La Corte costituzionale ha dato via libera ai referendum sull’acqua pubblica e sull’energia nucleare. Il commento di Vanni Bulgarelli, Responsabile del Forum Provinciale Ambiente e Territorio del Pd.

«I prossimi referendum ammessi dalla Corte Costituzionale possono costituire una grande occasione per imprimere un cambiamento nella politica ambientale del Paese, contro le scelte vecchie e incoerenti del Governo, su aspetti cruciali come la gestione dell’acqua e dei rifiuti, e l’energia nucleare. Il primo problema è assicurare il superamento del quorum, che da sedici anni non viene raggiunto nelle consultazioni referendarie. Proprio questo aspetto ha motivato la scelta del Pd di non partecipare ai comitati promotori, pur sostenendo la raccolta delle firme per alcuni dei quesiti.

Sulla gestione del servizio idrico la posizione del Pd è chiara: cambiare profondamente le norme volute dal governo, quindi abolizione del decreto Ronchi, che di fatto spinge alla svendita delle aziende pubbliche. Serve comunque una legge organica, che nel confermare l’acqua come bene comune, ridefinisca: i termini della gestione industriale dei servizi, compreso il finanziamento degli investimenti, enormi e necessari; la trasparenza negli affidamenti e l’efficienza delle gestioni, il loro rigoroso controllo pubblico e il carattere sociale delle prestazioni, nella piena attuazione della direttiva comunitaria per la tutela della risorsa. Questo a prescindere dalla natura e dall’assetto societario dei gestori. Il Pd starà nel confronto referendario con le sue idee e le sue proposte contenute in un disegno di legge specifico. Purtroppo resta ancora troppo defilato il tema non meno rilevante, anzi, della gestione dei rifiuti, sempre contenuto nelle norme del Governo, che richiede al pari dell’acqua, un quadro normativo chiaro e innovativo.

Anche sui progetti per l’energia nucleare proposti dal Governo, contro i quali il Pd si è ripetutamente pronunciato, il referendum può consentire di fare chiarezza sulle vere politiche energetiche di cui il Paese ha bisogno. In primo luogo efficienza nei consumi, contenimento dei costi per famiglie e imprese, mentre l’energia nucleare costerebbe di più, e sviluppo delle fonti rinnovabili, non solo fotovoltaico. Diversi organismi scientifici rilevano che è possibile risparmiare circa il 30% dell’energia che oggi consumiamo, soprattutto termica. Proprio i progetti e gli interventi per l’efficienza energetica nelle aziende e nella case possono, come dimostrato grazie agli incentivi fiscali, dare forza alla green economy e al nostro sistema industriale. Proporremo nel confronto referendario ai cittadini, alle forze economiche e sociali, e agli interlocutori politici una discussione in positivo, per innovare e migliorare le politiche ambientali del Paese e promuovere ulteriori sviluppi nelle positive esperienze condotte a Modena e in regione».