La Regione Emilia-Romagna conferma il proprio impegno per un ambiente di lavoro inclusivo e attento al benessere di tutte le persone, che contrasta le discriminazioni e rimuove le barriere invisibili. Lo attestano la certificazione UNI/PdR 125:2022 sulla parità di genere e l’attestazione ISO 30415:2021 su diversità e inclusione, attribuite a viale Aldo Moro in seguito a un percorso durato circa un anno e che è stato illustrato oggi dagli assessori Davide Baruffi (Bilancio e Personale) e Gessica Allegni (Cultura e Pari opportunità) nel corso dei lavori della Commissione VI “Per la Parità e per i diritti delle persone e Cultura” dell’Assemblea legislativa.

Le certificazioni ottenute, tra le più importanti a livello nazionale e internazionale, misurano il livello di maturità organizzativa su aree cruciali come l’equità salariale tra uomini e donne, l’accesso ai ruoli apicali, la qualità dell’equilibrio tra vita e lavoro, le opportunità di crescita e la prevenzione di stereotipi e discriminazioni.

“È un risultato che premia anni di politiche per la qualità del lavoro, il welfare, lo smart working, la formazione continua e le opportunità di carriera basate sul merito- affermano Allegni e Baruffi-. Un investimento importante per la valorizzazione del lavoro pubblico, in un momento storico in cui attrarre persone qualificate è indispensabile per garantire una pubblica amministrazione innovativa e in grado di far fronte alla complessità delle sfide di oggi e di domani. La Regione punta ora a consolidare questo percorso, coinvolgendo le dipendenti e i dipendenti e supportando altri enti locali interessati a intraprenderlo, per un sistema territoriale più innovativo, cooperativo e inclusivo. Un risultato reso possibile anche grazie a relazioni sindacali costruttive, capaci di accompagnare con responsabilità e visione le trasformazioni organizzative”.

Con 3.834 dipendenti, di cui 2.336 donne (pari al 60%) la Regione Emilia-Romagna in questi anni ha rafforzato il proprio investimento sul capitale umano: welfare aziendale orientato al benessere e alla conciliazione, smart working stabile come leva di responsabilità e orientamento agli obiettivi con un’attenzione particolare alle situazioni di vulnerabilità. E, ancora, trasparenza nei concorsi e strategie per promuovere il ricambio generazionale (nel 2020 i dipendenti tra i da 20 a 35 anni erano il 3,6%, ora sono l’11,7%, mentre a oggi oltre un terzo dell’organico regionale ha un’anzianità di 4 anni nell’ente), facilitando l’inserimento e l’integrazione di nuovi dipendenti, dall’accoglienza iniziale, alla formazione tecnica, fino al supporto continuo.
Un ruolo specifico in questo processo è stato assegnato alla formazione, con l’introduzione dei Piani formativi individuali, che delineano per ciascun dipendente il percorso di crescita e sviluppo delle competenze in base al profilo di ruolo e alle attività svolte.

Il Comitato guida del progetto ha ora il compito di coordinare e dare piena attuazione alle Politiche per la Parità di genere, la Diversità e l’Inclusione dell’Ente. Tra le azioni previste, un’attività strutturata e continuativa di raccolta, analisi e valutazione dei dati e degli impatti concreti delle azioni messe in campo, il coinvolgimento attivo del personale, oltre a iniziative per affiancare gli Enti locali che vorranno intraprendere percorsi simili.