Professionisti incensurati, alcuni anche con un titolo di studio universitario e con attività lavorative remuneratrive, ricevevano dalla Calabria quantitativi medi di cocaina per poi gestirla in modo autonomo e rivenderla sulla piazza bolognese. Questa una particolarita’ dell’indagine dei carabinieri di Bologna che ha permesso di sgominare un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Complessivamente sono state emesse dal Gip di Bologna 32 ordinanze cautelari di cui 21 in carcere e 11 agli arresti domiciliari. Non tutte le misure sono state eseguite anche perche’ alcune riguardano cittadini stranieri che probabilmente sono reimpatriati. Sono 90, in totale gli indagati e nel corso dell’operazione, partita due anni e mezzo fa, sono stati sequestrati sei chilogrammi di cocaina.  A cinque arrestati (tre calabresi e un bolognese) si contesta il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti mentre per gli altri si ipotizza la detenzione e lo spaccio di droga. I militari hanno anche identificato circa 300 assuntori di cocaina tra cui molti professionisti, avvocati, commercialisti, medici,infermieri, attori e commercianti.

Le indagini sono iniziate nell’ottobre 2008 dopo il monitoraggio di una pizzeria d’asporto nel quartiere San Donato. Dalle successive verifiche e’ emerso che la droga proveniva parte dall’area calabrese di San Luca e parte dall’Albania e dall’Olanda per poi essere distribuita a macchia di olio sul capoluogo emiliano. Lo stupefacente poi veniva confezionato e venduto ai clienti presso un distributore di benzina nella prima periferia di Bologna. Proprio vicino a questo benzinaio sono stati fermati alcuni spacciatori.