Si è tenuta questa mattina, presso L’Auditorium Filla a Bologna, la XVIII Edizione di Ecoforum – Comuni Ricicloni dell’Emilia-Romagna, l’evento organizzato da Legambiente per discutere con gli attori protagonisti di economia circolare, smaltimento rifiuti e recupero di materie prime.

Dopo i saluti istituzionali del Presidente nazionale della Camera della Moda, Carlo Capasa e del presidente di Legambiente Emilia-Romagna Davide Ferraresi, la prima parte della mattinata è stata dedicata al tema della gestione dei rifiuti tessili.

A seguito delle nuove normative europee e nazionali dal 2022 esiste un obbligo di raccolta di abbigliamento e tessili da arredo, ma esistono ancora diverse difficoltà legate alla filiera del recupero della materia prima seconda per la produzione di nuovi prodotti o la re-immissione nel mercato di tessili second hand attraverso la filiera dei marcati dell’usato.  Molti dei nostri abiti usati non sono poi recuperabili perché compositi di un mix di fibre non riciclabile e vengono smaltiti in discarica, inceneritore o spediti verso paesi terzi dove vanno a generare ulteriore inquinamento.

Sono intervenuti sul tema Marco Ricchetti, economista e cofondatore di Blumine e Sustainability Lab, Antonio Pergolizzi, co autore del rapporto Ecomafia, Giulia di Mari, Team Strategic Development di Erion.

In questo quadro, esistono buone partiche di recupero di fibre tessili e progetti di costruzione di filiera di economia circolare per dare una nuova prospettiva a questi rifiuti: ne abbiamo parlato con Giuseppe Finocchiaro, Presidente di ReTessile, Niccolò Cipriani presidente di Rifò e Marco Mancini per il progetto Interreg Verde in MED.

A conclusione di questa prima parte l’intervento dell’Assessore all’Ambiente della Regione Irene Priolo sui dati di gestione e recupero dei rifiuti urbani in Emilia-Romagna.

 

 DOSSIER COMUNI RICICLONI EMILIA-ROMAGNA

Nella seconda parte della mattinata sono stati presentati i dati della XVIII edizione di Comuni Ricicloni, presentati da Paola Fagioli di Legambiente Emilia-Romagna

Il dossier come ogni anno esamina la gestione dei rifiuti nei Comuni della regione, partendo dai dati forniti da ARPAE e dai questionari somministrati ai Comuni stessi da Legambiente. In questo dossier i dati raccolti fanno riferimento all’anno 2024.

L’analisi dei dati ARPAE ci restituisce un quadro con luci e ombre. Da un lato le percentuali di raccolta differenziata che per alcuni Comuni sfiora ormai il 95%, dall’altro si evidenzia una tendenza, anche in Comuni comunque virtuosi, all’aumento del quantitativo generale di rifiuto prodotto rispetto al 2023 (+ 3,8%, passando da 639 a 664 kg/ab/anno).

Si tratta questa di una grandezza dipendente da fattori non omogenei e che possono variare nel tempo, tra cui il quantitativo di rifiuti assimilabili agli urbani ma prodotti dalle aziende che possono comportante anche incrementi importanti nei singoli territori. Vi è quindi certamente la necessità di interventi più efficaci che possano aiutare cittadini e imprese nel loro impegno per la riduzione dei rifiuti che ogni giorno si producono.

Se è stato constatato un aumento dei Comuni che hanno raggiunto l’obiettivo del Piano Regionale Rifiuti e Bonifiche di 120 kg/abitante/anno (176 Comuni rispetto a …) e 80% di raccolta differenziata (167 Comuni rispetti ai …, del 2023), si segnala che ancora molte Amministrazioni sotto i 5.000 abitanti sono in grande ritardo su entrambi gli obiettivi e che alcuni Comuni turistici mostrano difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi sicuramente legate alla presenza di seconde case che rendono più difficoltosa una raccolta differenziata ben fatta, ma anche alla disomogeneità dei sistemi di raccolta che non aiuta il cittadino a comprendere come differenziare il rifiuto.

Da segnalare che in tutti i Comuni più virtuosi per minor quantitativo di rifiuto indifferenziato prodotto e per maggiore raccolta differenziata è presente il sistema di tariffazione puntuale e che la raccolta avviene o totalmente porta a porta o con un sistema misto tra cassonetto stradale e porta a porta; la tariffazione puntuale e il porta a porta si dimostrano quindi i sistemi più efficaci per una migliore gestione del rifiuto.

