Sono state 396 le donne accolte nel 2024 dal Centro antiviolenza di Reggio Emilia – Casa delle donne, gestita dall’Associazione Nondasola: in aumento, in particolare, il numero di giovani adulte tra i 18 e i 29 anni (40% in più rispetto al 2023). Cresce rispetto all’anno precedente anche la percentuale delle giovani ricorse al Pronto soccorso nel 2024, pur a fronte del calo del numero complessivo degli accessi riconducibili a esperienze di violenza. Aumentano le donne seguite dai Poli territoriali dei Servizi sociali, che hanno dichiarato di aver subito violenza da parte di un uomo: più 9% rispetto al 2023 e anche in questo caso l’incremento è maggiore per la fascia di età tra i 30 e i 39 anni.
Inoltre, sono nel complesso 399 i cosiddetti “reati spia” della violenza di genere riportati dalla Divisione anticrimine della Questura e dal Comando provinciale dei Carabinieri: il 67% riconducibile a maltrattamenti da parte di familiari e conviventi. Ed ancora i dati della Questura riferiti al 2025 evidenziano un sensibile aumento degli ammonimenti per violenza domestica e atti persecutori, nonché degli ordini di protezione, come sottolineato anche dal Forum donne giuriste.
Sono solo alcuni dei dati che fotografano il fenomeno della violenza maschile sulle donne nel territorio di Reggio Emilia, presentati nella mattinata di venerdì 21 novembre nel corso della conferenza stampa, che si è svolta in Municipio, finalizzata a tracciare un quadro della situazione in vista dell’appuntamento del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Alla conferenza stampa erano presenti l’assessora alla Cura delle persone con delega alle Pari opportunità Annalisa Rabitti, il vicario del Questore Sandro Angelis, il capitano Gloria Salvati del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, il direttore delle attività socio sanitarie dell’Ausl Irccs Alberto Ravanello, la presidente dell’Associazione Nondasola- centro antiviolenza e Casa delle donne Sarha Mineo, Antonietta Cestaro dell’Ufficio scolastico provinciale, Raffaella Pellini dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia e Giovanna Fava del Forum delle donne giuriste.
I dati raccolti sono il frutto del lavoro del Tavolo interistituzionale per il contrasto alla violenza maschile sulle donne, una rete di enti e istituzioni territoriali avviata dal Comune di Reggio Emilia nel 2006, della quale fanno parte il Centro antiviolenza – Casa delle donne gestito dall’associazione Nondasola, Prefettura, Tribunale, Procura della Repubblica, Questura, Arma dei Carabinieri, Provincia, Azienda Unità sanitaria locale, Ufficio Scolastico territoriale, Consigliera di parità provinciale, Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia, Forum Donne giuriste. Una rete che, all’attività di monitoraggio, affianca l’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione per contrastare nel quotidiano le discriminazioni e la violenza di genere, promuovendo la valorizzazione delle differenze. Il lavoro del Tavolo si inserisce inoltre all’interno del progetto “InTersezione. Linguaggi e pratiche al centro per promuovere il cambiamento contro la violenza sulle donne” con l’obiettivo di promuovere attività di prevenzione rivolte alle giovani generazioni e agli adulti, oltre a rafforzare la rete territoriale attraverso formazioni e la costruzione di strumenti per migliorare il monitoraggio della situazione locale.
In generale, i dati relativi al 2024 mostrano un aumento dell’emersione delle situazioni di violenza vissute dalle donne del territorio, con un incremento delle fasce più giovani: un fenomeno che evidenzia la necessità di rafforzare e intensificare gli interventi nel campo della prevenzione, formazione ed educazione, a partire dall’età scolastica. Complessivamente, tuttavia, si registra anche una crescente capacità di riconoscimento del fenomeno della violenza contro le donne da parte dei nodi della Rete interistituzionale.
