A poche settimane dall’avvio dell’anno scolastico, il sistema delle nomine scolastiche a Reggio Emilia si presenta in uno stato critico. Nomine attribuite e poi revocate, griglie errate, organici insufficienti e graduatorie sature: è la fotografia di un meccanismo sempre più distante dai principi di equità e buon andamento.
NOMINE PUBBLICATE E RITIRATE
“Siamo di fronte a una gestione frettolosa – commenta Ciro Fiore, segretario generale aggiunto della CISL Scuola Emilia Centrale –. Le nomine vengono pubblicate e, nel giro di pochi giorni, ritirate. Il tutto senza chiarezza né trasparenza”.
Numerosi i docenti che si sono visti assegnare un incarico e poi privati dello stesso per errori nei punteggi o nelle classifiche. In diversi casi, anche riserve inizialmente riconosciute sono state annullate, alimentando speranze poi strappate in pochi giorni.
“Il lavoratore – aggiunge Fiore – deve ricorrere al tribunale per ottenere chiarezza. Un paradosso: chi sbaglia è l’amministrazione, ma chi vuole trasparenza deve rivolgersi ai giudici. E intanto tutto resta sospeso: incarichi, aspettative, progetti di vita”.
606 ATA IN GRADUATORIA
Grave anche la situazione del personale ATA. Nel profilo dei collaboratori scolastici, sono 606 gli aspiranti in graduatoria permanente a fronte di un centinaio di incarichi. Un dato che riflette il disallineamento tra fabbisogno reale e risposte amministrative.
“Le scuole – riferisce Fiore – inoltrano richieste di organico aggiuntivo, spesso come vere e proprie suppliche all’Ufficio scolastico provinciale, affinché si tengano in conto le esigenze di sorveglianza, sicurezza e funzionamento”.
MANCANO I DIRIGENTI
Si aggiunge la carenza di figure apicali: oltre metà delle scuole reggiane è priva di un Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi e proseguono le reggenze dirigenziali, a causa di concorsi ancora da concludere.
“Come se la scuola potesse aspettare – osserva Fiore –. Si ragiona per emergenze continue, ma le scuole restano senza guida e con carichi amministrativi insostenibili”.
PRECARIETA’ E GRADUATORIE CHE SALTANO
La precarietà, ormai strutturale, si riflette sul piano didattico: le graduatorie scorrono nel disordine, le nomine saltano, la continuità si compromette.
“La scuola pubblica – sottolinea Fiore – va avanti grazie a lavoratori che resistono. Ma siamo oltre il tollerabile. Le istituzioni disattendono il rispetto dovuto a chi tiene in piedi il servizio scolastico”.
LE PERSONE NON SI SPOSTANO CON UN CLIC
“Chi entra in classe dopo settimane di incertezza e umiliazione porta con sé frustrazione, che inevitabilmente si riflette sugli studenti. Un Ministero che si definisce ‘del Merito’ dovrebbe per primo garantire correttezza e trasparenza. Di meritorio, in questa gestione, non c’è nulla. L’amministrazione deve smettere di trattare il personale come pedine intercambiabili di un gioco – chiosa Fiore –. Le persone non si spostano con un clic. Ognuno porta con sé una storia e una competenza. È tempo di abbandonare la logica impersonale della gestione d’emergenza e restituire rispetto a chi fa vivere la scuola pubblica”.