allargamento degli argini, la realizzazione di un’ulteriore cassa laterale in aree del territorio del comune di Rubiera. Sottoposto a due procedure di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), l’intervento della cassa ha ricevuto la condivisione di tutti i soggetti interessati (enti locali, Parco del Secchia, e così dicendo). Per aumentare il volume di invaso e realizzare l’ampliamento degli argini, è necessario il prelievo del materiale terroso e, quindi, rimuovere la vegetazione presente: quest’operazione è accompagnata da un importante intervento di compensazione ambientale mediante un’ampia ripiantumazione, sia su aree demaniali che su altre attraverso mediante espropri. È prevista, inoltre, la creazione di nuove zone umide; in totale, l’ampliamento delle zone protette è di quasi 200 ettari.
Nel dettaglio, il primo lotto dei lavori (importo di 30 milioni di euro) consiste nell’adeguamento delle opere di sbarramento e nelle modifiche strutturali, sia per il manufatto principale che per quello di alimentazione della cassa laterale. Il progetto esecutivo è completato, è in corso un aggiornamento per via delle prescrizioni indicate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (febbraio 2025).
Il secondo lotto riguarda l’adeguamento in quota e la sagoma degli argini perimetrali: i lavori sono in corso, il termine è previsto nella prima parte del 2026. Questa parte di interventi è finanziata con risorse dal Pnrr – NextGenerationEU, per un importo complessivo di 25 milioni di euro. Si sta lavorando alla realizzazione di uno svaso delle aree a monte del manufatto di sbarramento e al recupero del materiale per la costruzione degli argini: per queste parti è stata necessaria la bonifica da ordigni bellici. Con il materiale recuperato, sono stati avviati contemporaneamente i lavori di rialzo e ringrosso delle arginature e quelli di diaframmatura per il contrasto ai moti di filtrazione, nel caso in cui l’invaso di riempia. Per gli interventi è stato predisposto un piano di monitoraggio ambientale ante-operam e, successivamente, è stato affidato il piano di monitoraggio in corso d’opera.
Il terzo lotto dei lavori (importo 8 milioni di euro) vedrà la realizzazione di nuovo comparto per l’accumulo delle acque di piena: il progetto esecutivo è già stato sviluppato, la gara d’appalto è prevista entro il primo semestre del 2026.
Il quarto lotto, infine, aggiuntivo e collegato al secondo per via dell’assegnazione di un finanziamento del Pnrr, è particolarmente innovativo: prevede infatti l’adeguamento della cassa anche ai fini dell’uso irriguo, permettendo di conservare e trasferire, in caso di scarsità d’acqua, fino a 1 milione di metri cubi destinati all’agricoltura. Tutto questo tramite i canali di bonifica del Consorzio dell’Emilia Centrale. I lavori, per un importo totale di 2 milioni di euro, sono stati appaltati; l’ultimazione è prevista entro giugno 2026.