Ammonta, annualmente, a quasi nove milioni di euro l’investimento del Comune di Modena per garantire pari opportunità e inclusione agli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali (Bes), a fronte di un numero sempre più crescente di alunni certificati e limitate risorse provenienti dal Governo.
E in questo contesto di impegno prioritario su inclusione e benessere di bimbi e famiglie, l’Amministrazione comunale rilancia, stanziando oltre 230mila euro, anche il progetto dei tutor nelle scuole superiori per potenziare, con la qualificazione di questo servizio tramite il coinvolgimento di Unimore, l’integrazione scolastica e sociale degli studenti con disabilità.
Lo ha spiegato in Consiglio comunale l’assessora alle Politiche educative Federica Venturelli, rispondendo, nella seduta di lunedì 22 settembre del Consiglio comunale di Modena, all’interrogazione di Grazia Baracchi (Spazio democratico) incentrata proprio sul progetto tutor, istituito e regolamentato nell’Accordo di programma provinciale nel 2017. In particolare, l’istanza chiedeva quali fossero le motivazioni di revisione del progetto da parte dell’Amministrazione; quali le innovazioni; se si intendesse mantenere o ampliare questa figura e quali fossero le risorse economiche stanziate per il progetto.
In premessa, Venturelli ha specificato che, da anni, è “priorità assoluta” del Comune di Modena garantire l’inclusione di bambine e bambini con disabilità, come attestano, per esempio, l’attivazione dell’educatore di comunità nei centri estivi (favorendo attività più inclusive e l’aumento di opportunità e di frequenza settimanale) e i quasi nove milioni che ogni anno il Comune investe sul sostegno di bambini con disabilità: “I numeri non sono solo numeri – ha precisato l’assessora – ma danno l’idea di una visione, di scelte e investimento politico a sostegno delle fragilità. Direzione che vogliamo continuare, perché siamo convinti che la civiltà di una città non si misuri solo in conti economici, ma soprattutto dalla capacità di non lasciare indietro nessuno”.
Venturelli ha quindi chiarito che il Comune di Modena è stato promotore di una serie di incontri con la Provincia per aggiornare, migliorare e potenziare l’Accordo di programma approvato nel 2012 che, secondo normativa, prevede l’intervento di enti locali, organi scolastici e unità sanitarie locali per garantire l’integrazione scolastica, soprattutto attraverso il lavoro svolto da educatori socio assistenziali (Pea), nell’ambito di ogni singolo plesso scolastico, dai nidi alle scuole secondarie di secondo grado. Un impegno che non riguarda solo studenti con disabilità, ma che interviene anche nei confronti di minori con Bisogni educativi speciali.
A questo proposito, l’assessora si è soffermata sul crescente numero di alunni certificati, che nei soli ultimi quattro anni scolastici ha raggiunto un aumento del 21.45 per cento, mentre le ore settimanali di educatori assegnate sono cresciute del 17.58 per cento. Parallelamente, anche il sostegno agli studenti con bisogni educativi speciali è aumentato del 54.71 per cento. Complessivamente, quindi, le ore settimanali di supporto educativo dedicate a queste categorie sono aumentate di circa il 25 per cento, con un impegno economico in crescita del 42.29 per cento rispetto al 2020-2021, passando da poco più di sei milioni a quasi 8,8 milioni di euro.
L’aumento di alunni certificati, ha spiegato Venturelli, è una tendenza che riguarda non solo Modena, ma tutto il Paese, “in risposta alla quale vogliamo ampliare e migliorare i servizi, ma è evidente che sarà sempre più necessario che il Governo rafforzi il sostegno agli Enti locali, in quanto il costo del servizio di integrazione scolastica è quasi interamente a capo delle Amministrazioni comunali. I trasferimenti statali, introdotti solo a partire dal 2022 – ha puntualizzato Venturelli – coprono, infatti, circa il 10 per cento della spesa”.
