“E’ molto importante il Pacchetto latte approvato qualche giorno fa dal Parlamento Europeo – afferma il presidente della Cia di Reggio Emilia Ivan Bertolini -, e non solo per la possibilità di programmare le produzioni Dop di formaggi; infatti, ci sono altri aspetti altrettanto rilevanti”.

“Infatti – prosegue – se per la nostra zona che è quella del Parmigiano-Reggiano, la sottolineatura sulla programmazione è ovvia e la misura che introduce un sistema di regolazione dell’offerta dei formaggi Dop è la benvenuta in quanto consente di superare le obiezioni che l’Antitrust (nel nostro Paese e solo nel nostro) ha sempre posto al controllo delle produzioni di qualità, e nel contempo dà forza al ruolo di controllo del Consorzio di tutela rispetto alle spinte produttive dei soci, come avvenuto nell’ultimo anno in misura perfino eccessiva, c’è ancora del buono nel Pacchetto”.

“Le novità introdotte dal Pacchetto – aggiunge Bertolini – hanno una portata davvero grande ed assumono un significato strategico in questa fase di incertezza e volatilità dei mercati rafforzando il potere contrattuale degli allevatori. Va in questa direzione la spinta al ruolo delle organizzazioni dei produttori, che dovranno negoziare il prezzo del latte per conto degli allevatori e che dovranno aiutare gli allevatori stessi ad organizzarsi al meglio per rafforzare la loro posizione nella filiera agroalimentare. In tema di prezzi il “Pacchetto” prevede che la trattativa sia regolata da contratti che i singoli Stati possono rendere obbligatori, cosa che riteniamo il nostro Paese debba confermare, in primo luogo difendendo l’articolo 62 del provvedimento sulle liberalizzazioni del Governo Monti, su cui si stanno esercitando forti pressioni della Grande distribuzione e dell’industria perché sia ‘cassato’ in sede di conversione”.

“I contratti che noi riteniamo doverosi – afferma il presidente Cia – dovranno indicare il prezzo, i dettagli sulla raccolta e sulla fornitura di latte e le scadenze dei pagamenti ed avranno una durata di almeno sei mesi. Una negoziazione collettiva che dovrebbe aumentare il potere negoziale dei produttori e favorire una migliore distribuzione del valore lungo la catena produttiva, oggi sbilanciata a favore delle parti finali, e della distribuzione in particolare”.