Sono tre gli istituti comprensivi che, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, si sono candidati al bando regionale Scuole Aperte per prolungare al pomeriggio il tempo scolastico dei ragazzi delle scuole medie. L’obiettivo è duplice: offrire agli studenti esperienze di qualità che non siano solo tempo legato allo studio e dare alle famiglie l’opportunità di gestire meglio i ritmi casa lavoro.
Il progetto si fonda su un partenariato iniziale costituito in via sperimentale dal Comune di Reggio Emilia e da tre Istituti Comprensivi della città: la succursale dell’Istituto comprensivo Einstein a Bagno, la succursale dell’Istituto comprensivo Galilei a Massenzatico e l’istituto comprensivo Pertini 1.
L’ipotesi in prospettiva è di utilizzare questa prima sperimentazione come un progetto pilota da poter estendere nei prossimi anni ad altre scuole secondarie di primo grado.
L’iniziativa intende promuovere un modello di scuola aperta che, attraverso un approccio fondato sulla multidisciplinarità e sull’innovazione educativa, offra ai ragazzi opportunità extrascolastiche volte a favorire inclusione, socializzazione, sviluppo di competenze e valorizzazione del potenziale individuale. Attraverso la creazione di partenariati con più attori, verranno proposte attività extrascolastiche di qualità, mirate a contrastare la povertà educativa sul territorio comunale, con particolare riferimento alle scuole secondarie di primo grado. Tra le attività extrascolastiche messe a punto all’interno del progetto ci saranno elementi di continuità con il tempo scuola, inserendo anche il pasto in un momento formativo, il supporto allo studio e proposte educative che integrino esperienze culturali, artistiche, sportive, scientifiche e ambientali.
L’offerta sarà costruita grazie a un gruppo di lavoro formato dai partner coinvolti che ne garantisce la multidisciplinarità come elemento fondamentale di ricchezza e apertura. Un approccio che nella scuola dell’obbligo, in particolare, consente di valorizzare competenze e linguaggi già posseduti dai ragazzi, oltre a stimolare nuove curiosità e a creare nuove opportunità come leva di contrasto alle diverse forme di povertà educativa, sociale, culturale, motoria, creativa ed espressiva.
Gli istituti che hanno aderito, come nel caso del comprensivo Einstein a Bagno e della succursale del Galilei a Massenzatico, lo hanno fatto in ragione della mancanza del tempo prolungato e della collocazione in zone periferiche caratterizzate da minore disponibilità di servizi o da situazioni di fragilità socio-educativa o dell’elevato numero di studenti.
Successivamente il progetto coinvolgerà ulteriori realtà del territorio per costruire comunità educanti collaborative, fondate sul dialogo e sulla co-progettazione che intende interessare pubblico, privato, terzo settore, mondo educativo e cittadini. Sul modello dei tempi di studio pomeridiani inseriti all’interno delle scuole primarie e finanziati dal Bando partecipazione, questo progetto intende attualizzare uno schema di intervento che possa essere applicato anche ad altre secondarie di primo grado, adottando la dimensione ‘aperta’ al dialogo con il territorio anche per la fascia d’età 11-14. Particolare attenzione, infatti, sarà riservata alla partecipazione delle famiglie e della comunità locale, attraverso campagne informative, call to action e laboratori.
“Questo primo progetto intende realizzare un modello replicabile e adattabile anche in altri quartieri – ha sottolineato Marwa Mahmoud assessora alle Politiche educative – favorendo la costruzione di interventi capaci di coniugare inclusione, continuità educativa e valorizzazione delle risorse del territorio. Il tutto finalizzato all’obiettivo di creare una scuola aperta, intesa come laboratorio di comunità, capace di ridurre le disuguaglianze educative e sociali e di promuovere lo sviluppo integrale dei preadolescenti nel loro percorso verso la maturità”.