L’assessora ha quindi ribadito che “per il Comune di Modena la scelta dei tagli non è una via ammissibile, e come Amministrazione non accetteremo che venga ridotta anche solo di un’ora il tempo assegnato agli educatori per bambini con disabilità”. Per questo motivo, Venturelli ha annunciato che il Comune di Modena sarà promotore di un’importante azione politica, tramite l’Anci, nei confronti di Stato e Regione per rendere più sostenibile la spesa per i Comuni.
In questo scenario, per Venturelli il progetto tutor (figura che non può svolgere funzioni sostitutive del personale statale o comunale) rappresenta un elemento di eccellenza e innovazione, rivolto agli studenti con disabilità delle scuole secondarie di secondo grado, con l’obiettivo di favorire l’integrazione scolastica e sociale, con particolare attenzione all’acquisizione di autonomie personali. Dopo oltre 13 anni dall’ultimo accordo provinciale, e considerata la delicatezza del ruolo, il progetto, ha puntualizzato l’assessora, è stato oggetto di una accurata revisione, finalizzata a superare alcune criticità emerse, riguardanti la limitata formazione dei ragazzi coinvolti (di norma è il dirigente che sceglie tra ex studenti o neolaureati in attesa di occupazione) e scarsa attivazione negli istituti (che preferiscono ore di Pea o un’attivazione impropria del servizio).
Entrando dunque nel merito dei quesiti, Venturelli ha puntualizzato che obiettivo del Comune è di rilanciare, e non dismettere, questa attività, stanziando oltre 230mila euro per il finanziamento del servizio e introducendo importanti innovazioni, peraltro già condivise con gli istituti secondari superiori della città e con i referenti di alcune scuole (Guarini, Venturi, Spallanzani, Fermi, Barozzi) per avviare un confronto sul tema.
In particolare, il nuovo modello prevede una campagna di comunicazione per reclutare tutor motivati e preparati, affiancati da percorsi formativi specifici, anche con il coinvolgimento dell’Università di Modena e Reggio Emilia per integrare la loro formazione con riconoscimenti formali, come tirocini o crediti formativi universitari, valorizzando così il ruolo di peer education. Nello specifico, in linea con le possibilità previste dall’Accordo di programma provinciale, è in corso di valutazione il coinvolgimento di alcuni dipartimenti di Unimore (come Scienze dell’educazione e Psicologia), per consentire, tramite corsi mirati, un’adeguata formazione sul campo dell’educazione ai futuri tutor. Queste figure, scelte sempre dagli istituti scolastici, tra ex studenti, universitari o neolaureati, continueranno quindi a svolgere una funzione di supporto, senza sostituirsi al personale educativo e scolastico, ma con un ruolo più qualificato e professionalizzante. Sarà poi l’Amministrazione comunale a valutare i progetti e la messa a disposizione di risorse (le medesime già investite negli ultimi anni), mantenendo modalità flessibili di attivazione e gestione del servizio, in sinergia con scuole e famiglie, in un’ottica di co-progettazione.
“L’obiettivo prioritario del Comune – ha dichiarato l’assessora – è qualificare al meglio il servizio, perché quando si parla di fragilità l’approccio deve essere sempre quello di mettersi in discussione, e trovare soluzioni innovative e migliori per garantire il benessere dei ragazzi e delle loro famiglie”.
Infine, Venturelli si è soffermata sul nuovo modello organizzativo per gli educatori socioassistenziali (Pea) che, al di là dei casi più gravi di disabilità, in cui rimane il rapporto uno a uno, non saranno più assegnati individualmente ai singoli alunni, ma dedicati a gruppi di studenti, per evitare l’isolamento e favorire l’inclusione all’interno del gruppo classe, migliorando la continuità e stabilità del servizio e rispondere alle richieste di famiglie e scuole, come dimostrato dal positivo riscontro ottenuto durante i centri estivi inclusivi.