La realizzazione della cassa di laminazione prevista dal Piano di bacino a valle di Imola, il rafforzamento degli argini del corso d’acqua, la creazione di nuove aree di espansione a monte della città.

Questi gli elementi principali della strategia regionale per la mitigazione del rischio idraulico lungo il fiume Santerno, presentata ieri pomeriggio in un’assemblea pubblica a Imola (Bo), nella Sala stampa dell’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari”. La seconda dedicata al Santerno, dopo quella dell’8 ottobre scorso a Sant’Agata.

All’incontro hanno partecipato il presidente della Regione, Michele de Pascale, la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, il sindaco di Imola e presidente del Nuovo Circondario Imolese, Marco Panieri. Presenti anche i tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, rappresentanti della struttura commissariale e dell’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po.

“Dopo l’incontro a Sant’Agata, oggi è la volta di Imola e del suo Circondario: anche qui – ha sottolineato de Pascale – illustriamo una proposta di interventi fondamentali per la messa in sicurezza del territorio, a protezione delle persone, delle imprese, dell’ambiente. Si tratta di interventi non più rinviabili- ha sottolineato il presidente- per cui la Regione è pronta a fare la propria parte e ad anticipare le risorse nazionali. È un impegno che ci siamo presi, in cui crediamo fortemente: contiamo di iniziare entro fine anno la programmazione e di avviare i cantieri già l’anno prossimo”.

“Proseguiamo nel percorso che abbiamo avviato – ha detto Rontini –, un percorso che ci porta ad ascoltare le persone, le loro preoccupazioni e i loro dubbi, a spiegare a che punto siamo, a illustrare il lavoro fatto insieme ai tecnici e ciò che vorremmo fare. Vogliamo rispondere in modo trasparente, concreto, spiegando le difficoltà, le criticità che ci sono. Ma vogliamo rassicurare tutti, su un punto: l’attenzione resta alta, la nostra priorità è la sicurezza delle comunità”.

“Questa assemblea rappresenta un momento importante di confronto e di partecipazione: il percorso che stiamo portando avanti – ha commentato Panieri – nasce dalla consapevolezza che i problemi legati alla sicurezza idraulica sono complessi e richiedono tempo, risorse e responsabilità condivise. Alcuni interventi urgenti sono già stati fatti o avviati. È fondamentale continuare a lavorare insieme – istituzioni, tecnici, cittadini e imprese – per mettere a terra i progetti, trasformare le strategie in opere concrete e garantire al territorio soluzioni durature. L’impegno è quello di affrontare finalmente tutte le criticità, con una visione di lungo periodo e con la capacità di costruire risposte di sistema. Solo così- ha concluso- possiamo rendere più sicuro e resiliente il nostro territorio”.

Nel pomeriggio di ieri, in Regione, a Bologna, si è svolto anche un nuovo confronto tra la sottosegretaria Rontini, il commissario straordinario alla ricostruzione, Fabrizio Curcio, e i sindaci delle zone alluvionate. Un’occasione per fare il punto sulle ultime novità a livello normativo, le prossime ordinanze, le risorse, gli interventi e le prospettive future.

Il progetto del Santerno

Finalizzato a mitigare il rischio idraulico a protezione del territorio e di chi lo abita, riguarda una parte importante della Bassa Romagna. Il bacino idrografico del Santerno, dal Passo della Futa, scende infatti verso valle per attraversare i territori di Imola, Bagnara di Romagna e Sant’Agata sul Santerno, costeggiando diverse frazioni di Lugo e interessando anche aree dei comuni di Conselice e Alfonsine, prima di confluire nel Reno.

La strategia complessiva per la difesa idraulica lungo l’asta del corso d’acqua, delineata anche nel Piano speciale preliminare, prevede diverse tipologie di intervento: l’attuazione delle opere strutturali di laminazione e ulteriori risezionamenti, il miglioramento della stabilità/resistenza del sistema arginale esistente nel tratto di pianura, lo svaso e la riprofilatura delle aree golenali nel tratto arginato tra Imola e il ponte di Villa Pianta (Alfonsine).

Più precisamente, è confermata la cassa di laminazione prevista dal Piano di bacino a valle di Imola; proseguiranno, inoltre, gli interventi di rafforzamento del sistema arginale, sempre a valle, mentre verranno avviati lavori per mantenere e recuperare aree di espansione del Santerno a monte di Imola. Infine, è prevista l’identificazione di aree idonee alla tracimazione controllata, da utilizzare in caso di estrema necessità, caratterizzate da un uso del suolo prevalentemente agricolo.

I lavori ultimati, in corso e in progettazione

Lungo l’asta del Santerno sono già stati ultimati cantieri per 25,2 milioni di euro. Tra i principali, per 6,1 milioni di euro, quelli dedicati al rinforzo degli argini e alla ricostruzione delle golene tra Mordano, Bagnara, Lugo, Massa Lombarda e Sant’Agata.

Attualmente sono in corso numerosi cantieri di messa in sicurezza, per 13,1 milioni complessivi: due per un totale di 1,8 milioni di euro per opere dal confine con la Toscana fino a Imola, un altro da 500mila euro per il ripristino delle golene e degli argini franati in seguito al pompaggio delle acque dal canale di Reno tra Lugo e Alfonsine, uno da 1,3 milioni per il ripristino dell’alveo del fiume tra Santa Maria di Fabriago e San Bernardino e altri lavori da 1,2 milioni di manutenzione straordinaria lungo tutto il bacino. Opere a cui si aggiungono i cantieri di messa in sicurezza dei rii minori (700mila euro) e della briglia di Codrignano (1 milione).

Infine, in progettazione, sono previsti interventi per ulteriori 15,2 milioni (di cui 3,4 sono in capo a Sogesid): tra quest’ultimi lo svaso e il consolidamento delle aree golenali tra Imola e il Ponte di Villa Pianta ad Alfonsine, tramite la realizzazione di palificate e scogliere (2,5 milioni); il rinforzo dei rilevati arginali con diaframmi, palancolate e palificate lungo tutto il torrente (3 milioni) e il primo stralcio per il ripristino delle frane golenali (300mila euro).