Fermo restando la nostra solidarietà e vicinanza alle persone e alle aziende vittime del terremoto, la paura, il dolore e la distruzione provocate dal sisma non devono impedirci di proseguire nella direzione sulla quale, come sindacato delle costruzioni, abbiamo sempre puntato. La messa in sicurezza degli edifici a partire da quelli pubblici, la manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio – che riguarda anche gli assetti idrogeologici del nostro Paese – non devono essere temi affrontati esclusivamente in occasione di tragedie, ma devono essere all’ordine del giorno del governo, anche se transitorio, se si vuole realmente affrontare l’emergenza della sicurezza del paese.

L’indirizzo che suggeriamo nelle nostre piattaforme è una costante: è la necessità di fare una progettazione seria derivante da una analisi compiuta a tappeto su tutto il territorio che ci consegni una mappatura precisa di dove sono le criticità per poi programmare gradualmente gli interventi, restando in tema di messa in sicurezza. Questo tipo di elaborazione muterebbe l’atteggiamento tipico italiano del correre dietro alle catastrofi. Consentendo, così, di pianificare sia la spesa che le priorità degli interventi, per consegnarci a consuntivo un riassetto del territorio più generale.

In Giappone – che ha in comune con l’Italia l’alto rischio sismico – si costruisce con tecniche di ingegneria italiana all’avanguardia da oltre 30 anni. Con manutenzione del territorio ordinaria e straordinaria intendiamo non solo gli adeguamenti antisismici, ma anche gli argini dei fiumi e i consolidamenti delle frane quiescenti che devono necessariamente interagire con i piani urbanistici oltre che utilizzare formule per le concessioni edilizie anche di ristrutturazione legate al risparmio energetico.

Tutto ciò ci porterebbe a cogliere il primario obiettivo della sicurezza del territorio oltre che determinare una ripresa del lavoro in edilizia che come noto costituisce un volano per tutta l’economia. Le scuole, le biblioteche i centri per gli anziani, ma tutte le strutture pubbliche ed il patrimonio artistico, devono essere trasformati in antisismico specie in Emilia Roamgna dove il 90% dei circa 200 comuni è classificato a rischio sismico. Bisognerebbe ricercare una modalità incentivante anche per le ristrutturazioni delle abitazioni private, magari legandole ad una rivisitazione attualizzata del piano casa. Il 25 maggio, il presidente Errani ha convocato il tavolo delle parti sociali per affrontare questa emergenza-terremoto.

Come sindacato delle costruzioni ci rendiamo disponibili a dare il nostro contributo all’elaborazione e al confronto sul tema della sicurezza a 360°.

(Il Segretario Generale della FeNEAL UIL Emilia Romagna Riccardo Galasso)