Invertire lo sguardo, guardando al territorio “marginale” per scoprire che esso non è parte residuale, ma anzi il terreno decisivo per vincere le sfide dei prossimi decenni: non solo – guardando alle aree montuose – come potenziale rifugio climatico, ma pure per andare incontro a bisogni emergenti, come quelli di un’esperienza di vita che privilegi ritmi più lenti, una dimensione comunitaria, un senso che equipari la realizzazione personale a quella professionale. Non si tratta solo di suggestione “romantica”.

I dati del Rapporto Montagne 2025 di Uncem parlano infatti di territori che già oggi mostrano il loro potenziale attrattivo, e dell’esistenza di comunità resilienti che in essi trovano lo spazio da cui far partire nuove esperienze di vita, innovazione e sostenibilità, e l’Appennino bolognese, numeri alla mano, è prova di questa piccola ma tenace inversione di tendenza.

Se ne discuterà lunedì 8 settembre alle 10.30 a Monte San Pietro (Abbazia della Badia, via Mongiorgio, 6) nell’incontro “Appennino bolognese. Una riflessione sul futuro a partire dal Rapporto Montagne Italia 2025”, che vedrà riunite istituzioni, imprese, associazioni in un momento di lavoro e di confronto sul futuro dell’Appennino.

Ad aprire i lavori saranno il sindaco metropolitano Matteo Lepore assieme alla sindaca di Monte San Pietro Monica Cinti: tra i relatori il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone, Davide Baruffi, assessore alla Montagna e aree interne Regione Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri, Presidente dell’Assemblea legislativa regionale, l’economista territoriale Giampiero Lupatelli di CAIRE, coautore del primo capitolo del Rapporto, e Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, a supporto del Sindaco metropolitano per le Politiche per l’Appennino bolognese.