Il vicesindaco del Comune di Reggio Emilia, Filomena De Sciscio, e l’assessore comunale alla Coesione e Sicurezza sociale Franco Corradini hanno portato oggi, nell’Aula magna dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il saluto della città alla prima delle tre giornate dal titolo ‘Scuola di buone prassi’, dedicate alle politiche attuate dalle comunità locali per la promozione del dialogo interculturale e la coesione delle comunità.
L’appuntamento reggiano, al quale partecipano decine di città italiane ed europee, è promosso dal Comune di Reggio Emilia – Assessorato alla Coesione e Sicurezza sociale, dalle Fondazioni Manodori e Mondinsieme, dall’Università di Modena e Reggio Emilia e dal Centro Internazionale Loris Malaguzzi, che hanno collaborato nell’organizzazione dei seminari. Le istituzioni europee sono rappresentate tra l’altro da Irena Guidikova, coordinatrice del Programma Intercultural Cities del Consiglio d’Europa, e dagli esperti del Consiglio d’Europa.
La Scuola proseguirà domani, nel centro internazionale Malaguzzi, con le sessioni a tema e venerdì 7, nella Sala del Tricolore, con la seduta plenaria conclusiva.
L’INDICE DELLE CITTÀ INTERCULTURALI
Nel corso della prima giornata sono stati tra l’altro presentati i risultati dell’Indice delle città interculturali (Index), realizzato dalla Commissione europea analizzando il lavoro di 12 città dell’Unione. Oltre a Reggio Emilia, Oslo (Norvegia), Neukolln (Berlino, Germania), Izhevsk (Russia), Melitipol (Ucraina), Neuchatel (Svizzera), Patrasso (Grecia), Sechenkivsky (Ucraina) Duisburg (Germania), Città del Messico (Messico) e Lublin (Polonia). Si tratta di un sistema di valutazione che mette a fuoco le strategie e il lavoro svolto da ogni città nel suo insieme e fornisce raccomandazioni riguardo a impegno della città; il sistema di istruzione; il vicinato (quartieri); i servizi pubblici; le imprese e il mercato del lavoro; le politiche pubbliche per le attività culturali e sociali; gli spazi pubblici; la mediazione e la risoluzione dei conflitti; la lingua; i mezzi di comunicazione di massa; la prospettiva internazionale; l’intelligenza e la competenza; l’accoglienza e la governance. Ne consegue un confronto che è puramente indicativo, poiché vi è grande differenza tra le città in termini di sviluppo storico, tipo e scala delle diversità, modelli di governance e legislazioni nazionali e livelli di sviluppo economico.
L’Index è dunque uno strumento di lavoro per le città, più che una valutazione oggettiva.
LA SITUAZIONE A REGGIO EMILIA E I SUGGERIMENTI DELL’EUROPA
Facendo riferimento all’impegno delle autorità locali riguardo ai principi interculturali, dall’index europeo emerge che Reggio Emilia è una città complessivamente molto attiva, con un 78% di obiettivi raggiunti, al di sopra della media delle 12 città.
I punti forti di Reggio Emilia sono la politica nei quartieri, dove con un indicatore dell’88% la città si colloca al secondo posto, la mediazione e la risoluzione dei conflitti, gli scambi commerciali, di conoscenze e turistici con le altre realtà (‘prospettiva internazionale’) e le politiche che rispondono alla presenza di differenze culturali (‘politiche per intelligence’). In questi ambiti, la città si colloca ai primi posti dell’Index e ottiene percentuali tra le più alte di tutte le 12 città, tra il 90% e il 100%.
Alta anche la percentuale di successo della politica scolastica (67%), anche se restano da migliorare alcuni aspetti, tra i quali la presenza di insegnanti stranieri, ostacolata da una legislazione diversa rispetto agli altri Paesi dell’Unione.
