Studenti e studentesse dell’Emilia-Romagna chiedono spazi di parola autentici, adulti capaci di ascoltare e contesti educativi che si prendano cura del loro benessere e delle loro scelte. Gli Stati Generali dell’Educazione e della Formazione, che si sono tenuti a Reggio Emilia a metà ottobre, hanno restituito un messaggio semplice e potente, che ha trovato un altissimo riscontro di partecipazione e gradimento.
Mille persone – studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, educatori, amministratori e rappresentanti del Terzo Settore – hanno preso parte alle tre giornate organizzate dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia. L’evento è stato vissuto come un’occasione autentica di dialogo e corresponsabilità, in cui istituzioni, scuola e comunità educante si sono incontrate per immaginare insieme il futuro dell’educazione in Emilia-Romagna.
Oggi, in Regione a Bologna in conferenza stampa, l’assessora alla Scuola, Politiche per l’infanzia e Welfare, Isabella Conti, ha fatto il punto, anticipando le azioni future.
“Da questo partecipato evento- afferma Conti- nasce un nuovo patto educativo regionale, per tradurre in politiche pubbliche condivise le istanze emerse, nel rispetto delle competenze della Regione e in alleanza con Comuni, scuole, servizi e realtà del Terzo settore. Gli Stati Generali hanno segnato un punto importante: l’ascolto e la partecipazione non sono atti accessori, ma un diritto e un metodo: è da qui che nasce ogni politica educativa autentica”.
“Per questo- ribadisce Conti- abbiamo voluto trasformare le riflessioni in azioni concrete e condivise. Il 2026 sarà un anno decisivo: porteremo nei territori linee guida per innovativi e strutturati spazi di ascolto, reti per il benessere e percorsi di orientamento più appropriati e inclusivi. Vogliamo rinnovare la tradizione d’avanguardia del nostro modello educativo, facendo della partecipazione dei giovani la sua forza viva: la scuola deve essere un luogo in cui si sta bene, in cui si impara a chiedere aiuto e a costruire relazioni sane. Vogliamo custodire la memoria di quel grande momento collettivo che sono stati gli Stati generali dell’Educazione e della Formazione- aggiunge l’assessora- e, allo stesso tempo, proiettarlo nel domani, rendendo trasparente e accessibile a tutti il lavoro che stiamo facendo”.
E proprio per restituire il confronto di Reggio Emilia è online “Finestre sul futuro” (www.regione.emilia-romagna.it/eventi/finestre-sul-futuro) la nuova sezione del sito regionale realizzata dall’Agenzia di Informazione e Comunicazione della Giunta, in cui sono raccolti materiali, relazioni, video e racconti delle tre giornate che si pone anche come luogo di restituzione e memoria condivisa, pensato per proseguire il dialogo avviato con gli Stati Generali e renderlo accessibile a chiunque voglia partecipare. Con la volontà di rendere permanente il modello degli Stati Generali: non un evento isolato, ma un processo partecipativo continuo e aperto, capace di rinnovare nel tempo il patto educativo tra istituzioni, scuola e comunità.
L’impegno della Regione
Il primo investimento – attingendo alle risorse del Fondo sociale per il contrasto alla povertà educativa, relazionale e al ritiro sociale tra adolescenti e preadolescenti, aumentato di oltre il 30% (da 1,5 a 2,35 milioni di euro) – farà dell’Emilia-Romagna una delle prime regioni in Italia a strutturare veri spazi d’ascolto in ogni istituto. Per la prima volta viene definito in modo organico il loro funzionamento. Insieme all’Ufficio scolastico regionale, agli Enti locali e alle Aziende sanitarie, la Regione ha elaborato linee guida condivise per creare e consolidare spazi di ascolto che non si limitano al colloquio individuale, ma diventano presìdi educativi permanenti, integrati nella vita quotidiana delle scuole e degli enti di formazione. Spazi dedicati, laboratori nelle classi; luoghi riconosciuti e accessibili in cui studenti, famiglie e insegnanti, attraverso coordinamenti distrettuali obbligatori e strumenti condivisi di monitoraggio, possano trovare ascolto competente, prevenzione e accompagnamento.
Parallelamente, prosegue e si rafforza la rete “Scuole che promuovono salute”, una delle esperienze più avanzate in Italia di integrazione tra politiche scolastiche, sanitarie e sociali a cui saranno destinati circa 400mila euro tra le risorse assegnate dalla legge 19 (Promozione della salute, benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria). Con 281 istituti aderenti, tra scuole statali, paritarie e centri di formazione professionale, la rete rappresenta un modello di comunità educante che si prende cura del benessere psicologico, delle relazioni e dell’inclusione. Nel solo anno scolastico 2023-2024 sono state rendicontate oltre 800 pratiche educative dedicate a prevenzione, stili di vita, consapevolezza digitale, educazione affettiva e sostegno psicologico. Un impegno reso possibile grazie al coordinamento delle Aziende sanitarie e al lavoro di oltre 70 operatori territoriali che affiancano quotidianamente le scuole, costruendo una rete viva di prossimità e prevenzione con un’attenzione particolare all’adolescenza e alle ‘fasce grigie’ di disagio sommerso.
Grande attenzione sarà dedicata anche all’orientamento e alle transizioni scolastiche e formative. Già dai prossimi mesi, con un avviso regionale da 2,5 milioni di euro che si è appena chiuso, la Regione sosterrà nove progetti territoriali che coinvolgono scuole, enti di formazione e comunità locali per accompagnare studenti e studentesse nei passaggi chiave- dalla scuola media alle superiori, e dalla scuola al lavoro o alla formazione terziaria- e per promuovere opportunità educative.
Un’altra eredità diretta degli Stati Generali sarà la nascita del Forum regionale dei ragazzi e delle ragazze dell’Emilia-Romagna: un luogo di partecipazione e confronto attivo per valorizzare la partecipazione e il protagonismo studentesco, le cui modalità verranno definite nei prossimi mesi insieme alle rappresentanze studentesche.




