Una perla di corrosiva comicità e intelligente critica sociale, definita da molti ‘la commedia perfetta’. È ‘L’importanza di chiamarsi Ernesto’ di Oscar Wilde, in scena dal 21 al 23 novembre (ore 21, domenica ore 16) al Teatro Duse di Bologna.

Alla regia Geppy Gleijeses che riprende il capolavoro della letteratura inglese costruito su un perfetto meccanismo di equivoci. A 25 anni dal primo fortunatissimo allestimento del 2000, andato in scena per due stagioni con la regia di Mario Missiroli e Gleijeses nel ruolo di John Worthing, questa nuova edizione, firmata Dear Friends e Artisti Associati – Centro di Produzione Teatrale, è un’occasione per riscoprire tutta l’attualità di Wilde e di una drammaturgia capace di mettere in discussione, con grande ironia, temi senza tempo come la verità, l’identità, il conformismo, l’ipocrisia, il desiderio di essere accettati in un mondo ossessionato dalle apparenze.

Allora come oggi, nel ruolo di Lady Bracknell ci sarà una magnifica signora del teatro come Lucia Poli. Accanto a lei, Giorgio Lupano, Maria Alberta Navello e Luigi Tabita. Completano il cast Giulia Paoletti, Bruno Crucitti, Gloria Sapio, Riccardo Feola. I costumi sono di Chiara Donato, le scene di Roberto Crea e le luci di Luigi Ascione.

Attraverso il gioco di parole e il linguaggio ricco di equivoci di Wilde, sotto la lente di ingrandimento finirà l’ambiente salottiero della società Vittoriana, facendoci però riflettere su quanto e come, ancora oggi, le convenzioni influenzino le nostre vite e le nostre scelte.