La rete commerciale modenese è articolata in circa 11 mila attività con oltre un milione di metri quadrati di superficie di vendita e una netta prevalenza delle strutture di vicinato e medio piccole, cresciute nell’ultimo decennio. Nella grande e media distribuzione alimentare Modena presenta dati in linea con quelli regionali (216 metri ogni 1000 abitanti), mentre nel settore non alimentare la dotazione pro capite è superiore alla media regionale per le strutture di vicinato e medie, mentre è notevolmente inferiore, meno della metà, per la grande distribuzione.
Parte da questa fotografia, sintesi dell’indagine presentata in aprile in apertura della Conferenza di pianificazione del Piano provinciale del commercio (Poic), la riflessione del presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, insieme all’assessore alle Politiche per l’economia locale Daniela Sirotti Mattioli, in vista della ulteriore fase di confronto con le associazioni di categoria annunciata lunedì 30 maggio in occasione della seduta conclusiva della Conferenza. Il primo appuntamento è già fissato per lunedì 6 giugno.
«E’ evidente – spiega Sabattini – che le richieste di nuove aree commerciali presentate dai Comuni per un valore complessivo di circa tremila metri di alimentari e 17.429 metri di non alimentari da attivare subito non rappresentano stravolgimenti dell’equilibrio che caratterizza la rete. Soprattutto perché accompagnano la crescita demografica della nostra provincia (oggi siamo in 700 mila abitanti, 72 mila in più rispetto a dieci anni fa) e non prevedono – sottolinea Sabattini – consumo di nuovo terreno, ma solo processi di riqualificazione urbana e riutilizzo di edifici già destinati ad attività economica».
Questa non significa, però, che le richieste degli operatori del settore non debbano essere valutate e approfondite, «anche se – osserva Sabattini – non possiamo non evidenziare una contraddizione in chi ci chiede di svolgere come Provincia un ruolo di programmazione e poi reclama una moratoria assoluta, il congelamento della situazione. Se fosse così ci sarebbe ben poco da programmare».
La Conferenza di pianificazione ha invece deciso di sottoporre a Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale le aree richieste dai Comuni e «la valutazione ci dirà se queste aree sono compatibili con il nostro tessuto urbanistico» spiega Sabattini per sottolineare che solo dopo questo passaggio verranno assunte le decisioni per la definizione puntale del Poic da presentare al Consiglio provinciale.
Nel valutare le richieste dei Comuni, aggiunge Sabattini, abbiamo «il dovere di garantire la libera concorrenza e di offrire opportunità di sviluppo economico in grado anche di creare occupazione: prevediamo infatti che questi investimenti possano attivare alcune centinaia di posti di lavoro, soprattutto per i giovani. Ma ancora prima di aprire i nuovi negozi, saranno le imprese edili e gli artigiani ad avere nuove occasioni di lavoro e sarà importante fare in modo che siano quelle locali a essere tenute maggiormente in considerazione». In un momento di crisi e di calo dell’occupazione «è necessario – spiega ancora il presidente – stimolare tutti gli investimenti che possono garantire sviluppo, investimenti che saranno completati non oggi, ma fra 3 o 4 anni. E’ necessario però partire subito, aggredire la crisi e mettere in campo nuove opportunità. E se tra quattro anni i consumi non saranno ancora ripartiti – aggiunge – penso che il problema non sia il Piano commerciale».
Per Sabattini, inoltre, alla luce degli effetti della crisi le associazioni di categoria sollevano questioni da tenere in considerazione rispetto all’esigenza di garantire il sostegno alla piccola imprenditoria commerciale e al commercio nei centri naturali («che deve continuare a non essere penalizzato dall’apertura di nuove strutture, come del resto è avvenuto negli ultimi anni in cui i piccoli esercizi sono aumentati più che nel resto della regione») e questo risultato si può ottenere «proponendo ai Comuni un vero e proprio patto per utilizzare a questo scopo una parte degli oneri di urbanizzazione che incasserebbero con le nuove aperture, ma anche con un impegno a un monitoraggio dell’impatto delle medie e grandi strutture alimentari su viabilità e accesso delle aree, sospendendo per tre anni il rilascio di autorizzazioni commerciali e la pianificazione di queste tipologie».
