
Una rivoluzione è in corso, e anche la medicina ne è protagonista.
L’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando in profondità la ricerca, la diagnostica e la pratica clinica quotidiana. Di queste sfide si discuterà a Bologna, dal 13 al 15 novembre 2025, durante il corso nazionale di AIGO – Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri, dal titolo “Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, tra intelligenza naturale e artificiale”.
“La tumultuosa evoluzione tecnologica richiede un aggiornamento continuo – sottolinea
il dottor Francesco Ferrara, consigliere nazionale AIGO e dirigente medico della U.O.C. di
Gastroenterologia ed Endoscopia Interventistica dell’Ausl di Bologna: “Dobbiamo restare
al passo con l’innovazione, ma senza dimenticare l’altro pilastro della medicina: la relazione
umana”.
In ambito di ricerca scientifica, l’AI è già uno strumento prezioso: consente di redigere testi
con linguaggio tecnico accurato, selezionare in pochi secondi fonti bibliografiche mirate e
migliorare la qualità dell’inglese scientifico.
Ma il vero salto di qualità arriverà con la possibilità di analizzare enormi banche dati
anonime su esami e terapie, individuando i trattamenti più eRicaci e migliorando l’eRicienza
del sistema sanitario.
“Al tempo stesso – avverte Ferrara – sarà fondamentale riconoscere errori o distorsioni generate dai sistemi automatici e tutelare la qualità della ricerca scientifica”.
Nel campo delle malattie infiammatorie croniche intestinali (come la rettocolite ulcerosa e
la malattia di Crohn), gli strumenti di AI permettono di definire con precisione il profilo di
ciascun paziente, guidando verso terapie su misura.
In endoscopia digestiva, l’AI ha già rivoluzionato la pratica quotidiana: oggi esistono sistemi in grado di rilevare e classificare lesioni invisibili a occhio nudo, stimare il grado di
infiammazione e valutare la gravità delle patologie in tempo reale.
Le banche dati di preparati istologici digitalizzati, inoltre, alimentano modelli di
riconoscimento automatico che agevoleranno l’identificazione di alterazioni a livello cellulare, aprendo la strada a una medicina sempre più personalizzata e predittiva
Per il cittadino, tutto questo si traduce in diagnosi più precoci e accurate, cure più
mirate, tempi di attesa ridotti e maggiore chiarezza nelle informazioni ricevute.
In futuro, sarà più facile individuare in anticipo eventuali patologie, monitorare l’eRicacia delle terapie e costruire percorsi di cura realmente su misura, con un impatto diretto sulla qualità e sulla durata della vita.
Le innovazioni non si fermano alla diagnostica. In ambulatorio, l’intelligenza artificiale potrà
presto verificare l’appropriatezza delle visite, contribuendo a ridurre le liste d’attesa.
Durante il consulto, sistemi di registrazione e sintesi automatica del dialogo medico paziente consentono di produrre referti chiari e completi, lasciando più tempo all’ascolto. E,
se emergono dubbi clinici, l’AI può cercare in tempo reale risposte aggiornate nelle principali banche dati scientifiche.
“È una rivoluzione che suscita entusiasmo ma anche legittime preoccupazioni – aggiunge
Ferrara – servono riflessioni etiche, giuridiche e sulla tutela della privacy. L’innovazione, per
essere davvero al servizio della medicina, deve continuare a mettere al centro la persona: il
medico e il paziente”.




