Giovedì 22 aprile si celebra l’anniversario della Liberazione di Modena, che proprio in quella data, nel 1945, salutò l’ingresso degli alleati e dei partigiani in città. Tante le commemorazioni: al mattino quelle istituzionali, nel pomeriggio e in serata nei quartieri. Alle 10 sarà deposta una corona al famedio del cimitero di san Cataldo; alle 10.30 un’altra corona andrà ad adornare la lapide a ricordo dei caduti al parco Novi Sad, in viale Molza. Interverranno il sindaco Giorgio Pighi e Roberto Ricco, presidente della Circoscrizione 1 Centro Storico, san Cataldo.

Alle 11 sullo scalone del Municipio si deporrà una corona alla lapide della medaglia d’oro, alle 11.15 un’altra corona segnerà l’omaggio ai caduti al sacrario della Ghirlandina e, in piazza Torre, alle 11.25, sarà onorata la lapide a ricordo degli ex internati militari. La mattinata si chiuderà alle 11.45 nell’atrio centrale dell’Università degli Studi, via Università 4, con la deposizione di una corona alla lapide di Mario Allegretti, medaglia d’oro al valor militare.

Nel pomeriggio alle 15, al Circolo XXII Aprile di via Donati 120, la Circoscrizione 2 propone, accompagnata da una lettura animata, la mostra itinerante “La scuola dei figli della lupa”, a cura di Guido Malagoli ed Elisa Leoni dell’associazione Zero in condotta, in collaborazione con Memo.

La Circoscrizione 3, invece, organizza in serata, alle ore 21, alla Sala Polivalente di via Viterbo 80, un concerto lirico in collaborazione con i Circoli Anpi Buon Pastore e sant’Agnese e il Club lirico Mario Del Monaco.

Modena è stata insignita della medaglia d’oro al valor militare il 29 marzo 1947 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. Questa la motivazione: “Città partigiana, cuore di provincia partigiana, al cocente dolore e all’umiliazione della tirannide, reagiva prontamente rinnovando le superbe e fiere tradizioni e la fede incrollabile, ardente, nei destini della Patria. Alla barbarie e alla ferocia nazifascista che tentava di conculcare l’orgoglio e domare il valore delle sue genti con vessazioni atroci, capestro e distruzioni, opponeva la tenacia invincibile dell’amore a libere istituzioni. In venti mesi di titanica lotta pro fondeva il sangue generoso dei suoi eroici partigiani e dei cittadini d’ogni lembo della provincia in sublime gara e si ergeva dal servaggio quale faro splendente della redenzione d’Italia, infrangendo per sempre la tracotanza nemica”.

Convegno al Baluardo

In occasione del 65esimo della Liberazione, la biblioteca Poletti, il Fotomuseo Panini e l’Istituto storico per la Resistenza, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Legacoop celebrano l’anniversario affrontando un tema ancora poco noto, quello dei bombardamenti, visto dal particolare osservatorio della protezione dei beni artistico culturali, anche alla luce della riscoperta della “Cronaca” scritta tra il 1943 e il ’45 dal modenese Adamo Pedrazzi, all’epoca bibliotecario della Poletti

Al tema è dedicato il convegno, aperto al pubblico, di giovedì 22 aprile alle 14.30 al Baluardo della Cittadella. In programma, dopo i saluti del sindaco Giorgio Pighi e gli interventi dei rappresentanti degli istituti culturali modenesi, le relazioni di Giovanni Taurasi dell’Istituto storico, sul lungo viaggio degli intellettuali modenesi dal Fascismo alla Resistenza, e di Leonardo Paggi dell’Università di Modena e Reggio Emilia sui bombardamenti e la crisi del consenso al regime fascista.

Il titolo del convegno, “Modena città aperta”, esteso anche a una serie di iniziative collegate, fa riferimento a un fatto storico. Durante la seconda guerra mondiale, il Senato accademico dell’Università si riunì per chiedere che Modena venisse dichiarata città aperta, ma l’iniziativa non andò mai in porto e i bombardamenti continuarono cruenti fino a due giorni prima della liberazione.

