“Da gennaio di quest’anno ho concordato con la Polizia locale controlli specifici nell’area di via Badia, via Carteria e Sant’Eufemia allo scopo di accertare comportamenti disturbanti e cercare di ridurre, e poi azzerare, le criticità che mi sono state segnalate”.
Lo ha spiegato l’assessora a Sicurezza urbana integrata, Polizia locale e Coesione sociale Alessandra Camporota rispondendo a un’interrogazione sul tema “Degrado in via Badia, via Carteria e via Sant’Eufemia” presentata nei giorni scorsi in Consiglio comunale da Paolo Barani, consigliere di Fratelli d’Italia. Il consigliere chiedeva conto di quali misure e iniziative intendesse adottare l’assessorato per “porre rimedio alla situazione di degrado e pericolo nell’area, in ragione delle conclamate criticità segnalate”.
“Sono 87 i controlli effettuati nel periodo primaverile, monitoraggi che hanno consentito di mappare le presenze disturbanti e dissuaderle dall’assumere condotte illecite – ha continuato l’assessora Camporota -. Nel periodo estivo, in considerazione del fatto che tali problematiche sono solite accentuarsi, sono stati eseguiti ulteriori 57 controlli nell’area, riscontrando in sette occasioni la presenza di persone sulle panchine non intente al consumo di alcol o al bivacco. In una occasione si è proceduto alla richiesta di intervento dei sanitari e al trasporto in ospedale per un caso di ubriachezza. L’intensificazione dei controlli ha portato ad una sensibile diminuzione dei fenomeni di bivacco in via Sant’Eufemia. La Polizia locale ha effettuato controlli anche in abiti civili e il Nucleo Problematiche del territorio, solo nell’ultimo mese di agosto, ha effettuato cinque controlli con stazionamento che hanno portato all’identificazione di 14 persone con condotte scorrette, a due sanzioni per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale, una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale, una per danneggiamento, una per inosservanza delle norme sugli stranieri e un’altra per detenzione di oggetti pericolosi”.
Al centro dell’interrogazione la questione della presenza degli arredi urbani (le panchine) in via Sant’Eufemia che, secondo Barani, diventano luogo di degrado e stazionamento di personaggi disturbanti. “Gli arredi urbani nell’area – ha detto Camporota – hanno visto alternarsi periodi di presenza e di assenza di presenze disturbanti. Tuttavia, gli ultimi accertamenti non hanno mostrato criticità particolari o frequenti collegate a comportamenti molesti di persone presenti sulle panchine. La rimozione delle panchine, come tutte le pratiche di ‘architettura ostile’, non costituisce in alcun modo una risposta efficace: sarebbe una misura che colpirebbe indiscriminatamente anche cittadini anziani, famiglie e frequentatori del centro storico che hanno diritto a usufruire dello spazio pubblico, finendo così per impoverirne la vivibilità complessiva senza incidere realmente sulle cause del degrado. In questo senso, ritenere che la presenza delle panchine sia di per sé causa del degrado significa confondere l’arredo urbano con le dinamiche sociali che lo attraversano: le panchine sono uno strumento di vivibilità, non un problema da rimuovere”, ha concluso l’assessora Camporota.
IL DIBATTITO IN AULA
Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione dell’interrogazione di Paolo Barani (Fratelli d’Italia) in interpellanza
L’interrogazione di Paolo Barani (Fratelli d’Italia) sulle misure da adottare per “porre rimedio alla situazione di degrado e pericolo nell’area di via Badia, via Carteria e Sant’Eufemia”, a cui ha risposto l’assessora a Sicurezza urbana integrata, Polizia locale e Coesione sociale Alessandra Camporota, è stata trasformata in interpellanza, generando un dibattito aperto da Laura Ferrari (Avs) che ha sottolineato come il tema del degrado negli spazi pubblici non possa essere ricondotto unicamente agli arredi urbani: “Il disagio sociale per noi si combatte non togliendo ma aggiungendo attività, negozi, luci, persone”. Ha quindi invitato a non limitarsi ai controlli, ma a promuovere (“anche attraverso una profonda rigenerazione urbana degli spazi”) un approccio integrato che unisca sicurezza e politiche sociali, offrendo alternative dignitose a chi vive in situazioni di marginalità.
Luca Negrini (Fratelli d’Italia) ha chiarito che l’obiettivo non deve essere chiudere parchi o rimuovere panchine, ma garantire una fruizione degli spazi pubblici nel rispetto delle regole. Ha riconosciuto l’impegno quotidiano della Polizia locale, ma ha chiesto maggiori dotazioni agli agenti per affrontare situazioni critiche (“e su questo l’assessorato sta correndo un rischio”). In particolare, ha sollecitato un intervento chiaro dell’Amministrazione su fenomeni come bivacchi e accattonaggio molesto, e ha parlato dell’impatto positivo dell’ordinanza di chiusura alle 20 dei negozi di vicinato, pur sostenendone il mancato rispetto da parte di alcune attività della zona.
Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha sostenuto che, in passato, la rimozione delle panchine in via Sant’Eufemia aveva contribuito a risolvere i problemi nell’area, argomentando che tali arredi dovrebbero essere collocati nelle aree di passaggio, “mentre nei punti più isolati rischiano di diventare ritrovo per comportamenti problematici, con ricadute su residenti, studenti e turisti”. Il consigliere ha poi proposto di affiancare ai controlli sul territorio un lavoro educativo con le famiglie, “affinché siano consapevoli delle condotte dei propri figli, evitando che siano al centro di azioni negative”.
Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha criticato l’approccio dell’Amministrazione che sceglie, a suo dire, “la strada più semplice con la rimozione delle panchine”. Ha ribadito, invece, che i cittadini hanno diritto a usufruire degli spazi pubblici, ma ha segnalato la presenza di persone che ne fanno un uso improprio, con episodi che si verificano in più zone della città. A suo avviso, “la soluzione non è togliere le panchine, ma rafforzare i presidi sul territorio” e incoraggiare le segnalazioni alla Polizia locale per contrastare comportamenti molesti.
In replica, Paolo Barani ha espresso insoddisfazione per la risposta ricevuta, sostenendo che la rimozione delle panchine, pur essendo una soluzione, “non è risolutiva così come gli interventi adottati dall’Amministrazione”. Ha quindi citato l’esempio del divieto assoluto di vendita di alcol in una città toscana (“con una ordinanza più restrittiva rispetto alla nostra”), auspicando anche a Modena misure più incisive:“I cittadini meritano risposte concrete – ha concluso – e in tempi più rapidi”.
In replica, l’assessora Camporota ha ribadito l’attenzione dell’Amministrazione verso una zona centrale e delicata della città, ricordando gli incontri avuti con residenti e commercianti, e sottolineando che “le panchine devono restare un bene fruibile da tutti i cittadini”. Ha auspicato quindi un confronto più ampio in Consiglio anche sulle politiche sociali legate alle marginalità, e sulle progettualità già attivate a Modena. Ha infine ricordato l’introduzione nell’area di street tutor e di interventi di sostegno al commercio: “I luoghi più si popolano e meno sono soggetti a degrado”.