La giunta, su iniziativa dell’associazione La Comune del parco di Braida, ha incontrato i residenti del quartiere per illustrare i progetti di riqualificazione e di recupero dei palazzi chiusi e del comparto Cisa-Cerdisa. Il commento del capogruppo Pd in Consiglio comunale Susanna Bonettini.
“Abbiamo la conferma che questa giunta non ha un progetto organico e complessivo di riqualificazione ma va avanti a spot senza aver chiara la prospettiva del quartiere. Ribadiamo la scelta scellerata di procedere con la costruzione del centro pasti perché questo preclude per il futuro la possibilità di avere una scuola primaria per il quartiere.
Là dove è stato abbattuto il palazzo di via S.Pietro dalla precedente amministrazione, è stato modificato il progetto che prevedeva due palazzine da destinare a sede della polizia municipale e croce rossa oltre a sale riunioni per il quartiere e appartamenti da destinare a famiglie di forze dell’ordine. Si è scelto di procedere con un unico blocco, molto impattante, e ci auguriamo che il progetto definitivo sia qualificante dal punto di vista architettonico, perché in un quartiere come Braida è importante anche la qualità urbanistica. La giunta ha scelto di eliminare gli appartamenti, che per noi erano un presidio importante di notte quando gli uffici sono chiusi, dicendo che non ce n’era bisogno. Poi, ieri sera il Sindaco ha dichiarato che – caso mai un giorno dovesse sbloccarsi la situazione del condominio “I gerani” chiusi dalla precedente amministrazione – gli appartamenti di proprietà del Comune in quel condominio verranno destinati alle famiglie delle forze dell’ordine. Quindi nessuna certezza e quegli appartamenti continuano a restare chiusi.
Comparto Cisa-Cerdisa: è prevista la costruzione di un supermercato senza galleria commerciale, servizi per i cittadini (non bene identificati), un cinema multisala, se si troverà un privato interessato a costruirlo più residenza come previsto dagli strumenti urbanistici. Nessun intervento è previsto per l’abbattimento di tutto il complesso di via Adda che sarebbe stata la reale riqualificazione di quella zona. Quando uffici e centro commerciale si sposteranno nei nuovi palazzi cosa succederà in tutta quella parte che rimarrà vuota? Così come rimarrà vuota tutta la parte dei “quadrati” dopo che avverrà il trasferimento della polizia municipale nella nuova palazzina.
Per quanto riguarda il palazzo chiuso (sempre dalla passata amministrazione) di via circonvallazione 189 abbiamo saputo che ci sono alcuni privati interessati all’acquisto. Il problema è che la proprietà è molto frammentata (circa 60 diversi proprietari), molti con un mutuo acceso, molti stranieri che se ne sono andati ma anche molti italiani che hanno fatto speculazioni. Non abbiamo capito chi tratterà per le diverse compravendite.
L’altra questione rimane la destinazione: i potenziali investitori non vorrebbero residenza ma solo direzionale e commerciale in particolar modo per fare negozi monomarca. Ci chiediamo: che senso ha fare ulteriori uffici e negozi in uno spazio dove già ce ne sono tantissimi chiusi e coi nuovi spostamenti ce ne saranno altri? Una residente, intervenendo in assemblea, ha detto che Braida non ha bisogno di uffici e negozi ma di spazi comuni di aggregazione e servizi per il quartiere. Che non ha bisogno di ulteriori cementificazione ma di recupero di tutto ciò che è già vuoto e chiuso. Noi la pensiamo esattamente come lei. Non si è parlato ovviamente della Moschea di via Cavour che in campagna elettorale la giunta aveva promesso di chiudere ma che dopo due anni di governo Caselli-Menani è ancora al suo posto.
In conclusione: poche idee e confuse».