“Come ogni anno questo momento è importante per fare il punto sulla violenza maschile sulle donne, grazie all’impegno del Tavolo interistituzionale che, con un capillare lavoro di rete, ci permette di costruire uno sguardo quanto più sinergico e uniforme per costruire risposte complesse a una problematica altrettanto complessa – ha detto l’assessora alla Cura delle Persone, Annalisa Rabitti – I dati che presentiamo quest’oggi ci dicono che c’è un aumento degli ammonimenti e delle denunce e che è in aumento il numero delle giovani donne che segnalano situazioni di violenza: a una prima analisi, questo può sembrare un dato negativo ma in realtà evidenzia come l’importante lavoro di sensibilizzazione e prevenzione portato avanti stia conducendo a un’emersione del fenomeno. Si tratta di un lavoro lungo che non può esaurirsi con il 25 novembre e che portiamo avanti durante tutto l’anno in maniera strutturale per contrastare questa cultura patriarcale in cui siamo immerse che dobbiamo arrivare a cambiare in tutti i modi”.
“Incontriamo le donne ogni giorno e quello che cerchiamo di fare, oltre ovviamente ad accompagnarle nei percorsi di uscita dalla violenza, è dare anche una lettura in chiave di prevenzione a ciò che ascoltiamo – ha detto la presidente di Nondasola Sarha Mineo –
Proprio per questo sottolineiamo sempre di più l’importanza della prevenzione e di lavorare con i ragazzi sin dall’età più giovane per decostruire luoghi comuni e stereotipi di genere e insegnare loro a creare relazioni basate sul rispetto reciproco. Nondasola lavora già da molto tempo con le secondarie di primo e secondo grado di Reggio e provincia: abbiamo incontrato oltre 24 mila studenti e lavoriamo con circa 90 classi all’anno attraverso laboratori che utilizzano non solo le parole ma anche forme d’arte. Per noi la formazione e la prevenzione rimangono i punti di partenza, perchè senza prevenzione non è possibile contrastare realmente il fenomeno della violenza sulle donne”.
CENTRO ANTIVIOLENZA – CASA DELLE DONNE – ASSOCIAZIONE NONDASOLA – Nel 2024 il Centro antiviolenza – Casa delle Donne, gestita dall’Associazione Nondasola ha accolto 396 donne, a fronte delle 382 nel 2023 e 343 nel 2022. Quasi il 70% sono cittadine italiane, la fascia di età prevalente è compresa tra i 30 e i 49 anni. Sono state invece 96 le giovani tra i 18 e i 29 anni che hanno cercato aiuto, a fronte delle 69 del 2023; 10 le donne con più di 70 anni che si sono rivolte al Centro. Delle 396 accolte, 184 donne hanno figli minorenni, 100 figli maggiorenni e 11 una gravidanza in corso.
La maggioranza delle violenze subite (369) è stata di tipo psicologico, sono invece 239 i casi di violenza fisica, 62 di violenza sessuale e 138 di violenza economica. Alto il numero delle donne che hanno subito violenze multiple: 239.
In prevalenza, chi ha agito violenza aveva legami affettivi con la donna: in 295 casi si è trattato infatti del partner convivente, fidanzato o coniuge, e in diversi casi la violenza è continuata anche una volta terminate relazione o convivenza. In 13 casi l’autore di violenza è il partner precedente, in 54 casi i familiari. Gli attori di violenza sono stati in prevalenza cittadini italiani, soprattutto in una fascia d’età tra i 30 e i 59 anni.
Le donne che si sono rivolte al Centro antiviolenza hanno fatto accesso anche ad altri punti della Rete per trovare supporto e in particolare alle Forze dell’ordine (147 casi), al Servizio sociale (67 casi), al Pronto soccorso (77 casi) e ad avvocati (65 casi). Dai dati raccolti risulta che solo 117 donne hanno sporto denuncia.
