Speranza, solidarietà, relazioni, incontro, vocazione, indignazione, felicità… parole che hanno fatto da filo conduttore all’intervento di don Mattia Ferrari a Mirandola, cappellano di Mediterranea Saving Humans, al Festival della Migrazione. Don Ferrari ha parlato con franchezza, senza remore ma sempre con una grande attenzione a cogliere, anche, le opinioni altrui.

«La solidarietà è stata abbandonata come valore politico, a causa dell’ideologia del neo liberismo e la criminalizzazione di ONG è solo la punta dell’iceberg. Non siamo politici ma facciamo politica, culturalmente la solidarietà non è più un valore oggettivo, questo significa che si sgretola la società. L’antidoto sono le relazioni: come Mediterranea facciamo una parte, ma poi pensiamo ad Alarm Phone, agli aerei come Sea Watch, a Refugees in Libia che è la voce di chi è nei campi di concentramento libici, delle reti associative… è un lavoro corale. Nessuno ce la fa da solo, pensiamo alle prime parole di papa Leone che ha parlato di pace disarmata e disarmante, ma anche umile e perseverante. Nella vita esiste la solidarietà o la solitudine». Don Ferrari ha proseguito con un accenno significativo alla parola salvezza: «Abbiamo tutti bisogno di essere salvati dai tanti mali sociali che ci entrano dentro. Noi ci soccorriamo, loro ci salvano: questa frase è vera, tanti giovani venendo a salvare persone in mare si sentono a loro volta salvati dall’individualismo e dal principio di prestazione che sta imperando e che provoca tanti problemi».

Il giovane sacerdote modenese ha poi spiegato perché occorre «fare attenzione alla trappola dell’odio. È facile cadervi, ma le reazioni violente non sono mai accettabili, la vera forza è la capacità di spezzare questo odio. Disarmare i cuori e le parole ci dice papa Leone. L’indignazione che genera rabbia non ci fa stare bene, occorre trasformarla in un sentimento di cambiamento, succede solo quando l’indignazione si sposa con la compassione. Come si fa a trovare una soluzione che non sia violenta al flusso migratorio? Attraverso un cambiamento di mentalità. Non si tratta di allargare o restringere le maglie, la vera svolta è assumere il principio politico della fraternità. Capisco molto bene come sia difficile per la politica fare questo passaggio, ma è fondamentale».

Don Ferrari conclude con un appello alla difesa del diritto internazionale: «Oggi questo diritto è sotto attacco, in modo più o meno esplicito. Questa disobbedienza morale, rispetto alla morale dominante, è un modo di essere “conservatori”, ovvero dire che la cosa più bella è la solidarietà e prendersi cura di chi è in difficoltà. Sembra una banalità, ma oggi non lo è più…».

La chiosa finale è ancora legata all’esperienza sulla nave: «Mai pensare che Dio non possa sorprendere. Mediterranea è nata perché Luca Casarini sentiva questo amore viscerale dentro, per molti è stato un cambiamento enorme ma hanno deciso di aprirsi alla sorpresa. Quanto più siamo aperti tanto più Dio ci può sorprendere. E ci sorprende attraverso le persone».

Il programma completo del festival sul sito www.festivalmigrazione.it.