A meno di un mese dalla scomparsa degli Ambiti Territoriali Ottimali, alla vigilia di un ATO unico regionale di 348 comuni per il servizio idrico, come espresso dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna e nella prospettiva di una gestione del servizio idrico che non tiene conto del dato politico che emerge dai Referendum ed è espressione di quanto più lontano possibile da quella democrazia partecipata e fuori dalla mercificazione della vita richiesta da 27 milioni di votanti.
Dopo tre mesi che ne chiediamo la convocazione l’Assemblea dei Sindaci dell’ATO di Reggio Emilia è stata convocata senza prevedere nella discussione nessun argomento esplicitamente a favore del rispetto dell’esito del referendum sull’acqua del 12 e 13 giugno scorsi, in luogo del quale ci riferisce solo ad una vaga “approvazione tariffe servizio idrico”…
Non solo. nonostante le ambigue prese di posizione del Consiglio Provinciale e le pubbliche dichiarazioni sbracciate sui quotidiani locali assistiamo a una delle più vergognose messe in scena della quale sono inermi spettatori i cittadini della provincia di Reggio Emilia. Ci riferiamo al recente incontro tra il Comitato e l’Assessore Tutino e il Sindaco Incerti dove è emerso chiaramente che nonostante i buoni propositi stante l’attuale legislazione e l’assetto degli investimenti NON SI POTRA’ ADEGUARE LE TARIFFE all’esito del 2° quesito referendario, ovvero un taglio di oltre l’11% sulle bollette, che dal 21 Luglio scorso, dopo l’esito del voto, è da rispettare per Sentenza della Corte Costituzionale e Decreto del Presidente della Repubblica.
FUORI L’ACQUA DAL MERCATO
Non un solo accenno, nell’ordine del giorno, alla ripubblicizzazione del servizio idrico come richiesto implicitamente nel 1° quesito referendario da quasi tutta la popolazione Reggiana.
FUORI I PROFITTI DALL’ACQUA
Non un solo accenno, nell’ordine del giorno, all’applicazione del 2° quesito referendario, per togliere dalla tariffa il 7% di remunerazione garantita al capitale investito, che la Corte Costituzionale ha sancito come immediatamente applicabile.
I referendum non solo continuano ad essere calpestati, e con essi la democrazia, ma si prepara un vero e proprio tradimento.
Ricordiamo che è proprio l’ATO, autorità pubblica di controllo dell’operato del gestore, e dunque proprio quei sindaci che lo compongono, a dover intervenire sulla tariffa per rispondere così alla volontà espressa da oltre il 68% dei/delle loro cittadini/e nei referendum. All’opposto ci si prepara a garantire ulteriori profitti a quella compagine fatta di banche, multinazionali e imprenditori privati che non intendono rinunciare ai guadagni sicuri del “mercato” dei servizi pubblici locali.
Facciamo fatica a credere che Legalità e Democrazia possano essere calpestate impunemente da chi è stato/a eletto/a nei nostri Comuni per prendersi cura del “Bene Comune”, ma ad oggi viviamo una deplorevole situazione in cui ai cittadini è impedito di pagare una bolletta in maniera legale e chi si è fatto anche promotore dei referendum e dovrebbe farne osservare il rispetto si pone invece nell’illegalità. sull’acqua in questo momento abbiamo tutti i SINDACI FUORILEGGE!
Se le cose non cambieranno saremo costretti a intraprendere tutte le azioni legali del caso, oltre che iniziare una campagna di OBBEDIENZA CIVILE in cui inviteremo tutti i cittadini di far diventare legale la loro bolletta, adeguandola al 2° referendum e interrompendo quelli che sono PROFITTI ILLECITI.
IL VOTO VA RISPETTATO.
Saremo presenti Venerdì mattina 16 Dicembre davanti alla sede della Provincia all’assemblea dell’ATO perchè la richiesta ai sindaci di rispettare l’esito referendario del 12 e 13 Giugno diventi obbligo civile e rispetto della democrazia. Nessuno è padrone dell’acqua, neanche i Sindaci, perché l’acqua è di tutti.
DATO CHE I LAVORI DELL’ASSEMBLEA SONO PUBBLICI E SIAMO STATI INVITATI SOLO IN QUALITA’ DI UDITORI SAREMO PRESENTI CON UNA FORMA DI PROTESTA SILENZIOSA IMBAVAGLIATI CON LA BANDIERA REFERENDARIA.
(Comitato Provinciale Acqua Bene Comune – Reggio Emilia)




