Polveri sottili in calo in città e provincia. Il dato, confortante, emerge dai dati, forniti da Arpa di Reggio Emilia, sulla base delle concentrazioni rilevate dalle centraline dislocate sul territorio. Nel 2010, per la prima volta da quando – a partire dal Duemila – si rilevano le PM10, la stazione di viale Timavo a Reggio Emilia ha infatti rispettato il valore limite annuale, pari a 40 microgrammi al metro cubo di aria, attestandosi su un valore di 38 milionesimi di grammo.

“Questo dato rappresenta un risultato certamente molto positivo, soprattutto se raffrontato ai valori rilevati negli ultimi anni – commenta l’assessore provinciale alla Mobilità sostenibile e Qualità dell’aria, Alfredo Gennari – Rispetto al 2006, quando si registrò un valore di 52 microgrammi, il calo è infatti del 27%. Inoltre, sempre negli ultimi cinque anni, le cosiddette “stazioni di fondo”, ovvero tutte le centraline provinciali escluse quelle nell’ambito urbano di Reggio, si sono sempre attestate su una concentrazione media annuale oscillante dai 30 ai 32 microgrammi: nel 2010, pertanto, a fronte di una concentrazione di fondo pressoché costante nel tempo, si è assistito ad una riduzione consistente delle concentrazioni massime di PM10 nei pressi delle strade maggiormente congestionate, come appunto viale Timavo”.

Non nel limite previsto dalla normativa, i dati dei superamenti del valore limite giornaliero sempre delle polveri sottili: il tetto massimo di sforamenti annuale, pari a 35 giorni, è stato infatti superato da tutte le stazioni di monitoraggio dell’intera pianura padana. Ciò è dovuto, come ormai risaputo, alle pessime condizioni meteorologiche che portano al ristagno degli inquinanti nel periodo invernale e autunnale nel bacino padano. Nel 2010 i giorni di superamento nelle stazioni di fondo sono stati mediamente 50, contro gli 84 nella stazione di viale Timavo: un dato in linea con quello del 2009 (furono 80); che conferma comunque un sensibile calo rispetto ai 146 sforamenti del 2006, ai 139 del 2007 e ai 110 nel 2008.

Un altro dato interessante, la cui lettura deve essere associata a quella delle PM10, è quello che riguarda la rilevazione della concentrazione delle PM2.5, attivata nella nostra provincia, fra le prime in regione, dal 2008. Il valore limite di concentrazione annuale delle PM2.5 è stato fissato dalla normativa nazionale entrata in vigore lo scorso 30 settembre, che ha finalmente recepito la direttiva europea del 2008, in 25 microgrammi al metro cubo d’aria.

Le stazioni di monitoraggio Arpa hanno rilevato una concentrazione media annuale di PM2.5 pari a 20 microgrammi a Castellarano, 22 a Reggio Emilia e 24 a Guastalla, tutti dunque entro il valore limite. I dati 2010 risultano essere analoghi a quelli rilevati negli anni precedenti e dimostrano come il 75% delle PM10 sia costituito da PM2.5, percentuale che in inverno è ancora più elevata: ciò significa che la stragrande maggioranza della massa delle polveri fini è costituita da particelle di diametro molto fine. Queste sono generate soprattutto da meccanismi di formazione secondaria, ovvero da reazioni chimico-fisiche che avvengono in atmosfera tra gas precursori come gli ossidi di azoto.

Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2) – che a differenza delle polveri sottili assume concentrazioni molto più diversificate, principalmente a causa della vicinanza o meno ad arterie stradali o aree industriali – nel 2010 i dati rilevati variano dai 26 microgrammi al metro cubo riscontrati nella campagna reggiana ai 30-32 microgrammi nelle aree più antropizzate, per salire ai 38 di Casalgrande e di Reggio Emilia città, con punta di 46 microgrammi in viale Timavo. Proprio la centralina di viale Timavo è dunque l’unica a non rispettare il valore limite di legge, fissato in 40 microgrammi. A differenza delle polveri sottili, per il biossido di azoto il trend appare costante e, purtroppo, non si può ancora parlare di parziali risultati positivi raggiunti.

