“Le dichiarazioni dei Comuni lombardi – spiega il consigliere regionale PD – aiutano a capire cosa si nasconde dietro la richiesta di spostare a nord il tracciato, rinviando sine die l’avvio dei lavori”.

“Finalmente è chiaro a che cosa mira la scelta del centrodestra di appoggiare la richiesta di spostamento del tracciato: vogliono che la Cispadana non sia realizzata in Emilia-Romagna ma in Lombardia e Veneto. Una scelta che avrebbe conseguenze disastrose per le nostre imprese e assesterebbe un colpo durissimo alle potenzialità di sviluppo futuro per il nostro territorio”. Così il consigliere regionale del Partito Democratico Palma Costi ha commentato le dichiarazioni dei Comuni lombardi, favorevoli a uno spostamento a nord del tracciato della Cispadana.

“Come abbiamo sempre ricordato – spiega Palma Costi – il tracciato attuale è stato individuato dal Piano regionale dei trasporti, il PRIT, già nel 1986. Una scelta discussa con i territori e confermata dal successivo PRIT 1998-2010. L’infrastruttura doveva essere realizzata con risorse nazionali, che non sono mai arrivate. Per questo la Regione nel 2006 ha deciso di procedere con lo strumento del Project Financing e ha bandito una gara europea che è stata aggiudicata”.

“Ogni tracciato – prosegue il consigliere PD – presenta un impatto sul territorio e sui cittadini più direttamente interessati, l’attuale come l’alternativa più a nord avanzata da alcuni Comitati, caratterizzata da problematicità legate all’impatto ambientale uguali se non maggiori. Non ci sono motivi dunque per tornare indietro. Tanto più che vorrebbe dire non realizzare più la Cispadana, essendo le procedure per un’opera di questo tipo lunghe, complesse e delicate. Ma a quanto pare è proprio a questo che punta il centrodestra”.

“Non stupisce, infatti – conclude Palma Costi – che i Comuni lombardi appoggino la richiesta di spostamento a nord del tracciato. Sanno che così la realizzazione dell’opera slitterebbe sine die e potrebbe riprendere fiato il loro progetto, finalizzato a realizzare un’infrastruttura analoga ancora più a nord, in Veneto e Lombardia. Un’eventualità che penalizzerebbe i nostri territori e le imprese che oggi vi operano, provocando un depauperamento del tessuto produttivo e una caduta verticale delle opportunità di sviluppo. Questa è, nei fatti, l’attenzione che il centrodestra e la Lega Nord hanno per il bene delle nostre comunità”.