Il 20% del carico totale di malattia nei paesi industrializzati può essere imputabile a fattori ambientali, e le vittime principali sono i bambini. Un sesto delle malattie di infanzia ed adolescenza sono attribuibili, secondo una stima dell’Oms, anch’essi a fattori ambientali.
L’associazione qualità dell’aria-malattie respiratorie è ormai dimostrata in molti studi: negli ultimi decenni in tutt’Europa sono aumentati i casi di asma e allergie, e mediamente il 10% dei bambini presenta sintomi asmatici. Sono dati contenuti nel rapporto Apat relativo allo studio di fattibilità nazionale degli indicatori ambiente e salute proposti dall’Oms e presentati oggi presso il Policlinico Umberto I di Roma.
“Di fronte a questi numeri – ha commentato il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli – intervenuto al convegno – si rende sempre più necessaria ed urgente una strategia comune tra tutti i paesi, indipendentemente dalla ratifica o meno del Protocollo di Kyoto. Pensare che sia solo la ratifica di quel Protocollo la strada per superare i problemi è errato. Occorrono strategie diverse e disponibilità di maggiori risorse finanziarie per affrontare questa che è un’emergenza da cui non si può prescindere”.
Matteoli ha sottolineato, a conferma di questo, come il tema ambiente “sia l’unico che veda tutti quanti d’accordo, l’unico dove difficilmente si registrano significative diversità di vedute e contrasti. Di qui l’esigenza di affrontare con decisione la questione”.
Un altro dato emerso dice che in Europa l’onere totale annuale delle malattie polmonari è stimato nell’ordine di circa 102 miliardi di euro, pari al Pil dell’Irlanda. Le broncopatie croniche sono le più onerose, con 38,7 miliardi di euro all’anno, di cui il 74% dovuto a giorni di lavoro persi per malattia. E l’ambiente gioca un ruolo chiave in questa realtà.