La recente aggiudicazione di una gara di appalto indetta dal comune di Castelnovo né Monti riguardante lavori di riqualificazione del centro sportivo per un importo di oltre 350.000 euro, è avvenuta, ancora una volta, con modalità quantomeno discutibili.
Come prevede la legge per questa tipologia di appalti è facoltà dell’Amministrazione procedere tramite invito di un certo numero di imprese (nel caso specifico 8).
Quello che proprio non riusciamo a comprendere è come mai non solo non sono state invitate imprese della montagna, ma neppure della nostra Provincia. Tutte le imprese invitate vengono da fuori provincia. Qualche domanda ce la siamo posta: forse la tipologia di lavoro costituita dalla costruzione di un campo con prato sintetico costituisce una lavorazione così particolare per cui nessuna impresa della provincia può essere invitata?
Certamente no.
Forse la categoria SOA richiesta, OS 6, non rientra tra quelle possedute da aziende della nostra provincia?
Certamente no, poiché anche l’Autorità per i lavori pubblici ha chiarito che tale tipo di attestazione, non obbligatoria, è eseguibile con la qualificazione cat. OG1 posseduta da un gran numero di imprese.
Non riusciamo a comprendere le motivazioni che hanno indotto il Comune di Castelnovo né Monti ad utilizzare una procedura certamente legittima, ma sicuramente irragionevole.
Buon senso vorrebbe che per quel poco di lavoro che è rimasto da fare sul territorio, veda, almeno come invitati, imprese locali. Fino a prova contraria le aziende della montagna concorrono, con la loro attività, a creare occupazione e al pagamento di tasse e tributi per il sostentamento di servizi di pubblica utilità. Se così non è, crediamo che quei bei paroloni come: bene comune, coesione sociale, sviluppo territoriale, rimangano affermazioni da seppellire sotto un prato sintetico.