
(DIRE) – “Dieci missioni per il futuro di Bologna, al 2050, da condividere con la Regione Emilia-Romagna, con tutti i Comuni e con tutti gli attori privati e pubblici del territorio, insieme ai cittadini”, afferma in conferenza stampa il primo cittadino Matteo Lepore, che oggi ha presentato le linee fondamentali del documento alla Conferenza metropolitana dei sindaci.
“Dobbiamo ragionare oltre i cantieri, oltre il tram che stiamo già realizzando- continua Lepore- e oltre le infrastrutture di cui abbiamo parlato per tanto tempo e che stiamo appunto realizzando, come il Nodo di Rastignano. E spero presto anche oltre l’accordo sul Passante e l’avvio dei suoi cantieri”.
Tramite la discussione del Piano “vogliamo ragionare insieme, anche fra aree politiche che la pensano in modo diverso- è il messaggio lanciato dal sindaco- per dare un futuro a Bologna”.
L’iter avviato oggi prevede, come prossime tappe, un incontro con i portatori di interesse il 24 ottobre e poi il 12 dicembre un evento di presentazione pubblica del Piano. L’obiettivo è avere una bozza per la prossima estate, così da siglare il documento alla fine del 2026: “Sarà uno sforzo molto importante per dire che Bologna vuole andare oltre i cantieri, che Bologna è la città da un milione di abitanti e non solo il capoluogo e che anche i sacrifici di questi anni- dichiara il sindaco- sono serviti per essere una città più forte e affrontare quello che sta succedendo nel mondo senza lasciare indietro nessuno, sapendo che le più forti disuguaglianza del nostro tempo sono quelle territoriali”.
Queste dunque le premesse su cui si fonda l’elaborazione del nuovo Piano strategico metropolitano, il terzo per Bologna.
I primi due Piani risalgono al 2013 e al 2018, ricorda Lepore, sottolineando che si collocano lì alcune delle scelte che hanno disegnato lo sviluppo recente del territorio: dal Fondo perequativo al Tecnopolo, passando per le politiche sull’Appennino. Senza omettere, con questo, che nei precedenti Piani rientrano “anche progetti come Fico. E nel fare un’analisi di come sono andate le cose- promette Lepore- guarderemo sia i progetti che hanno avuto successo sia quelli che purtroppo non hanno raggiunto un risultato positivo. Se guardiamo al Tecnopolo possiamo dire che è un grande successo, se guardiamo a Fico non è andata allo stesso modo”.
E ora, ragionando al 2050, “a differenza dei precendenti Piani- segnala il sindaco- vogliamo che le dieci missioni siano delle scelte. Dieci priorità attorno a cui chiamare un confronto per scegeliere le vocazioni di Bologna per il futuro e poi lavorare ad un’alleanza territoriale”. Ecco dunque le dieci missioni: “Bologna nel mondo che cambia: leggere le transizioni globali per orientare il futuro metropolitano”; “Muoversi insieme: la mobilità come diritto e progetto per il futuro”; “Abitare Bologna: il diritto alla casa come nuova infrastruttura sociale”; “Lavoro, conoscenza e nuova economia”; “Clima e territorio: sicurezza e protezione della comunità”; “La salute dei cittadini e delle cittadine per un nuovo modello sociale, socio-sanitario e sanitario territoriale”; “Le nuove generazioni, la sfida educativa e le opportunità”; “Le società partecipate per una strategia industriale del territorio”; “Nuove sfide per i territori: strategie per la Pianura, l’Appennino e il centro storico di Bologna”; “Riformare le istituzioni locali per renderle più forti e vicine”. Due temi trasversali alle missioni saranno cultura e parità di genere.
(Pam/ Dire)