Il 12 marzo 1945 Adamo Pedrazzi, direttore della biblioteca Poletti e reggente dell’Archivio storico, scrive nella sua “Cronaca dell’occupazione nazi-fascista della città di Modena” che “vi sono persone che lodevolmente si sono preoccupate della incolumità del nostro patrimonio artistico ed edilizio e si sono adunate per fare voti che la città, almeno nel suo nucleo centrale, sia resa estranea alla contesa”. Alla tutela del patrimonio artistico cittadino si dedicarono personaggi noti e meno noti, come Giulio Carlo Argan che, dalla Soprintendenza alle Gallerie di Modena e Reggio, si occupò della predisposizione del Piano di protezione delle opere d’arte in caso di bombardamento aereo fino dal 1935, ma anche quei dirigenti e funzionari pubblici meno conosciuti che, soprattutto dopo l’8 settembre 1943, si trovarono ad affrontare una situazione drammatica, in presenza di direttive contraddittorie se non completamente assenti, ma che comunque non esitarono a mettere a repentaglio la loro vita. Tra questi vi era, appunto, Adamo Pedrazzi, autore di un’opera corposa, finora inedita, composta da tre volumi dattiloscritti e da sette di apparati iconografici. Si tratta della “Cronaca dell’occupazione nazi-fascista di Modena”, che l’autore scrisse dall’8 settembre 1943 al 30 aprile 1945. Il testo dedica grande attenzione al tema dei bombardamenti soffermandosi spesso sui danni subiti dal patrimonio storico-artistico cittadino, descritto dettagliatamente. Dal testo emerge potente l’indignazione morale dell’autore verso gli attacchi aerei che arrecarono danno soprattutto alla popolazione civile: 176 furono i bombardamenti e i mitragliamenti avvenuti dal 14 febbraio 1944 al 20 aprile 1945, 327 i morti di cui ben 274 civili, 376 i feriti tra i quali 63 militari, 250 le case distrutte, 358 quelle danneggiate, 4 mila 200 le persone senzatetto, 11 gli edifici distrutti e 8 quelli danneggiati tra scuole, ospedali, chiese e uffici pubblici.

Nell’ambito di “Modena città aperta” rientra anche la mostra fotografica che si inaugurerà dopo il convegno, alle 19, nell’ex caserma santa Chiara, con Meris Bellei, direttrice delle biblioteche comunali e Chiara Dall’Olio, direttrice del Fotomuseo Panini. In esposizione, fino al 2 giugno, le immagini storiche degli effetti devastanti della guerra sul patrimonio storico-artistico e sul tessuto urbano, ritratti soprattutto dallo studio Bandieri, già molto attivo a Modena nell’ambito della committenza pubblica. La maggior parte delle 47 foto riprodotte in mostra sono di Benvenuto, il fondatore, e ritraggono i principali luoghi di memoria e di identità storica, civile e religiosa della città all’indomani dei quattro massicci bombardamenti del 1944-1945. Altre fanno parte della straordinariacollezione fotografica di Umberto Tonini (1889-1957), che proprio nei drammatici anni della guerra intraprese la compilazione dei 32 album intitolati “Iconografia di Modena scomparsa”, presumibilmente spinto dal senso di perdita irrimediabile suscitato in lui dagli scenari urbani di morte e devastazione.

I luoghi colpiti dai bombardamenti si potranno vedere il 25 aprile grazie a due visite guidate gratuite, alle 10 e alle 14.30, con partenza dall’Istituto storico, via Ciro Menotti 137. Per partecipare occorre prenotarsi allo 059 242377, oppure via e-mail.

Alcune pagine scelte della “Cronaca dell’occupazione nazifascista di Modena” di Adamo Pedrazzi saranno poi lette in piazza XX Settembre alle ore 17 dall’attore Ivano Marescotti, prima del concerto del cantautore Massimo Bubola con la sua Eccher band, nell’ambito della festa popolare del pomeriggio del 25 aprile.