Legambiente apprezza la lucida analisi dell’Ass. di Bologna Gabellini sul PSC, dove ha messo in luce, in una sua dichiarazione, la crisi del settore edile e la difficoltà a reperire i fondi per la riqualificazione del patrimonio esistente. Questo problema che non è limitato al solo territorio della città Felsinea, ma accomuna tutti i centri urbani dell’Emilia Romagna.

Lo stallo del PSC a cui fa riferimento l’assessore Gabellini è un ulteriore dimostrazione che far dipendere in larga parte gli introiti delle amministrazioni dagli oneri di urbanizzazione si è dimostrata una scelta dannosa. Sia perché ha comportato, in tempi di trend di crescita dei mercati, un consumo di suolo fuori controllo, sia perché, ora che il trend di crescita è terminato, lascia le casse dei comuni vuote. Negli ultimi 10 anni infatti si è consumato territorio in Emilia Romagna ad un ritmo di 8 ettari al giorno: ritmo non più sostenibile. Oltre al danno la beffa.

LEGAMBIENTE Emilia-Romagna ripropone con forza la necessità di ripensare complessivamente la fiscalità delle amministrazioni locali e di promuovere un fondo regionale specificatamente dedicato alla riqualificazione: l’unica strada percorribile resta il risanamento energetico del patrimonio edilizio esistente, che consentirebbe allo stesso tempo di bloccare il consumo di territorio e di dare una concreta possibilità di uscita dalla crisi al settore edile.

Un modo rapido per recuperare i fondi necessari è quello di ripensare la destinazione dei finanziamenti promessi dal CIPE e attualmente destinati ad inutili infrastrutture viarie, e riconsiderarla alla luce dei vantaggi offerti da una riqualificazione urbanistica organica e complessiva. Riqualificare in maniera sostenibile una città ha gli stessi risultati in termini di ricadute sull’occupazione, miglioramento della qualità di vita e potenzialità di sviluppo di una grande opera, e come tale va considerata.

“Stiamo assistendo in tutta la regione al tracollo del sistema urbanistico/edilizio di questi ultimi decenni – dichiara Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna – che lascia sul campo un territorio ferito, aziende in crisi, e bilanci comunali in difficoltà. Nonostante questo molte amministrazioni producono ancora piani urbanistici espansivi. Occorre tirare il freno a mano, bloccare i nuovi POC, e rivedere la pianificazione esistente”.