La Snatt non è un’azienda in crisi, semplicemente ha deciso di non voler riconoscere il Contratto Nazionale siglato dalle Centrali Cooperative e Cgil Cisl e Uil, un contratto non certamente oneroso e applicato nel nostro paese da tutto il sistema degli appalti, e di far dare l’appalto a Cooperative che applicano il Contratto dell’Unci, giudicato indegno dal tribunale di Torino.
Vuol dire che i lavoratori delle nuove cooperative per lavorare hanno dovuto accettare una retribuzione inferiore del 35% al contratto da noi rivendicato.
Per questa ragione i lavoratori e le lavoratrici della GFE sono in lotta: non hanno accettato di lavorare in condizioni indegne e senza la possibilità di organizzarsi sindacalmente
Per questa ragione l’arroganza di Fagioli, titolare di Snatt, e del suo avvocato Piccinini non possono trovare cittadinanza a Reggio Emilia e in Emilia Romagna.
Quella dei facchini e delle facchine della GFE è una questione di civiltà, di dignità, di sostegno ad un modello economico che deve alienare chi fa concorrenza sleale e giocata sulla pelle dei lavoratori.
Lavoratrici e lavoratori che dopo sette mesi non riescono a pagare le bollette di luce e gas, hanno le macchine ferme perchè non possono pagare l’assicurazione, non riescono a pagare gli affitti, ci stanno insegnando cosa significa dignità e rispetto della persona, ci dicono che lavorare 50 ore alla settimana a 800/900 € al mese non è degno di un paese civile.
Fagioli e la Piccinini deridono tutto questo e continuano ad alimentare la tensione sociale.
Nei prossimi giorni il tavolo di trattativa deve per forza riprendere partendo da quanto già convenuto con la Regione e le Centrali cooperative: la ricollocazione dei 185 lavoratori e lavoratrici GFE e l’applicazione del Contratto siglato con le centrali cooperative.
Se non riprenderà il confronto la vertenza di Reggio Emilia assumerà portata regionale.
Se non riprenderà il tavolo di trattativa i lavoratori GFE hanno deciso forme di lotta specifiche ma estreme, che possono mettere a rischio la loro vita.
E’ responsabilità di tutti evitare che ciò accada, con il riconoscimento della inaccettabilità del comportamento di Fagioli (sostenuto dal suo avvocato) e con la messa in campo di una soluzione in grado di rispondere positivamente alle lavoratrici e lavoratori.
Sulla vertenza Snatt si gioca il futuro di un economia che opera per un modello di sviluppo sostenibile, socialmente equo, di qualità.
Antonio Mattioli – Responsabile Politiche contrattuali Cgil Emilia Romagna