«Ho letto con sorpresa la ricostruzione che Sighinolfi ha fatto di quanto avvenuto sabato scorso a Sassuolo, è una ricostruzione che non risponde al vero». Inizia così il colloquio telefonico tra Sassuolo2000 e il giornalista Nello Rega che ci ha contattato per «fare il punto su quanto avvenuto sabato scorso».
«E’ una cosa molto bizzarra – ci spiega Nello Rega – mi stupisce questa sua lettera aperta visto che proprio sabato scorso un dirigente del PD regionale, Lorenzo Rabazzini, aveva preso le distanze dalle affermazioni fatte da Enrico Maria Sighinolfi contro l’assessore Claudia Severi». Affermazioni che, permetteteci di scriverlo, fanno un certo effetto se a pronunciarle è un giornalista che paga la scelta di difendere le proprie idee con minacce ed una vita sotto scorta.
«Le cose non sono avvenute così come le ha ricostruite Sighinolfi. Quando Claudia Severi è andata via sono state proferite parole con un linguaggio che non appartiene alla civiltà, al dialogo, neppure allo scontro politico». La vicenda è nota ma vale la pena ribadirla. Enrico Maria Sighinolfi stava chiacchierando con Claudia Severi ed un gruppetto di altre persone sulla battaglia contro l’imposizione del burqa, quando l’assessore se n’è andata Sighinolfi ha commentato. «Sappiamo di cosa ha bisogno la Severi», una frase che lascia supporre una chiara metafora sessuale.
«Io sono un giornalista e non faccio politica – prosegue Rega – non mi interessa entrare in questa diatriba politica. Ciò che mi preme è ribadire che non si possono pronunciare certe frasi verso una donna, facendola diventare un oggetto. Un atteggiamento che stride ancora di più quando ad assumerlo è un esponente del Pd che si batte per i diritti delle donne facendo battaglie e manifestazioni». Arrivati a questo punto una cosa preme a Rega, come uomo e giornalista: «Spero che i dirigenti del Pd prendano le distanze da questa vicenda, non perché le offese riguardano un assessore, ma perché sono state pronunciate nei confronti di un essere umano, di una donna che merita rispetto».
Se il confronto in politica è sulle offese personali credo che allora si sia persa la dimensione vera del fare politica. L’avversario va sempre rispettato, così come ci ha insegnato Voltaire, che certamente non appartiene alla cultura della destra. In questo momento, su argomenti seri quali la convivenza, l’integrazione servono confronti seri, senza pregiudizi e esenti da preconcetti. Così come a Sassuolo ha detto nel suo videointervento il Vicepresidente Vicario dell’Europarlamento, on. Gianni Pittella del Pd. Allora Sighinolfi abbia il coraggio su questo di “diffidare” il suo compagno di partito e di dire che la politica è fatta non di dialogo ma di offese personali. Sempre che ne abbia il coraggio! ».
Una versione dei fatti che vanterebbe numerosi testimoni: «Una decina di persone ha sentito ciò che è stato detto, si tratta di agenti della Digos e di carabinieri, servitori dello Stato. Se non possiamo fidarci neppure di loro di chi altro dovremmo fidarci?».