(Adnkronos) – E’ finito in archivio il procedimento che vede indagato per aggiotaggio e insider trading Silvio Berlusconi in relazione alla vicenda Alitalia e alle notizie diffuse nel 2008 quando erano in atto le iniziative riguardanti la sorte dell’Alitalia. Lo ha deciso il gip Stefano Meschini il quale nel concludere con un decreto d’archiviazione la vicenda, come richiesto dalla Procura della Repubblica ha sottolineato che Berlusconi ”non diffuse false notizie ne’ pose in essere artifizi idonei concretamente a provocare l’alterazione del prezzo delle azioni Alitalia poiche’ era intenzionato a trovare una valida alternativa all’offerta avanzata dalla societa’ francese Air France klm attraverso il reperimento di una cordata di imprenditori italiani interessati all’acquisto della societa’ Alitalia cosi’ che la proprieta’ e quindi la gestione di quest’ultima rimanessero in ambito nazionale”.A provocare l’inchiesta svolta dal procuratore aggiunto Nello Rossi era stata la denuncia di un avvocato di Lecce Francesco Toto il quale in sostanza denunciava ”un comportamento illecito ed ingiusto dell’onorevole Silvio Berlusconi (all’epoca all’opposizione) che censurando con una pluralita’ di dichiarazioni la convenienza economica del piano di acquisto di Alitalia proposto da Air France e sponsorizzando la costituzione di una cordata di imprenditori italiani per il salvataggio di Alitalia avrebbe posto in essere un’indebita interferenza determinando con la diffusione di notizie non veritiere il recesso di chi stava trattando per la conclusione del contratto e al tempo stesso una turbativa del mercato mobiliare borsistico attraverso false formazioni privilegiate”.

Il gip Meschini esclude poi che a Berlusconi possa essere contestato il reato di insider trading in quanto ”non risulta che sulla vicenda sia venuto in possesso direttamente di informazioni privilegiate, cioe’ di carattere preciso, che non siano state rese pubbliche concernenti direttamente o indirettamente uno o piu’ emittenti strumenti finanziari o uno o piu’ strumenti finanziari che, se resi pubblici, avrebbero potuto influire in modo sensibile sui prezzi di tali strumenti”.Secondo il giudice Berlusconi ”si e’ limitato a manifestare volonta’, intendimenti, progetti di carattere politico-economico, riguardanti la sorte di Alitalia in base a dati di pubblico dominio e, per cio’ stesso, oggetto di contrastanti valutazioni nel dibattito pubblico relativo al destino della compagnia di bandiera, senza esprimere alcun dato tecnico e soprattutto alcuna notizia di carattere riservato privilegiata e tale da influire al di la’ della fonte da cui proveniva sensibilmente sui prezzi delle azioni Alitalia”.Nella motivazione del provvedimento si aggiunge poi che ”nell’esporre pubblicamente i suoi convincimenti e l’orientamento della sua parte politica sulla situazione di Alitalia, Berlusconi non ha diffuso notizie false, ne’ posto in essere artifici, ma ha esercitato le sue legittime prerogative di politico e di parlamentare”.