I tagli decisi, a fine giugno, dal Governo Meloni al Fondo per i minori stranieri non accompagnati rischiano di costare oltre 300mila euro agli otto Comuni dell’Unione Terre di Castelli. Per questa ragione, i responsabili della Struttura Welfare Locale e del Servizio Finanziario dell’Ente hanno scritto con urgenza alla Prefettura di Modena, e per conoscenza all’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e alla Regione Emilia-Romagna, rappresentando la grande preoccupazione che questa decisione non solo unilaterale, ma anche retroattiva, rischia di avere sugli equilibri di bilancio degli Enti locali.

Si tratta di una situazione che sta creando grande allarme in tutti i Comuni italiani. Il Fondo per i minori stranieri non accompagnati (Msna) fu istituito nel 2012, dal 2015 è gestito dal Ministero dell’Interno e contribuisce a coprire le spese sostenute dagli Enti locali per l’accoglienza dei minori, arrivati nel nostro Paese senza parenti, in strutture dedicate. Gli Enti locali anticipano tutte le spese e poi aspettano il rimborso dallo Stato. Siccome le richieste sono ora superiori alle risorse disponibili del Fondo, il Governo ha deciso, con una circolare, di erogare solo una minima parte dei contributi richiesti, tra l’altro, in maniera retroattiva a partire dal secondo semestre del 2023.

Per gli otto Comuni dell’Unione Terre di Castelli (Castelnuovo, Castelvetro, Guiglia, Marano s/P, Savignano s/P, Spilamberto, Vignola e Zocca) le conseguenze di questa decisione sono particolarmente critiche. Tra il secondo semestre 2023 e il primo semestre 2025, l’Ente locale ha già sborsato 375.694 euro. Ad ora, dallo Stato sono arrivati poco più di 66mila euro. Ne mancano all’appello ancora 309.692, una cifra importante che, sicuramente, le casse dei Comuni di piccole e medie dimensioni non possono accollarsi.

“Esiste un principio di leale collaborazione tra i diversi livelli di governo interessati alla soluzione di ogni problema a cui tutto il sistema deve tenere fede – conferma il presidente dell’Unione Terre di Castelli Iacopo Lagazzi, a nome di tutti i colleghi sindaci dell’Unione – Il Governo non può decidere, dall’oggi al domani, di scaricare sui Comuni le conseguenze di fenomeno, quello dell’aumento dei flussi in arrivo nel nostro Paese a partire dal 2023, che l’Anci aveva già comunque segnalato. Noi, come Enti locali, abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo erogato un servizio, abbiamo anticipato e rendicontato le spese, sulla base di accordi chiari che prevedevano, appunto, il rimborso di quanto già pagato. Adesso, il Governo non può rimangiarsi la parola data e mettere noi in difficoltà. Già le risorse comunali sono scarse, così davvero si rischia di mettere in crisi altri servizi per i cittadini”.

Nella missiva, l’Unione Terre di Castelli chiede quindi al Ministero di garantire la totale copertura dei costi sostenuti, quindi delle risorse richieste per gli anni 2023, 2024 e anche 2025. In mancanza di un riscontro sugli incassi, l’Ente locale dovrà agire per la tutela delle ragioni di credito vantate nei confronti del Ministero e per una corretta gestione delle risorse finanziarie proprie.