Dopo vari cambi di programma e slittamenti di orari, il leader libico è atterrato a Ciampino nella tarda mattinata: è sceso dall’aereo scortato da due amazzoni. Ad accoglierlo il ministro degli Esteri, Frattini. Domani la cena con il premier Silvio Berlusconi.

Muammar Gheddafi era sceso dall’aereo che lo ha portato all’aeroporto di Ciampino poco dopo le 13:30, scortato da due ‘Amazzoni’ in mimetica. Alla scaletta, dove prestavano servizio di rappresentanza due carabinieri in alta uniforme e un picchetto di avieri della VAM, una decina di body guard del particolare servizio di sicurezza che seguirà il leader libico per l’intero soggiorno a Roma. Gheddafi, nel tipico abbigliamento della sua terra, il mantello marrone dello stesso colore del turbante indossato sopra camicia e pantaloni bianchi, ha salutato calorosamente il ministro degli Esteri Franco Frattini, che lo ha accolto insieme all’ambasciatore libico a Roma Hafed Gadur. Quindi ha percorso su un tappeto rosso i pochi metri che lo separavano dalla palazzina del 31.mo stormo. Davanti alla transenna con fotografi e cine operatori si è fermato sorridendo e salutando con gesti delle mani.

Subito dopo il corteo ha lasciato l’aeroporto di Ciampino scortato da una staffetta delle forze dell’ordine e dei corpi speciali di Polizia e Carabinieri.

Con un secondo aereo atterrato pochi minuti dopo è sbarcata la folta delegazione che accompagna a Roma il leader libico. Muammar Gheddafi ha trovato già montata nei giardini dell’ambasciata di Libia a Roma la grande tenda beduina che sempre lo accompagna nei viaggi all’estero e che è giunta già ieri nella capitale.