A partire da quest’anno, le classifiche di Comuni Ricicloni includono un nuovo parametro: è stato infatti incluso il calcolo della variazione del quantitativo di rifiuti urbani pro-capite prodotti in ciascun comune rispetto al 2022, scelto come anno di riferimento in funzione dell’entrata in vigore dell’ultimo Piano Regionale Rifiuti e Bonifiche.

All’interno del dossier sono state presentate anche le “Buone Pratiche” promosse dai Comuni dell’Emilia-Romagna in materia di riduzione dei rifiuti e promozione della raccolta differenziata. L’indagine si è concentrata in particolare sulla riduzione dell’usa e getta nelle mense scolastiche e nelle sagre, sulle modalità di raccolta dei RAEE e dei rifiuti tessili, sulle attività di bonifica dell’amianto e sugli acquisti verdi delle Pubbliche Amministrazioni.

Per quanto riguarda l’abolizione della plastica monouso, solo 9 Comuni sui 42 rispondenti hanno segnalato di aver adottato una delibera per l’eliminazione dell’usa e getta in plastica. Sono invece 34 i Comuni sul territorio dei quali è presente almeno una mensa che utilizza solamente stoviglie riutilizzabili, principalmente in scuole materne. In 12 comuni vengono organizzate feste e sagre che fanno uso esclusivo di stoviglie riutilizzabili.

Relativamente alla raccolta dei RAEE, la metà dei Comuni hanno dichiarato la presenza di punti diffusi su territorio per raccolta per rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche, mentre quasi tutti hanno punti per la raccolta dei tessili e degli oli esausti. I punti di raccolta si trovano principalmente presso luoghi molto frequentati dalla popolazione, come le scuole e i supermercati e le farmacie. In base ai dati disponibili nella nostra Regione nel 2024 sono stati raccolti più di 16 mila tonnellate di tessili e più di 5 mila tonnellate di RAEE.

Molti Comuni hanno attivato anche misure per il monitoraggio della presenza di amianto e incentivi per la rimozione dagli edifici privati, ma permane una difficoltà di approccio al privato e di rilevazione dell’esistente per mancanza di fondi a supporto.

Ultimo punto dell’indagine riguarda l’applicazione del CAM nella gestione degli appalti. Sebbene negli anni si sia notata una crescita nel numero di amministrazioni che li applica e un aumento della varietà di CAM applicati, rimangono comunque ancora diversi Comuni dove questa risulta difficoltosa, per mancanza di conoscenza sul tema, per scarsa risposta del mercato dei fornitori e per il timore che le procedure di assegnazione e realizzazione degli appalti risultino poi molto più lunghe.

“Nell’attuale quadro storico, caratterizzato da una crescente complessità nei rapporti internazionali e nelle filiere produttive, il settore dell’economia circolare diventa sempre più fondamentale per gestire i rifiuti e generare nuove risorse”, commenta Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna. “Serve però accendere di nuovo i riflettori sui sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti urbani e sui fattori che determinano l’incremento della produzione: a fronte di obiettivi definiti a livello europeo per favorire la riduzione dei rifiuti prodotti, manca oggi nel dibattito pubblico la consapevolezza della rilevanza delle buone pratiche e dell’efficacia dei metodi di raccolta e tariffazione nell’affiancare il corretto comportamento dei cittadini. Al contrario, si assiste a un ridimensionamento del ruolo dell’economia circolare all’interno della cultura della sostenibilità, che arriva fino a processi di deresponsabilizzazione dei singoli e delle comunità in alcuni territori.”

“Occorre ripartire dai fondamentali, sottolineando la necessità che le raccolte differenziate siano di qualità ed evidenziando sia il ruolo dei cittadini, sia quello delle istituzioni, sia quello dei settori produttivi coinvolti nella raccolta e nel recupero dei materiali. Il settore tessile rappresenta, in questo contesto, un esempio sul quale riflettere e dal quale trarre lezioni valide a livello individuale e di sistema, per far sì che all’impegno delle comunità sul versante della raccolta corrisponda l’effettiva possibilità di chiudere il ciclo con la realizzazione di nuovi capi.”

I PREMIATI