A questo si aggiunge un’ulteriore richiesta rivolta ai Comuni: «Nella pianificazione del Poic 2006 sono presenti oltre 220 mila metri quadrati di superficie di vendita, in gran parte residuo delle pianificazioni precedenti. Credo sia possibile ridiscuterle almeno in parte. Con il Poic 2011 contiamo di togliere alcune aree per grandi strutture (cinque a Mirandola e una a Bastiglia) ma penso che si possa anche andare oltre».
CINQUE RIQUALIFICAZIONI E 2 NUOVE AREE. L’AUMENTO IMMEDIATO SAREBBE DI CIRCA 20MILA MQ
Due nuovi insediamenti – uno dei quali, a Concordia, da realizzarsi nel medio-lungo termine in quanto legato al casello della Cispadana – e cinque riqualificazioni di strutture di vendita esistenti, per una superficie di vendita aggiuntiva complessiva di 22.429 metri quadrati di non alimentare (solo 17.429 dei quali si prevede che partiranno subito) e 1.630 di alimentare.
Sono queste le aree per le quali verrà fatta la Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale nel percorso di definizione del Piano commerciale.
I nuovi insediamenti sono quello di via Morandi a Modena (10 mila metri di non alimentare) e Concordia, nella zona dove verrà realizzato il casello della Cispadana (5 mila metri quadrati non alimentari).
Cinque le riqualificazioni di strutture di vendita esistenti, con miglior utilizzo di spazi e contenitori commerciali dal punto di vista energetico e di sostenibilità ambientale: a Campogalliano (Emmezeta-Conforama in via del Passatore, + 3.341 metri quadri di non alimentare); a Castelfranco (Mercatone di via Archimede, + 2.045 metri quadri di non alimentare); a Finale Emilia (centro commerciale La Torre, + 710 metri quadrati non alimentare); a Sassuolo (Esselunga di via Circonvallazione, + 200 mq di non alimentare e 600 di alimentare) e a Formigine, dov’è previsto il trasferimento della Coop di via Giardini che si sposterebbe, ampliandosi, nel comparto ex Bonollo con un aumento di 1.133 metri quadrati di non alimentare e 1.030 di alimentare.
Tra le richieste presentate dai Comuni in Conferenza di pianificazione e da valutare nell’ambito della definizione del Piano c’è anche la trasformazione di 1.500 metri quadrati da non alimentare a alimentare nella grande struttura già pianificata nel 2006 di Appalto di Soliera, con possibilità di ulteriori 1.000 metri quadrati di alimentare per trasferimento di una struttura alimentare esistente da uno dei comuni dell’Unione Terre d’Argine.
Restano confermati, inoltre, gli interventi già previsti dal Piano commerciale del 2006 (quale, ad esempio, l’area ex Bugatti di Campogalliano) che possono essere realizzati anche in mancanza di un nuovo Piano.
IL PERCORSO PER L’APPROVAZIONE. IL POIC IN CONSIGLIO IN LUGLIO, POI LE OSSERVAZIONI
Il Piano operativo degli insediamenti commerciali (Poic) potrebbe essere presentato al Consiglio provinciale in luglio. Terminata la Conferenza di pianificazione, infatti, è iniziato il percorso per la definizione puntuale del Piano, anche dal punto di vista normativo, che il Consiglio dovrà adottare. Dopo l’adozione e la pubblicazione sul Bur si apriranno i termini per le osservazioni: 60 giorni ai quali se ne aggiungono 45 per l’Intesa con la Regione. Solo dopo questi passaggi il Consiglio provinciale potrà approvare definitivamente il provvedimento.
Le linee strategiche per la revisione del Poic sono state approvato nell’ottobre del 2010 dal Consiglio provinciale dopo un percorso iniziato in marzo insieme a Comuni, associazioni di categoria e sindacati.
Nei successivi incontri di ambito territoriale è stato verificato lo stato di attuazione della precedente pianificazione e valutate le prime proposte di nuove aree, mentre tra gennaio e marzo 2011 si sono svolti gli incontri a livello locale con le forze economiche e sociali per avviare il percorso di concertazione in vista della Conferenza di pianificazione che si è sviluppata in cinque sedute dal 18 aprile al 30 maggio.