Ancora carenti, invece, le politiche nel servizi pubblici, che dovrebbero essere più aperti alle innovazioni portate dai gruppi etnici minoritari, e quelle per le imprese e il mercato del lavoro (settore che sconta ritardi in molte città europee), dove si richiede un maggiore impegno contro le discriminazioni.
Gli ambiti dove viene richiesto un maggiore impegno sono inoltre le politiche per la cultura, la vita sociale e gli spazi pubblici, l’accoglienza, la lingua, la governance e, in parte, i mezzi di comunicazione.
Al termine dell’analisi, l’Index contiene alcuni suggerimenti che potrebbero contribuire a migliorare e bilanciare alcuni aspetti delle politiche interculturali di ogni città. Per Reggio Emilia, tra l’altro, si propone di:
Migliorare il sistema scolastico, assicurando che la provenienza etnica degli insegnanti rispecchi la diversità della popolazione in una parte maggiore di scuole.
Migliorare le iniziative nei servizi pubblici, facendo sì che la provenienza etnica degli impiegati pubblici di Reggio rispecchi quella degli abitanti della città.
Adottare un documento che bandisca le discriminazioni in tutte le organizzazioni legate al mondo del lavoro e incoraggiando il mondo delle imprese a facilitare la mescolanza tra culture diverse.
Si invita a considerare l’ipotesi di sviluppare le politiche per la cultura e la vita sociale adottando l’interculturalismo come criterio nello stanziamento dei contributi alle associazioni, prendendo in considerazione le provenienze etniche dei cittadini nel progettare e gestire nuovi spazi pubblici e nuove biblioteche e incoraggiando la mescolanza interculturale negli spazi pubblici.
Migliorare le iniziative per la lingua, offrendo un aiuto finanziario a giornali, riviste e programmi radiofonici delle minoranze e trasmettendo programmi televisivi nelle lingue delle minoranze. La città potrebbe inoltre valutare ulteriori politiche per i mezzi di comunicazione fornendo un patrocinio o tutoraggio per i giornalisti provenienti dalle minoranze.
Si potrebbero esplorare ulteriori politiche di accoglienza, istituendo servizi appositi che offrano sostegno a familiari e studenti.
Secondo il documento, infine, l’Amministrazione di Reggio Emilia potrebbe allargare le politiche di governance istituendo un organismo politico indipendente che rappresenti tutte le minoranze etniche che vivono in città e fissando degli standard nella rappresentanza delle minoranze negli organismi previsti per legge per la funzionalità delle scuole e degli organismi pubblici.
IL SALUTO DEL VICESINDACO DE SCISCIO
Il vicesindaco Filomena De Sciscio ha portato il saluto del sindaco Graziano Delrio, che si trova a Brindisi alle Assise dell’Anci, ricordando tra l’altro la necessità di “uscire dagli stereotipi per creare intorno ai migranti una rete di aiuti, facilitazioni, relazioni che permettano loro di uscire dalla solitudine e di sentire un senso di appartenenza e di comunità. L’interculturalità – ha detto ancora De Sciscio – rappresenta una modalità di approccio che deve informare tutte le politiche locali e governative, se si vuole che la nostra comunità possa svilupparsi traendo il massimo vantaggio dalla presenza dei nuovi soggetti sociali che sono entrati a farne parte. L’interculturalità presuppone che si operi concretamente per diffondere una condivisione di principi irrinunciabili, comuni a tutti, che attengono al rispetto dei valori umani e della legalità, e che si favorisca il confronto e la contaminazione tra le diverse culture di cui sono portatori vecchi e nuovi cittadini, stimolando la creatività e l’innovazione. In questa direzione il nostro Comune, insieme a 19 associazioni della società civile e all’editore Carlo Feltrinelli, si è fatto promotore della campagna nazionale “L’Italia sono anch’io”, per fare in modo che i minori nati o cresciuti nel nostro Paese possano essere considerati italiani e possano partecipare a pieno titolo alla vita pubblica ed essere considerati risorse al servizio del bene comune”.