L’obiettivo è selezionare, conservare e diffondere ai viticoltori materiale vivaistico di elevata qualità, garantendone il patrimonio genetico e la sicurezza fitosanitaria.
È il prezioso lavoro che svolge il Nucleo di premoltiplicazione Viticola dell’Emilia-Romagna “Conte Naldi” di Faenza (RA), attivo dagli anni ‘70 e che da oggi ha una nuova sede a Reggio Emilia, in collaborazione con l’istituto superiore agrario A. Zanelli dove è stato trasferito il materiale vegetale custodito in una screen house di ultima generazione, una serra dotata di una tecnologia capace di garantire la conservazione in sicurezza del materiale genetico delle diverse varietà dei vitigni regionali.
La struttura è stata inaugurata oggi alla presenza dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, del presidente del Nucleo di premoltiplicazione, Antonio Venturi, della professoressa Maria Sala e del dottor Daniele Galli, rispettivamente dirigente scolastica e direttore dell’azienda agricola scolastica, dell’istituto di istruzione superiore Antonio Zanelli di Reggio Emilia.
“Vogliamo rilanciare un’eccellenza della nostra filiera vitivinicola, che fin dalla sua fondazione, ha saputo dimostrare la capacità di anticipare le esigenze del settore, individuando nella protezione del patrimonio genetico dei nostri vitigni un’opera che avrebbe garantito la qualità dei nostri vini anche per gli anni a venire- afferma l’assessore Mammi-. In questi anni, il Nucleo ha rappresentato un modello di cooperazione tra istituzioni, mondo scientifico e settore vivaistico, con il contributo di Università, enti di ricerca e del sistema regionale. E’ stata molto importante la stretta collaborazione di un istituto superiore del territorio regionale, con una consolidata tradizione in ambito agrario, per permettere anche alle nuove generazioni che si formano di poter disporre di questo materiale per studio e ricerca”.
“La Regione assume la gestione del Nucleo, in collaborazione con il Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia, aprendo una nuova fase- conclude l’assessore- che punta a rafforzarne la governance, con il duplice obiettivo di garantire continuità e innovazione nella filiera vivaistica regionale e contribuire attivamente alla costituzione di un coordinamento nazionale dei Nuclei, affinché le azioni e le strategie della viticoltura emiliano-romagnola continuino a essere al centro dell’attenzione a livello ministeriale e fitosanitario nazionale. Ringrazio tutti coloro che hanno creduto e continuano a credere in questo progetto. Il Nucleo ‘Conte Naldi’ è un patrimonio di tutte e tutti, e insieme possiamo farlo crescere, tutelarlo e metterlo al servizio della viticoltura emiliano-romagnola per garantirne qualità, innovazione e sostenibilità”.
Storia e prospettive future del Nucleo di conservazione e premoltiplicazione “Conte Naldi”
Il Nucleo di conservazione e premoltiplicazione viticola dell’Emilia-Romagna “Conte Naldi” nasce alla fine degli anni ’70 a Faenza per conservare e diffondere selezioni clonali di vite da vino. Inizialmente gestito dall’ Ente studi assistenza viticola enologica (Esave), poi dal Centro ricerca produzioni vegetali (Crpv) di Cesena, dal 2012 è riconosciuto dal ministero dell’Agricoltura e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna. Attualmente ha sede a Reggio Emilia ed è affidato alla gestione del Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia in una screen house ad alta sicurezza.
Il Nucleo costituisce un importante patrimonio scientifico per la viticoltura regionale e nazionale, risultato di decenni di ricerca pubblica. La Regione intende, assumendone direttamente la gestione, rafforzarne il ruolo e favorire la partecipazione al coordinamento nazionale dei Nuclei, attualmente nove in tutta Italia.
Le sue attività contribuiscono in modo significativo alla qualità, alla sostenibilità e all’innovazione del settore vitivinicolo e saranno importantissime per affrontare le sfide cruciali che il settore dovrà affrontare nell’immediato futuro, come i cambiamenti climatici, la riduzione degli agrofarmaci, il contrasto alle principali fitopatie, tra cui la flavescenza dorata, e il miglioramento genetico e tecnico delle varietà coltivate.




