L’aumento delle tariffe in generale è cosa odiosa in un momento difficile come questo. Se poi è quella dell’acqua, tanto essenziale, diventa irricevibile se non perfettamente motivata. Nel caso specifico, ci sono ad esempio realtà come Hera che ogni anno sbandierano i loro utili sui quotidiani, e che quindi adesso dovrebbero spiegare il perché dell’aumentodel 6%. Guarda caso nel frattempo il 7% di remunerazione sul capitale che di solito viene pagato in bolletta è stato congelato, in attesa che il quadro legislativo venga chiarito dopo l’esito del referendum. Una remunerazione che solitamente andava in parte a permettere i lavori sulla rete di distribuzione. Ora mi attendo che quegli amministratori che sono in ATO, che hanno sostenuto il referendum per l’acqua, che hanno festeggiato all’esito, spieghino cosa accadrà alle bollette dei cittadini, che invece di vedersi calare il prezzo del servizio della cifra corrispondente alla la remunerazione sul capitale tolta per referendum (congelata al momento) se lo vedono alzare del 6%. Pochi euro, dice l’assessore Vaccari, che si sommano a tanti “pochi euro” e che fanno una bella somma nelle tasche dei cittadini.
(Avv. Luca Ghelfi, Consigliere provinciale – PDL)