Erano in pochi, a dimostrazione di come un certo tipo di protesta aggressiva ormai non trova troppo consenso, però erano agguerriti. E non si sono limitati alla scuola. Se gli studenti in piazza ieri avessero manifestato solo per i cosiddetti tagli alla scuola, sarebbe stato legittimo, anche se dal mio punto di vista discutibile.
Ma al contrario hanno fatto il solito “minestrone” antagonista, urlando slogan a sostegno del Guernica (cosa avesse a che fare non è dato di sapere), hanno urlato contro i militari passando davanti all’accademia, anche qui chissà cosa c’entra, e infine qualche insulto alla Cisl, perché male non fa.
Cosa questi giovani che appena si affacciano al mondo possano aver capito di difficili trattative sindacali, dove le posizioni sono diverse, non si sa, però gli slogan invece li sanno bene a memoria. Peccato che così acerbi siano già infarciti di luoghi comuni. Qualcuno li fa passare per giovani impegnati, attenti a quello che accade. Purtroppo al contrario sono l’esempio più avanzato del luogo comune politicamente corretto.
Chi vuole davvero la guerra? Chi vuole i licenziamenti? Chi vuole una scuola di basso livello? Nessuno. Ma il problema, lo dico a questi ragazzi, non è cosa, ma come farlo. E fare delle scelte è sempre difficile. Facile invece è ragionare a slogan. Quello che purtroppo qualcuno ha insegnato loro a fare.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)