L’ozono, inquinante esclusivamente estivo, è rilevato a Reggio Emilia, a Guastalla e a Castellarano. Generalmente si assiste a valori di ozono mediamente più elevati in campagna che in città, mentre a sud di questa, dunque nella prima collina, i valori sono lievemente inferiori. L’ozono è rilevato anche nella stazione di Febbio, cioè in alta montagna, ma in quota l’ozono assume dinamiche molto diverse che devono essere analizzate separatamente e dunque tali risultati non possono essere comparati con quelli delle altre centraline.

A fronte di un numero massimo ammissibile di 25 giorni di sforamenti annuali del valore limite di 120 microgrammi al metro cubo d’aria, nel 2010 si sono registrati 51 superamenti a Reggio Emilia e 53 nella Bassa reggiana: valori leggermente inferiori invece nell’area pedecollinare ove i superamenti sono stati 42.

Per quanto riguarda infine benzene, monossido di carbonio e altri microinquinanti – che sono rilevati unicamente nei pressi delle stazioni da traffico e da anni rispettano pienamente i limiti normativi – l’Arpa ha registrato una diminuzione dei valori medi annuali rispetto agli anni precedenti. La media annuale di benzene si è infatti attestata a soli 1,5 microgrammi al metro cubo d’aria in viale Timavo e a 1 a Casalgrande, a fronte di un valore limite pari a 5 microgrammi. Bassi anche i valori di monossido di carbonio che si attestano su concentrazioni medie annuali inferiori a 0,5 mg/m3 e senza superamenti del valore limite.

“Insieme ad Arpa, che svolge tutti i monitoraggi e le elaborazioni dei dati, ai Comuni ed alla Regione, la Provincia di Reggio Emilia ha sempre dedicato grande attenzione alla qualità dell’aria – commenta l’assessore provinciale Alfredo Gennari- Accolgo quindi con soddisfazione i positivi risultati raggiunti nel 2010, anche perché è una problematica molto vasta che coinvolge tutti i territori del bacino padano e sulla quale è molto difficile ottenere i miglioramenti che noi tutti auspichiamo. I segnali positivi registrati sulla qualità dell’aria sono influenzati dall’attuale crisi economica, ma sicuramente si cominciano a vedere anche i primi risultati di tutte le azioni attuate in questi anni. Per rendere ancora più “pulita” l’aria che respiriamo serve l’impegno di tutti, dagli Enti ai singoli cittadini, chiamati ad adottare nuovi stili di vita: utilizzare il trasporto pubblico o la bicicletta, o se possibile muoversi a piedi, invece di ricorrere ai mezzi privati, migliora la qualità dell’aria, ma anche della nostra vita”.

Da Arpa previsioni sul Web

Importanti novità anche dall’Arpa che da quest’anno, oltre alla pubblicazione dei dati rilevati dalle stazioni di monitoraggio, aggiunge sul portale web (www.arpa.emr.it/aria) un innovativo strumento che permette di consultare le previsioni fino a tre giorni della qualità dell’aria, con buona definizione di dettagli. Le mappe di previsione e di analisi degli inquinanti (novità assoluta in Italia con una definizione così elevata e per aree prive di centraline) sono prodotti da modelli matematico-statistici che si basano sulla meteorologia e sulle misure delle centraline, riproducendo i principali fenomeni che riguardano gli inquinanti atmosferici.

Nelle mappe di previsione si vede l’andamento giornaliero dell’indice di qualità dell’aria (IQA), che è basato su i tre principali parametri PM10, NO2, O3, al fine di rappresentare sinteticamente lo stato complessivo della qualità dell’aria.