Il presidente del Consiglio provinciale ha aperto la seduta di oggi pomeriggio con il ricordo di Marco Biagi a dieci anni dall’uccisione. Stefano Caliandro ha sottolineato che Marina Orlandi Biagi, impossibilitata ad intervenire per precedenti impegni presi, ha chiesto di esprimere la sua gratitudine e il suo apprezzamento al Consiglio.

“L’apprezzamento del nostro ente per l’opera di Biagi è testimoniata dal fatto che nel 2002 è stato attribuito alla memoria del nostro illustre concittadino il Premio Provincia che venne nell’occasione ritirato da Francesca Biagi. Mentre in memoria di Massimo D’Antona e Marco Biagi è stata intitolata la sala commissioni.

Senza dismettere il ruolo e gli obblighi di equilibrio che questa presidenza mi attribuisce, comunico che quello che seguirà non sarà un semplice ricordo ma, senza alcun timore di essere frainteso, si tratta di un’esperienza vissuta che ha segnato profondamente il corso degli eventi della mia vita.

Ho conosciuto il Prof. Marco Biagi nell’ottobre del 2000. All’epoca ero un giovane dottorando che cominciava a cimentarsi con gli studi del diritto del lavoro, quindi su sollecitazione del mio Maestro – Giorgio Ghezzi – presi un appuntamento con il Prof. Biagi per discutere alcuni aspetti del mio tema di ricerca.

Da quel giorno tutte le volte che ho incontrato il Prof. Marco Biagi è stato sempre lui il primo ad informarsi su come procedessero i miei studi e a segnalarmi gli scritti più interessanti.

Marco Biagi, dunque, posso testimoniarlo, non frapponeva tra se e gli altri quel sottile vetro blindato che talvolta caratterizza alcuni uomini dell’accademia.

Anzi, come tutte le persone dirette e curiose si presentava ai giovani studiosi con un piglio incalzante ma mai presuntuoso.

Nella dialettica giuslavoristica io non ho mai preso le posizioni che il Libro Bianco scritto da Marco Biagi offre al dibattito sul mercato del lavoro;

ma ciò non mi ha mai impedito di apprezzare la grande opera di scienza e ricerca che il Prof. Biagi ha lasciato a tutti quanti noi.

L’opera di Biagi è stata senza dubbio assai vasta e di grande valore.

Ad essere sinceri la cosa più affascinante dell’intellettuale che oggi ricordiamo è la capacità anticipatoria dei tempi che Marco Biagi, con i suoi studi, ha consegnato a tutti quanti noi nonché la volontà di addivenire ad un ammodernamento del mercato del lavoro in chiave europea.

Tra le tante idee una merita di essere ancora una volta ricordata lo “Statuto dei Lavori”.

Il riassetto del mercato del lavoro e della normativa previdenziale è una parte del lavoro di Biagi che ancora oggi, a distanza di 10 anni dalla sua scomparsa, rappresenta un obiettivo per intere generazioni di lavoratori.

La necessità di riprogettare l’equilibrio tra incentivi all’occupazione e ammortizzatori sociali è senza alcun dubbio il tema irrisolto del nostro mercato del lavoro su cui il pensiero di Biagi aveva già da tempo formulato una proposta ancora oggi di attualità.

La lotta al lavoro nero per Biagi andava combattuta con gli incentivi all’emersione ed un ruolo forte del controllo pubblico.

L’uomo di studio e il consulente ministeriale si sono quindi sovrapposti negli anni in cui ha collaborato con il Governo e con il Parlamento per l’ammodernamento della legislazione lavoristica.

Questo 19 marzo è dunque, non solo un decennale di memoria e stima per un servitore dello Stato ma al tempo stesso un’occasione per ricordare a tutti che “nei diritti del lavoro è iscritta la radice più profonda dei diritti di libertà”.

Chi ha deciso di privare due figli del loro padre, una moglie di suo marito ed una comunità di un suo autorevole rappresentante, è oggi sconfitto non dalla vendetta ma dalla forza inesorabile e non arginabile che le idee forti portano con sé. Le idee per ammodernare il diritto del lavoro non sono una ricetta né un accordo da retrobottega.

La lezione di Marco Biagi è stata quella di saper insistere e lottare per l’affermazione delle proprie idee senza però disconoscere il parere degli altri.

Per questo motivo Marco Biagi ha ricercato tenacemente il confronto con i suoi colleghi, anche quelli con cui le posizioni erano radicalmente opposte, partecipando e promuovendo convegni ed incontri di studio dedicati alla riforma del mercato del lavoro.

Di tutto questo sono stato testimone e di tutto questo gli sono grato”.

A conclusione del suo intervento il presidente Stefano Caliandro ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio, alla commemorazione erano presenti in rappresentanza del Comune di Bologna l’assessore Marilena Pillati e la presidente del Consiglio comunale Simona Lembi.