QUESTURA – Gli interventi di contrasto alla violenza domestica effettuati dalla Questura di Reggio Emilia nel periodo da gennaio a novembre 2025 (dati al 14 novembre) hanno portato all’emissione di 46 decreti di ammonimento per violenza domestica e stalking, a fronte dei 38 emessi nel 2024: nella fattispecie, dall’inizio dell’anno a oggi gli ammonimenti per violenza domestica (art.3 D.L.93/2013) sono stati 24, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, mentre ammontano a 22 gli ammonimenti per stalking (art. 8 L.11/2009). Nel 2024 (dal primo gennaio al 12 novembre) erano invece stati emessi 16 decreti di ammonimento per violenza domestica e 22 ammonimenti per stalking. I reati registrati sempre tra gennaio e novembre 2025 in materia di maltrattamento (art.572 del C.p.) sono stati 44, 9 quelli per violenza sessuale (Art.609 bis C.p.) e 32 quelli per stalking (Art.612 bis C.p.).
Le ordinanze di custodia cautelare emesse per maltrattamento nel 2025 sono state 4, altrettante per stalking e una per violenza sessuale, cui si aggiungono un arresto domiciliare per maltrattamento e quattro arresti per stalking. È stato inoltre disposto il divieto di avvicinamento per 15 casi di maltrattamento, per 17 casi di stalking e in un caso di violenza sessuale.
ARMA DEI CARABINIERI – Il numero dei reati registrati nel 2024 a livello provinciale sono 188 per maltrattamento (art. 572), 42 per violenza sessuale (art. 609 bis), 65 per stalking (art. 612 bis). Le Ordinanze di custodia cautelare sono state 6 maltrattamento, 4 per violenza sessuale e 5 per stalking.
Gli arresti domiciliari sono stati 2 per maltrattamento e 1 per violenza sessuale. Si sono registrati una condanna con patteggiamento per maltrattamento e 2 ammonimenti.
SERVIZIO CURA DELLA PERSONE DEL COMUNE (Poli territoriali dei Servizi Sociali) – Le donne che hanno dichiarato di aver subito violenza da parte di un uomo, seguite nel 2024 dal Servizio sociale del Comune di Reggio Emilia attraverso i Poli territoriali, sono state 280, a fronte delle 257 nel 2023 e delle 248 nel 2022.
Di queste 280, 249 hanno dichiarato che l’autore delle violenze è stato il partner o ex partner (coniuge, fidanzato o convivente), 20 che l’autore è stato un partner precedente, 8 un famigliare. La fascia d’età prevalente delle donne che si sono rivolte ai Servizi sociali per situazioni di violenza è tra i 40 e i 49 anni con un aumento della fascia tra i 30 e i 39 anni.
Sono donne sia italiane sia di origine straniera, quasi tutte con figli minorenni. La violenza registrata con maggiore frequenza è quella fisica (203 casi), seguita da quella di tipo psicologico (138), mentre 35 donne hanno segnalato violenza economica e 17 hanno denunciato violenza sessuale. Infine, 105 donne hanno riportato di avere subito violenza multipla. Le donne che si sono rivolte ai Servizi sociali hanno contatto anche altri punti della Rete quali Centro antiviolenza e Forze dell’ordine.
PRONTO SOCCORSO – Nel 2024 le donne che si sono rivolte al Pronto soccorso per situazioni di violenza sono state 173 (294 nel 2023 e 257 nel 2022). Delle 173 violenze, 17 per violenze sessuali ma quasi tutte aveva subito violenza multipla, psicologica e fisica. Nella maggior parte dei casi gli autori erano partner o ex partner, uomini con cui hanno avuto o hanno ancora una relazione affettiva.
Le fasce d’età più colpite sono tra i 30 e i 39 anni (48 donne), ma si è rilevato un aumento delle giovani donne tra i 18 e i 29 anni (42 casi). Sono invece stati tre gli accessi al Pronto soccorso di donne con più di 70 anni.
Le donne che hanno subito violenza sono in prevalenza di nazionalità italiana e hanno figli. Le vittime hanno riferito al personale sanitario di avere precedentemente fatto accesso ad altri punti della Rete, tra cui il Pronto Soccorso stesso e le Forze dell’ordine.
