Chi sostiene che la crisi del gas oggi non esista o è in malafede o non
conosce il sistema del gas in Italia. I consumi vanno infatti considerati su
base giornaliera e non annuale: le famiglie e le imprese non comprano il gas
una volta all’anno o una volta al mese e nemmeno hanno stoccaggi privati
fuori casa per accumulare le scorte. Lo prelevano dalla rete in ogni
momento, nella quantità di cui ne hanno bisogno. Quindi gli Enti statali che
devono garantire la fornitura di gas parlano non di miliardi di metri cubi
importati o consumati, ma di milioni di metri cubi disponibili giorno per
giorno.

In queste settimane di freddo intenso famiglie ed industrie italiane
richiedono 450- 480 milioni di metri cubi di metano al giorno. Il sistema
non ce l’ha fatta a fornirli tutti: ne sono mancati circa 25 milioni di
metri cubi ogni giorno. Questo a causa del calo delle forniture dalla
Russia, del fermo per il mare in burrasca dei due rigassificatori di
Panigallia e Rovigo, dell’aumento dei consumi delle famiglie di gas e di
elettricità. Si è anche fermato lo stoccaggio di Cremona, in giacimento
esaurito, perché la sabbia del serbatoio ha bloccato i pozzi di estrazione,
è stato riavviato da martedì solo al 50% della capacità di erogazione.

È la mancanza dei 25 milioni di metri cubi di gas al giorno che ha fatto
dichiarare al Governo italiano lo stato di emergenza anche a fronte di
previsioni metrologiche con altro freddo e neve.

Se ce ne fossero stati di più, gli stoccaggi avrebbero potuto fornire tutto
questo gas che manca alle famiglie e alle imprese scongiurando questa crisi.

Sostenere oggi che la crisi non esiste o che sia una manovra mediatica e
speculativa significa non conoscere i fatti reali e i numeri , ma
soprattutto non voler rendere conto degli effetti negativi che questa crisi
ha avuto per cittadini ed imprese.

Mi piacerebbe che ci spiegassero, ad esempio, come mai sono state accese
anche nella pianura Padana le centrali vecchie ad olio combustibile molto,
molto più inquinanti di quelle a metano che sono state costrette a chiudere
per mancanza delle forniture di gas. La qualità dell’aria che respiriamo
diventerà ancora più piena di sostanze nocive.

O che lo raccontassero alle aziende che hanno visto interrompersi le
forniture di gas e che, di conseguenza, hanno dovuto fermare le macchine.
Questa misura di emergenza è costata sino ad ora circa 10 milioni di euro,
che ci verranno riaddebitati nelle nostre bollette del gas. Alla crisi si è
infatti fatto fronte con l’utilizzo dei contratti interrompibili, che
prevedono di staccare il gas a quelle imprese che a inizio anno accettano di
essere interrotti in cambio di uno sconto sul prezzo del gas. Sconto che
viene rimborsato in bolletta dalle famiglie e dagli altri consumatori.
L’emergenza dell’inverno del 2006, simile a questa, costò ai consumatori
italiani oltre 400 milioni di euro.

O che lo spigasse a quelle aziende che giustamente hanno denunciato questa
situazione e che sono state costrette a mettere in cassa integrazione i
propri dipendenti perché senza il gas per far funzionare i processi
produttivi.

Soragni fa bene ad essere contrario allo stoccaggio, se ne è convinto. E fa
bene a ricordarci i terremoti e a preoccuparsi della sicurezza. Ma sempre i
fatti ci dicono che gli stoccaggi non abbiano avuto incidenti e non abbiano
provocato terremoti percepibili all’uomo in aree molto più’ sismiche della
nostra.

Quello che chiediamo a Soragni è che non racconti a noi poveri cittadini,
lontani dal centro delle decisioni, delle storie. Ma forse chi non è stato
capace di quadrare un bilancio ed ha accumulato 38 milioni di debito per il
proprio comune non ha molta familiarità con i numeri e i fatti reali.

 
(Lia Gabrielli, Consigliere Pdl Mirandola)