Aimi: “Moschea a Sassuolo? Fermo restando il principio di libertà religiosa, unanimemente riconosciuto a livello Europeo, ha ragione Caselli. Le moschee non sono solo luogo di culto, ma anche veri e propri centri politici ove hanno sede anche i tribunali coranici. Si deve valutare caso per caso: l’integralismo e l’intolleranza sono altrove”. Leoni: “No a nuove moschee. La sinistra privilegiava gli islamici, noi no”.“Fermo restando il rispetto del principio di libertà religiosa che condivido senza riserve, non posso non appoggiare pienamente la posizione presa dal Sindaco di Sassuolo Luca Caselli in merito al diniego alla richiesta di costruzione di un nuova moschea avanzata dalla comunità islamica sassolese”. Lo ha affermato in una nota il Coordinatore vicario del PDL modenese Enrico Aimi intervenuto per porre l’accento sulla necessità di affrontare questo tema, sempre di strettissima attualità, con “la massima attenzione, ma senza dimenticare alcuni aspetti decisivi e fondamentali. A partire dalla rinnovata richiesta di un messaggio forte e netto di condanna verso il massacro di Cristiani avvenuto nei giorni scorsi in Egitto (per mano degli estremisti islamici), da parte di coloro i quali hanno annunciato di voler scendere in piazza sabato prossimo a manifestare. Non si può poi prescindere, soprattutto alla vigilia della manifestazione, da un necessario sforzo culturale che faccia comprendere una presa di posizione che può apparire, se valutata con superficialità, come intransigente. Innanzitutto ci sono troppi equivoci che il termine moschea evoca. Quando si dice che in Italia esistono svariate moschee si sostiene un concetto improprio e tecnicamente sbagliato. Non si tratta infatti di moschee (masjid o jami), bensì di semplici “sale di preghiera” (musalla), più o meno confortevoli e a volte non in regola con le norme urbanistiche. In realtà le moschee, quelle vere, in Italia, si contano sulle dita di una mano. Intellettuali buonisti, politici di sinistra e anche qualche uomo di chiesa animato da buone intenzioni, affermano che i musulmani hanno diritto a propri luoghi di culto. Queste sono appunto le sale preghiera di cui già dispongono in misura elevata da Bressanone a Capo Pachino. Ma la moschea è qualcosa di diverso, di molto più complesso e non è solo un semplice luogo di culto. E su questo si ingenera la confusione sulla quale poggiano ragionamenti culturalmente errati. La moschea – ha detto ancora il Consigliere regionale dei berlusconiani – è un centro dove la comunità si raduna per affrontare questioni culturali, sociali e politiche oltre che religiose. Normalmente poi, oltre alla scuola islamica, vi è la sede del tribunale coranico che, come noto, non si occupa solo di questioni religiose. Tutta l’azione dell’Islam politico parte proprio dalla moschea e la sua costruzione è spesso percepita e presentata come una “conquista” per i musulmani e un segno di cedimento per l’Occidente, tanto più che, secondo il diritto musulmano, il luogo ove questa sorge acquisisce una sua extra – territorialità e diviene per sempre terra islamica. Senza dimenticare un nodo centrale che non possiamo ignorare: l’Islam non ha attraversato nella sua storia, a differenza dell’Europa, ne’ l’Umanesimo, ne’ il Rinascimento, dai quali è scaturita per noi la separazione tra potere spirituale e quello temporale; l’Islam non ha questa distinzione e, dunque, chi è fedele ai precetti del Profeta rispetta prima il Corano poi le altre leggi, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di difficoltà ad accettare ordinamenti legislativi diversi, in particolare quelli dello stato ospitante di stampo occidentale. E’ fin troppo ovvio, a questo punto, che il dibattito deve necessariamente elevarsi e ricomprendere tutte le categorie di pensiero relative alla poltica dell’Islam. Questi luoghi non possono trasformarsi in palestre culturali e politiche per diffondere, magari attraverso qualche esaltato, ideologie ultra-fondamentaliste incompatibili con le nostre tradizioni e la nostra storia. A differenza della religione cattolica, l’Islam è ragion di stato, diritto, religione. Dobbiamo, in questa fase, essere molto attenti perché, come le cronache giudiziarie hanno in troppi casi dimostrato, le moschee vengono usate come centri di reclutamento per la jihad , la guerra santa, come avvenuto in Iraq o in Afghanistan. In Europa si sono formati, negli ultimi anni, oltre 200 terroristi tanto che in più occasioni l’America ci ha accusato di esserne diventati una fabbrica. Per i musulmani invece disponibili a riconoscere i valori della società che li ospita, andrebbe esaminato, caso per caso, se il luogo di culto che viene richiesto è un luogo di preghiera o qualcosa di più e di diverso. Oggi come oggi, poi, il problema della politica dell’Islam italiano non può che essere affrontato dallo Stato, a livello nazionale. Quanto a Sassuolo e a tanti altri comuni del nostro territorio- ha concluso Aimi – evidenziati i rischi, un no preventivo alle moschee si dimostrerà quasi sempre come la scelta più prudente. Con i tempi che corrono meglio sbagliare per eccesso di prudenza che per troppa faciloneria o, peggio ancora, per grassa ignoranza”.

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“Ho proposto e sostenuto la moratoria per bloccare realizzazione di nuove moschee ufficiali, ma anche per fermare la proliferazione di quelle finte, quelle che si nascondono in luoghi gestiti da associazioni culturali islamiche regolarmente autorizzate, delle quali in realtà non si sa nulla e che tanti problemi di ordine pubblico creano. Sassuolo non ha bisogno di una nuova moschea e soprattutto, stando anche alle dichiarazioni di tanti islamici laici che vivono sul territorio, non ne hanno bisogno nemmeno gli islamici che ci vivono”.  Lo ha affermato il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, in riferimento alla manifestazione organizzata sabato prossimo a Sassuolo dalle associazioni islamiche per chiedere la realizzazione di una nuova moschea. “La cronaca e le analisi svolte dal Ministero e dai servizi segreti confermano come il diritto di culto venga utilizzato troppo spesso come pretesto per legittimare realtà che nascondono ben altri interessi. Non c’è motivo oggi per concedere od autorizzare ad un’associazione, solo perché islamica, l’uso sedi e spazi che non possono essere concessi ad altre associazioni non islamiche che ne fanno richiesta per le loro attività. La politica dei privilegi agli islamici concessi amministrazioni di sinistra è finita. Vogliamo che finisca anche il tempo delle moschee abusive ricavate in cantine, garage, uffici e appartamenti. Purtroppo la legge regionale sull’associazionismo voluta dalla Giunta Errani agevola, anziché prevenire e contrastare, l’apertura dei cosiddetti Musalla,ovvero centri di culto creati dalle associazioni sedicenti culturali islamiche all’interno di appartamenti, uffici, negozi, in deroga alle norme urbanistiche. I risultati, in termini di degrado, illegalità ed insicurezza si sono visti. In consiglio regionale sto combattendo per eliminare questa scorciatoia legislativa che fino ad ora ha consentito la proliferazione di moschee abusive”.