Lo scorso sabato 3 marzo siamo tornati in piazza per denunciare l’ ennesimo comportamento squadrista di cui si è reso responsabile Caselli e la sua amministrazione. Dieci giorni fa i vigili di Sassuolo hanno condotto una operazione in borghese, armi alla mano e fuori dal loro territorio di competenza, durante la quale sono riusciti a scambiare una famiglia di ignari passanti per una banda di spacciatori. Le sfortunate vittime hanno riportato lesioni quantificate in diverse settimane di prognosi, ma poteva scapparci il morto.
La gravità del fatto è tale che la magistratura ha aperto due indagini: la prima per le violenze commesse dai vigili ai danni della famiglia e la seconda per l’originale procedura utilizzata nell’operazione. Secondo i giornali, infatti, gli agenti della polizia municipale si sarebbero mossi come veri e propri agenti provocatori infiltrati, un comportamento che in Italia è assolutamente illegale.
Davanti a questi fatti gravissimi Caselli si è preoccupato di costruire un indegno paravento politico per occultare e coprire in ogni modo le maldestre manovre attuate dal comandante Faso. Un episodio preoccupante è poi accaduto durante il consiglio comunale di martedì 28 febbraio. In quell’occasione la maggioranza Pdl-Lega, pur di evitare che si discutesse dell’accaduto, ha deciso di modificare strumentalmente l’ordine del giorno e, approfittando del conseguente momento di confusione, la polizia è entrata armata nella sala consigliare per identificare alcuni membri del pubblico presenti sugli spalti.
Questi sono gli stessi atteggiamenti squadristi che sabato hanno portato i vertici della Lega sassolese in piazza a pochi passi dal nostro presidio; il loro intento era chiaramente provocatorio. Inoltre è sempre più preoccupate il proliferare, sotto il governo Caselli, di gruppi neofascisti: una esponente di tali gruppi ha tentato di provocare una nostra reazione violenta presentandosi alla manifestazione con tanto di simboli fascisti.
Nonostante tutto però l’ iniziativa di comunicazione si è svolta senza incidenti ed ha avuto un grande appoggio dai sassolesi e da molte forze politiche antifasciste della città.
Ci auguriamo infine che questa volta il comandante Faso mostri un minimo di buon senso e si dimetta.
Solidarietà alla famiglia aggredita dagli agenti della polizia municipale.
(Gruppo di autodifesa)