“Applaudiamo al patto sociale tra il paese che accoglie e il cittadino immigrato. La nuova disciplina prevede che d’ora in avanti chi farà ingresso per la prima volta in Italia e intende soggiornarvi per almeno un anno, si impegni a sottoscrivere un accordo di integrazione, della durata massima di due anni, per l’ottenimento del permesso di soggiorno”. A dichiararlo è Aziz Sadid, dell’Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere) Cisl Reggio Emilia con riferimento all’entrata in vigore, il 10 marzo, scorso del regolamento che disciplina l’“accordo di integrazione tra l’immigrato e lo stato”.
“Con questa disciplina – prosegue Sadid – anche in Italia si è finalmente voluta perseguire la strada, avviata da tempo negli altri paesi europei, di stipulare un patto con il cittadino extracomunitario che preveda impegni reciproci tra lo stato e il cittadino immigrato. Da una parte l’Italia si impegna a fornire tutti gli strumenti, a titolo gratuito, per l’acquisizione della lingua, della cultura e dei principi generali della nostra Costituzione italiana. Dall’altra, la persona immigrata si impegna al rispetto delle regole della società civile, con l’obiettivo di perseguire un ordinato percorso di integrazione”.
“Una integrazione a doppio binario, affinché chi è immigrato non sia inteso come un ‘pezzo’ che si deve integrare in un ingranaggio meccanico, bensì un insieme di aspetti dal culturale al sociale, dal religioso a quello economico”.
“Nel merito, però, il regolamento si presenta come strumento poco idoneo al raggiungimento dello scopo per il quale è stato studiato: non dà la garanzia di raggiungere i basilari strumenti linguistici, la conoscenza dei principi della Costituzione italiana, nonché dell’organizzazione e funzionamento delle istituzioni pubbliche e, soprattutto, l’adempimento degli obblighi scolastici per i figli minori. In altre parole, l’immigrato può avere crediti e permesso di soggiorno anche senza però conoscere adeguatamente diritti e doveri: questo si ripercuote a suo danno”.
“La visione della Cisl e dell’Anolf – prosegue Sadid – è quella di processi di integrazione e coesione sociale che non si raggiungono solo su base numerica (quantità di crediti raggiunti o meno), ma mettendo al centro la persona e la sua dignità . Sono le persone che costituiscono una società, sulla base di un riconoscimento reciproco nei doveri e diritti contenti in un patto sociale”.
A tal fine, l’Anolf-Cisl, ha promosso un affollato incontro, nella serata di mercoledì, in via Marzabotto, nella sede della Fondazione Mondinsieme del comune di Reggio Emilia, per presentare il regolamento che disciplina l’accordo di integrazione alle associazioni di immigrati. Saranno quindi le stesse associazioni a farsene portavoce presso le varie e diverse comunità.