immagine: Facebook – Comune di Bologna

Nella giornata di oggi il Tribunale di Bologna in composizione collegiale si è pronunciato in merito al reclamo presentato dal Comune di Bologna, e con separato reclamo dalla Regione Emilia-Romagna, all’ordinanza dello scorso 9 luglio, emesso a seguito di azione promossa da alcuni residenti di via Zoccoli, per i danni eventualmente derivanti dal torrente Ravone.
Nella decisione emessa oggi, a scioglimento della riserva assunta lo scorso 17 settembre, il Tribunale ha riconosciuto le ragioni del Comune di Bologna, accogliendo il reclamo e indicando la competenza del Tribunale Regionale delle Acque pubbliche di Firenze – presso il quale la causa potrà essere eventualmente riassunta – e revocando l’ordinanza dello scorso 9 luglio che imponeva ai due Enti di prestare apposita garanzia.

Nel constatare la propria incompetenza per materia e il conseguente accoglimento del reclamo, il collegio ha motivato il provvedimento che “la competenza del giudice specializzato trova giustificazione proprio per la presenza di apprezzamenti circa la deliberazione, la progettazione, l’attuazione e la conservazione di opere idrauliche risultato di retrostanti scelte della p.a. diretta alla tutela di interessi generali correlati al regime delle acque pubbliche, sicché la domanda di risarcimento dei danni fondata sulla [eventuale, n.d.r.] mancata deliberazione e attuazione delle necessarie opere di manutenzione spetta alla cognizione del Tribunale Regionale delle Acque pubbliche competente per territorio”.

Inoltre il Tribunale ha sottolineato come “non vi siano ragioni per distinguere i vari segmenti del torrente Ravone. Proprio la natura complessa ed interdipendente dei flussi d’acqua renderebbe artificiosa una distinzione fra parti del torrente stesso”.
Non vi sarà, pertanto, alcuna cauzione o fideiussione da predisporre da parte del Comune di Bologna e/o della Regione Emilia-Romagna, così come non potranno avere corso le paventante azioni di pignoramento annunciate nelle scorse settimane.