CONSULTORIO FAMIGLIARE – Nel 2024 il Consultorio ha registrato solo 3 situazioni di violenza, tutte riguardanti pazienti straniere, di cui 2 incinta e 2 con problemi di tossicodipendenza, in cerca di occupazione con titolo di studio alto (laurea). Nessuna delle 3 ha sporto denuncia. Nel 2023 erano stati registrati 15 casi e 8 nel 2022, un andamento scostante che fa presupporre la fatica delle donne nel far emergere i vissuti di violenza domestica.
CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI REGGIO EMILIA – L’esame delle istanze di patrocinio a spese dello Stato (244 nel 2024) mostra come una parte consistente dei procedimenti riguardi ambiti familiari caratterizzati da elevata conflittualità. Pensando alle separazioni, che nel corso dell’anno sono state 71, in 45 casi si è trattato di separazioni giudiziali (cioè già di per sé considerate come conflittuali e che potrebbero sfociare in situazioni di violenza), in cui non c’era quindi un accordo tra i due coniugi sulle condizioni di separazione o quando a richiederla è uno solo di essi; 26 sono qualificate come “separazioni personali” e solo 8 sono qualificate separazioni consensuali. Nei casi di separazione, soprattutto giudiziale, sono risultate in crescita le istanze presentate da parte di persone straniere, tanto da rappresentare poco meno della metà del totale.
Allo stesso modo un’elevata conflittualità è stata rilevata nei divorzi: dei 40 totali solo 2 consensuali, mentre in 14 casi si è trattato di divorzi contenziosi, mentre per i restanti casi non è stato possibile definirne la percentuale di conflittualità. La prevalenza di separazioni giudiziali e divorzi contenziosi evidenzia dinamiche spesso segnate da una conflittualità che può essere indice di controllo, pressioni psicologiche e difficoltà di comunicazione, tipiche dei contesti di violenza emotiva. Sono stati inoltre evidenziati 10 casi di ricorso per revisione delle condizioni di divorzio e separazione. I procedimenti relativi alla regolamentazione della responsabilità genitoriale e alla sua eventuale limitazione o decadenza – 12 nel 2024 – costituiscono ulteriori elementi che possono indicare situazioni familiari gravemente disfunzionali, talvolta correlate a forme di violenza domestica diretta o assistita.
Inoltre, pur essendo presente un solo caso esplicitamente riferito a violenza sessuale, diversi indicatori fanno presumere la possibile presenza di violenza di genere, anche non dichiarata, con richiesta di risarcimento danni in sede civile, cioè in giudizio separato rispetto al processo penale. Allo stesso modo, i numerosi ricorsi per il mantenimento dei minori – 42 casi – e l’avvio di un’esecuzione forzata per il recupero della somma dell’assegno di mantenimento per minori, segnalano frequenti situazioni di violenza economica ai danni del genitore affidatario o “collocatario”, generalmente la madre. Anche qui può essere presente una forma di violenza economica finalizzata a non pagare la somma per il mantenimento dei figli, spesso per mere finalità punitive e vendicative.
Nel complesso, pur in assenza di dichiarazioni esplicite, i dati suggeriscono come la violenza di genere emerga indirettamente attraverso il ricorso al sistema giudiziario civile. Ciò conferma la necessità di un approccio integrato capace di intercettare precocemente tali situazioni e di garantire una tutela efficace alle persone maggiormente vulnerabili.
FORUM DONNE GIURISTE – Gli ordini di protezione in sede civile, nel Distretto di Reggio Emilia (Albinea, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra, Castelnovo di Sotto, Quattro Castella, Reggio Emilia, Vezzano sul Crostolo) nel 2024 sono stati 8: 6 accolti, 1 rinunciato e 1 respinto (in quanto tra padre e figlio maggiorenni). Di questi 8 ordini di protezione, 1 è stato presentato da un uomo e 7 da donne (5 italiane e 2 di origine straniera) nei confronti di partner o ex partner: 5 italiani e 2 stranieri. In nessuno dei casi s stata rilevata qualche problematica legata alla tossicodipendenza, alcolismo o disagio psichico.



